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Rome Independent Film Festival

‘Il giorno dopo’ Il corto sulle sfide della vita

Il versatile regista Enea Colombi presenta il suo nuovo corto al RIFF. Una piacevole ma cupa riflessione sugli ostacoli che affrontiamo ogni giorno

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il giorno dopo

Il giorno dopo è il corto italiano presentato ieri 18 novembre al Rome Independente Film Festival (RIFF) . In  questo programma ricco di anteprime nazionali, proiezioni speciali, workshop e incontri con importanti personalità del mondo del cinema, il regista Enea Colombi propone il suo nuovo corto al pubblico. E nonostante i soli 17 minuti di durata, le cose da dire e su cui riflettere sono tante.

Sinossi

Nonostante il suo nome non sia ancora famosissimo, gli addetti ai lavori conoscono Colombi per il suo eclettismo e la sua bravura nello spaziare da un genere all’altro; ne “Il giorno dopo” dà un’altra ottima dimostrazione. Il corto, con Claudio Madia, Dusan Todorovic, e Luca Remedio si apre con un paesaggio cupo, umido, angosciante, efficace nel trasmettere sensazioni negative a chi lo guarda.

La sensazione che trasmette è infatti alquanto oppressiva. Il protagonista, un uomo di mezza età, segnato e malconcio, si sistema sulle rive di scure acque come in attesa di qualcuno. O qualcosa. Proprio in quel momento affronta un animale (questo lo intuiamo), lo pesca e lo abbatte. Non vediamo mai la “lotta” , ma solo lo sguardo dell’uomo che, conclusa la sua caccia, piange. Tornando a casa, è atteso da un’altra persona più anziana che sembra quasi moribonda. e scopriamo essere suo padre.

Riusciamo a capire che anni prima il padre del protagonista aveva cercato di catturare questo pesce, ma senza riuscirci, un evento che doveva averlo segnato. “Papà, è lui”, sono le parole del protagonista pescatore che spera di togliere il rimorso e il rimpianto dalle spalle anziane del suo interlocutore. Nel finale de Il giorno dopo, accade l’evento fondamentale e metaforico del corto, che ci lascia a metà tra spiazzati e dubbiosi su quello che abbiamo visto. La vicenda ci avvolge, ci lascia con un vuoto e tanto da pensare.

La metafora de “Il giorno dopo”

Il giorno dopo fa inevitabilmente pensare a Moby Dick,  libro di Herman Melville.

Come Moby Dick  può essere una metafora della sfida insormontabile e misteriosa della vita. La sua grandezza e la sua elusività rappresentano le difficoltà e le avversità che incontriamo nel perseguire i nostri obiettivi. La stanchezza dell’uomo nell’attendere e pescare l’animale, le condizioni del padre che prima di lui aveva intrapreso questa sfida, sono la riprova del senso di questo paragone.

La lotta umana contro forze più grandi di noi, come il destino, la natura o le nostre stesse debolezze. La cattura del pesce, così come la sfida alla balena, incarna la determinazione umana, mentre il pesce rappresenta la forza inspiegabile e inafferrabile che talvolta ci sfida.

In conclusione

In questa metafora, l’animale pescato dall’uomo diventa il simbolo delle sfide irrisolvibili e delle ossessioni che possono guidare le nostre vite. La rivalità col capitano Achab rappresenta la nostra incessante lotta contro queste forze, che possono portare sia a un destino glorioso che a una tragedia.

Il giorno dopo di Enea Colombi promette quindi di essere una delle tante proposte-sorpresa di questa nuova edizione del RIFF, così come tanti altri film e corti del festival.

Consigliato, consigliato, consigliato.

  • Anno: 2023
  • Durata: 17'
  • Genere: Corto
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Enea Colombi
  • Data di uscita: 18-November-2023

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