Venezia.69: “L’intervallo” di Leonardo di Costanzo (Orizzonti)
“L’intervallo”, presentato nella sezione Orizzonti, è la prima opera di finzione del documentarista Leonardo Di Costanzo. Il film si svolge a Napoli e narra le vicende di due adolescenti. “L’intervallo” è inteso come una pausa da un destino ineluttabile, una fuga da una terra di confine, da un quotidiano che non da scampo, che opprime i due ragazzi, sospesi fra un’atroce realtà e un futuro im-possibile.
L’intervallo, presentato nella sezione Orizzonti, è la prima opera di finzione del documentarista Leonardo Di Costanzo. Il film si svolge a Napoli e narra le vicende di due adolescenti, Salvatore (Alessio Gallo) e Veronica (Francesca Riso). Per selezionare i due protagonisti, il regista ha visionato duecento giovani dei quartieri spagnoli, ridotti poi a dieci, con i quali ha aperto un laboratorio d’improvvisazione durato tre mesi al Teatro Mercadante di Napoli. Fatta la scelta degli interpreti, il testo è stato adattato alla loro spontaneità e sensibilità, qualità che escono marcatamente dal film.
L’intervallo è inteso come una pausa da un destino ineluttabile, una fuga da una terra di confine, da un quotidiano che non da scampo, che opprime i due ragazzi, sospesi fra un’atroce realtà e un futuro im-possibile. Il sequestro di Veronica, da parte del boss del quartiere, diventa così il pretesto per isolare i mondi dei due adolescenti cresciuti troppo in fretta, con un modo tutto loro di affrontare la realtà. Veronica si dimostra spavalda, ma s’impaurisce quando Salvatore gli racconta della ragazza uccisa dalla camorra. Dal canto suo il ragazzo sembra soccombere alle imposizioni degli adulti, consapevole di un destino già scritto.
Il regista ci fa scoprire con lo scorrere della pellicola le motivazioni della segregazione di Veronica: una relazione con un ragazzo del clan rivale. Lo spazio abbandonato dell’ospedale psichiatrico diventa quindi il set di un incontro di due anime che vorrebbero prendere il volo, ma che si trovano a far parte, loro malgrado, di un meccanismo che li stritola. Di Costanzo svela il mondo interiore dei due ragazzi, mostrandoci due lati della stessa medaglia. Ci fa assaporare lentamente il passaggio dalla diffidenza alla complicità, che si manifesta visivamente nella scena della barca. La parodia dell’Isola dei Famosi da parte di Veronica strappa un sorriso e mostra tutta la “spensieratezza” dei suoi anni.
Molto bella la conclusione, il dialogo di lei con il Boss è di un realismo assoluto, segno di una sceneggiatura “indossata” dagli attori. Per la stesura il regista si è avvalso, infatti, di Maurizio Braucci, scrittore e autore della sceneggiatura di Gomorra e Reality di Matteo Garrone. Veronica, tesa verso un possibile “altro mondo”, viene quindi subito ricondotta dentro un “sistema” dove non si accettano ribellioni. Il regista ischitano con questo splendido esordio si candida (a merito) a un riconoscimento nella sezione Orizzonti o al Premio Opera Prima.