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FESTIVAL DI CINEMA

Venezia.69: “Acciaio” di Stefano Mordini (Giornate degli Autori)

Sulla carta, “Acciaio” di Stefano Mordini poteva essere una buona occasione per dare più visibilità ad uno dei temi più importanti nella storia contemporanea italiana, ossia il rapporto tra città e industria, ma l’operazione non sembra del tutto riuscita. La sensazione è che le tematiche importanti, di cui il libro si faceva portavoce, vengano qui citate con leggerezza, non permettendo allo spettatore di immedesimarsi e riflettere su di esse

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il

Anno: 2012

Distribuzione: 01

Durata: 95′

Genere: Drammatico

Nazionalità: Italia

Regia: Stefano Mordini

Uscita: 25/10/2012

Dal libro al film. Acciaio di Silvia Avallone è il romanzo da cui è tratto l’omonimo lungometraggio di Stefano Mordini presentato alle Giornate degli Autori della 69° Mostra del cinema di Venezia. Coerentemente con il libro, il film racconta la storia di Anna (Matilde Giannini) e Francesca (Anna Bellezza), due adolescenti alle prese con la crisi dei valori personali e la paura di un futuro incerto, soprattutto considerando il fatto che nella città dove sono nate e cresciute, Piombino, sembra che l’unica alternativa sia quella di lavorare nella fabbrica di acciaio, la Lucchini. Qui, infatti, è impiegato il fratello di Anna, Alessio (Michele Riondino), il quale, costretto ad orari di lavoro devastanti, cerca di mandare avanti la propria famiglia, in assenza del padre, allontanatosi da Piombino, in cerca di una vita migliore.

La rassegnazione è il sentimento maggiormente percepibile: sembra che tutti a Piombino abbiano rinunciato all’ambizione. Anche Elena (Vittoria Puccini), vecchio amore di Alessio, dopo aver vissuto fuori città, torna e viene assunta in fabbrica. Francesca, probabilmente violentata dal padre, è l’incarnazione dell’adolescente autolesionista che ricerca nel sesso una forma di riscatto; Anna, invece, grazie forse al rapporto con il fratello e al suo desiderio di un’altra forma di vita, risulta più onesta e attratta da rapporti sani. Sfondo di tutte queste storie tra loro concatenate, è Piombino, città industriale, che avvelena l’aria e il respiro di coloro che la abitano.

Sulla carta, Acciaio di Stefano Mordini poteva essere una buona occasione per dare più visibilità ad uno dei temi più importanti nella storia contemporanea italiana, ossia il rapporto tra città e industria, ma l’operazione non sembra del tutto riuscita. La sensazione è che le tematiche importanti, di cui il libro si faceva portavoce, vengano qui citate con leggerezza, non permettendo allo spettatore di immedesimarsi e riflettere su di esse. Difatti, se nelle prime scene il rapporto di amicizia tra le due adolescenti rappresenta il motore della storia verso metà film, invece, viene frettolosamente abbandonato per incentrarsi sul personaggio di Alessio e sul rapporto città – fabbrica.

Anche a livello tecnico, Acciaio non entusiasma, aggiungendo poco e niente allo scenario del cinema italiano. Menzionabile la fotografia di Marco Onorato, in grado di dar luce al contrasto tra la spiaggia, il mare blu di Piombino e i relitti industriali di una fabbrica che esiste ormai da decenni e che fa parte dell’architettura della città. Infine buona la prova del cast, in particolare di Matilde Giannini e Michele Riondino, mentre invece, glaciale è l’interpretazione di Vittoria Puccini, la quale sembra incapace di trasmettere alcun tipo di emozione.

Valentina Calabrese

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