Un viaggio scombinato e scoppiettante prende il via da un piccolo evento famigliare in Linda Veut du Poulet-Linda e il pollo, film d’animazione diretto da Chiara Malta e Sébastien Laudenbach.
Dopo il Torino Film Festival del 2023, il film è al cinema dal 5 settembre distribuito da I Wonder Pictures.
Linda Veut du Poulet-Linda e il pollo Sinossi
La bimba al centro del lungometraggio viene ingiustamente incolpata dalla mamma del furto del suo anello. In quell’accusa ci sono la stanchezza, la fatica, la frustrazione e le reazioni eccessive di una donna vedova che regge il peso della famiglia in un’indefinita periferia cittadina.
Il castigo dura poco e quando si scopre che la responsabile del misfatto è la gattona Gazza diviene imperativo risarcire la piccola Linda appagandola con qualsiasi desiderio.
Cosa potrà mai chiedere? Un pollo ai peperoni.
In quel piatto c’è il vero centro della storia, non solo perché avvierà una serie di scorribande rocambolesche alla conquista del povero volatile, ma soprattutto poiché aprirà lo spiraglio della memoria riportando alla luce il papà scomparso troppo presto.
È un percorso difficile, complicato dal proverbiale insorgere di uno sciopero che anima la città francese. Ovunque si rincorrono proclami di protesta e “c’est la grève” è il mantra che conduce mamma e figlia oltre i confini urbani, verso una campagna che, con il pollo campestre, restituirà a Linda i ricordi perduti.
Linda e il pollo – La magia dell’infanzia
È stato un regalo incontrare in sala, al festival, la regista Chiara Malta che attraverso lo scambio con il pubblico ha spiegato quanto l’opera sia progressivamente divenuta sempre più corale grazie all’apporto dei giovani animatori, gli attori, i bambini.
Proprio intorno all’umore dell’infanzia si reggono la magia della pellicola e l’anarchia che scorre nei disegni dei personaggi, nei fondali di contorno, nella scelta dei colori e nei movimenti sghembi.
Si sovverte l’ordine, tanto nel contesto, che nel contenuto. Si rievocano svariati momenti storici di contestazione, a scuola si parla di rivoluzione francese, si irride amabilmente la polizia che si smuove per i fumi della cucina ed è messa alla berlina con la goffaggine figlia del potere. Gli adulti non sono poi così autorevoli.
Si respira. È il respiro di tutti i bambini che sognano e vanno avanti, comunque. Corrono, ridono, mettono in scacco la sfera dei grandi. E l’azione prende il sopravvento rispetto alla posa intimista di inizio film. Il gioco dell’Animazione, appunto. È l’istinto degli animali che ci accompagnano con la loro presenza confortante e che talvolta non possono far altro che scappare, vittime inconsapevoli dell’umana idiozia.
I bambini guardano dall’alto di finestre tutte uguali il mondo dei grandi, sussurrano congetture, si fanno domande e capiscono tutto. Esitano e per questo vanno lontano.
Si piange. I tubi che perdono in cucina sono le lacrime di mamma Paulette che lotta per arrivare a fine mese e sono quelle di Linda per un papà che non sa neanche se è esistito davvero. Dov’è? È al buio?
Tornerà, ma sarà per poco, qualche sprazzo confuso, avrà sapore e profumo di un pollo ai peperoni.
I Wonder Pictures.