Prodotto da Àdàm Felszeghy, Miklós Kázmér e Réka Temple, Pelikan Blue, di Lásló Csáki, è un documentario animato in concorso al Torino Film Fest che racconta l’Ungheria degli anni ’90 e il desiderio di viaggiare di tre giovani ragazzi.
Trama
Con la caduta della cortina di ferro, i confini ungheresi si aprono. Finalmente è possibile viaggiare. Peccato che i biglietti dei treni costino troppo. Ákos, Petya e Laci scoprono un modo semplice ed efficace per aggirare il problema.

Il costo della libertà
Che senso ha la libertà se non puoi sperimentarla? È questa la domanda che si pone Lásló Csáki in Pelikan Blue, il suo lungometraggio documentaristico animato. Quella che viene raccontata è la storia di una nazione e più precisamente di una generazione. Dopo la caduta della cortina di ferro, nel 1989, nei ragazzi ungheresi cresce la voglia di viaggiare, di esplorare il mondo. “Ovunque è meglio di casa,” viene detto da uno dei giovani protagonisti del racconto. Di soldi non ce ce ne sono. Ci si reca a Berlino per cambiare i marchi, ma è una soluzione solo provvisoria. Arrivare a Parigi, in Italia e in Portogallo, è impossibile.
Pelikan Blue
I tre protagonisti del racconto, le cui voci si sovrappongono alle immagini disegnate, spiegano come hanno aggirato il problema. Hanno scoperto che attraverso l’utilizzo di specifici detergenti era possibile cancellare l’inchiostro della carta carbone (la pelikan blue, appunto) presente sui biglietti. Ottenevano così dei ticket bianchi. Era sufficiente riscrivere la destinazione per poter partire. Con lodevole lucidità, i tre protagonisti della vicenda raccontano che all’inizio hanno mantenuto il segreto, ma che successivamente si è sparsa la voce. Diventando maestri della falsificazione, hanno garantito la possibilità di viaggiare ad una generazione intera. Lo hanno fatto, finché la polizia non ha cominciato a indagare. Lì si sono fermati e hanno capito che la libertà ha un prezzo piuttosto alto.

Pelikan Blue è un film lucido: racconta con raziocinio e nondimeno in maniera accattivante. La scelta dell’animato aiuta: intrattiene e dà ritmo alla narrazione, traducendo in immagini le parole dei tre ormai non più giovani protagonisti della storia. È apprezzabile, inoltre, la scelta di far intervenire nel documentario anche le autorità che hanno seguito la vicenda decretandone la fine.
Ci sono la frode e la paura di venire scoperti, la falsificazione e le conseguenze de l reato. Sono tutte cose che emergono in seconda battuta. Pelikan Blue è soprattutto il racconto di tre ragazzi, e con loro di una generazione intera, che vuole vedere il mondo e combatte per poterlo fare.
QUI IL PROGRAMMA DEL TORINO FILM FESTIVAL