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Venezia.69: “Outrage Beyond” di Takeshi Kitano (In Concorso)

Takeshi Kitano firma il primo sequel della sua carriera; “Outrage Beyond” segue, infatti, “Outrage” del 2010 e continua il suo personale discorso sul mondo Yakuza. Ancora una volta il regista giapponese ci mostra in modo concreto e realista le dinamiche di questo microcosmo fatto di regole e rispetto, ma anche di violenza e tradimento

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Anno: 2012

Durata: 110’

Genere: Drammatico

Nazionalità: Giappone

Regia: Takeshi Kitano

 

Takeshi Kitano firma il primo sequel della sua carriera; Outrage Beyond segue, infatti, Outrage del 2010 e continua il suo personale discorso sul mondo Yakuza. Ancora una volta il regista giapponese ci mostra in modo concreto e realista le dinamiche di questo microcosmo fatto di regole e rispetto, ma anche di violenza e tradimento. Sviscera tic e contraddizioni di questa ‘istituzione’ formata da uomini d’onore, dove un patto vale più dei legami di sangue. Le scene di violenza sono intervallate da gag comiche, quella dell’interrogatorio è esilarante, in pieno stile Kitano. Ma almeno altre due sono da ricordare: quella delle palle da baseball e l’uccisione di Kato, (Tomokazu Miura), capo destituito, nella sala da gioco.

La prima evidenzia come il regista, con due diverse inquadrature, passi facilmente a due registri differenti. In campo lungo, infatti, la scena della testa colpita a ripetizione dalla macchina che lancia le palle è comica, mentre quando la faccia è in primo piano, svelandone l’atroce tumefazione, la sensazione cambia notevolmente. La seconda pare “sospesa”, il sonoro si dissolve per farci sentire solo il coltello che affonda nelle viscere, mentre l’immagine viene rarefatta con l’uso del rallentì. L’epilogo con la paradossale uccisione di Kataoka (Fumiyo Kohinata) fa intuire come Kitano/Otomo si diverta come un bambino dispettoso che vuole sempre l’ultima parola.

Le inquadrature sono stilisticamente perfette, con un effetto glamour che si scontra con l’oggetto rappresentato, come i corpi a terra crivellati di colpi che assumono comunque un aspetto patinato. Se pur superiore a Outrage, il film paga un certo appiattimento su tematiche ampiamente affrontate, senza dare quella svolta creativa che ci si aspetta da un maestro come lui. Il motivo pare darlo lui stesso in sala stampa: “Se mi mettessi a fare i film che vorrei fare, purtroppo le persone che mi sono intorno, ed io stesso, finiremmo per stancarci. Per questo ho deciso di fare film che possano essere fruiti più facilmente dallo spettatore”. Anche se ha dichiarato che ha già nel cassetto la sceneggiatura per un terzo episodio, e in attesa che ci ripensi, conserviamo la speranza di una sua nuova poetica.

Vittorio Zenardi

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