“C’è ancora domani” ritenuta opera di scarso valore dal ministero della Cultura

Il successo di “C’è ancora domani“, opera d’esordio di Paola Cortellesi, è ormai sotto gli occhi di tutti. La pellicola, di cui potete trovare una nostra recensione a questo indirizzo, è addirittura pronta a sbarcare in altri territori. Ma sembra che il film non abbia convinto il ministero della Cultura, che l’aveva definito “opera di scarso valore” negandogli così l’accesso ai fondi.

“C’è ancora domani” all’ultimo posto per il ministero

Il commento del ministero è emerso tramite un articolo di Repubblica dove Alberto Pasquale, presidente di Umbria Film Commission, ha avuto modo di spiegare la situazione dichiarando che, una volta concluso il bando, il film della Cortellesi si era piazzato al cinquantunesimo posto, ovvero ultimo.

E la spiegazione del ministero è stata la seguente:

Progetto di opera non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale

La situazione ha creato non poche polemiche, ma il ministero ha subito cercato di rimediare puntualizzando alcuni punti. Il primo è che tale decisione è stata presa non dal Ministro in carica ma dal suo predecessore.

Gennaro Sangiuliano, Ministro  della Cultura adesso in carica, ha poi dichiarato:

Il film di Paola Cortellesi è molto bello, consiglio di vederlo. Se fosse dipeso da me, sarebbe stato in cima alla lista delle opere finanziate. Questo conferma il lavoro con cui stiamo riformando l’intero sistema. Per fortuna che, a breve, nel pieno rispetto della normativa, ci sarà una nuova commissione

Altri errori del passato

Alberto Pasquale ha colto l’occasione per sottolineare la scarsa lungimiranza del ministero, colpevole di non essere in grado di comprendere il reale valore artistico e culturale delle opere prese in esame.

Non è nemmeno la prima volta che film degni di nota vengano esclusi dai finanziamenti, in passato è successa la stessa cosa anche a “L’ultimo bacio” di Gabriele Muccino.

“C’è ancora domani” rientrava inoltre in una sottocategoria dedicata a progetti il cui costo non avrebbe superato i cinque milioni. Anche in questo caso però il ministero poteva scegliere solo tre film e quello della Cortellesi è stato scartato.