I am a horse di Im Chae-rim è un cortometraggio di animazione presentato al Future Film Festival dal 15 al 19 Novembre a Bologna e dal 24 al 26 Novembre a Modena.
Sottile critica alle credenze popolari che rappresentano il sistema patriarcale tradizionale: in questo cortometraggio si parla di Tae-mong con un’animazione sperimentale.
I am a horse di Im Chae-rim, la trama
Il film si ispira all’opera artistica di Lee Jung-seob, a cui la regista ha aggiunto la propria interpretazione del mondo. Al cuore, l’idea del cosiddetto sogno di concepimento della famiglia della regista, il Tae-mong. A questo la tradizione coreana guarda con rispetto nel suggerire la personalità, talvolta il sesso e le attitudini future del nuovo nato.
La destrutturazione del sogno di concepimento
In particolare, I am a horse di Im Chae-rim si richiamano i sogni della madre e della nonna, e in questo universo pittorico molto fluido, si omaggiano le opere dell’artista Lee Jung-seob.
Nel sogno di cui si narra c’è un’interpretazione molto fluida della maternità. Questa presenza materna praticamente si sfalda e si dona completamente ai propri figli. Anche l’allattamento e la nutrizione vengono portati agli estremi.
Per certi tratti potrebbe risultare disturbante nella sua rappresentazione vagamente mostruosa, dove l’antropomorfizzazione dell’animale si imbruttisce nel tratto secco. Lo stile essenziale bianco e nero transita dal deviato al fantasioso con fluida mutevolezza.
La colonna sonora elettronica si distacca parzialmente dall’universo più onirico.
Essenziali la dichiarazione finale e il commento relativo a Tae-mong. Il cortometraggio si svela così come una critica al perdurare del sistema patriarcale in Corea del Sud, un paese in cui questo tipo di tradizioni, oltre ad essere folklore vivido, permette il mantenimento di una prigione mentale per le nuove generazioni.
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