Future Film Festival

‘Blind Willow, Sleeping Woman’, al Future Film Festival il mondo di Murakami incontra l’animazione

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Presentato il 18 novembre in concorso al Future Film Festival di Bologna, Blind Willow, Sleeping Woman è il lungo d’esordio del compositore e pittore francese Pierre Földes. Un adattamento, tratto da diversi racconti di Haruki Murakami (contenuti nelle raccolte I salici ciechi e la donna addormentata, L’elefante scomparso e altri racconti e Tutti i figli di Dio danzano), che arriva sull’onda lunga del successo di Drive My Car ma che insegue soprattutto il lato più surreale e imprendibile dello scrittore giapponese, i suoi dialoghi elusivi e la natura enigmatica e imprendibile delle sue storie.

‘Blind Willow, Sleeping Woman’: Trama

Tokyo, 2011. A pochi giorni dal cataclisma che ha colpito il Giappone, Komura, dopo essere stato lasciato improvvisamente da sua moglie Kyoko, ossessionata dal passato e da un desiderio espresso il giorno del suo ventesimo compleanno, parte verso nord per consegnare un misterioso pacco. Nel frattempo, il collega di Komura, l’inetto Katagiri, riceve la visita di una rana gigante che chiede il suo aiuto per salvare la città da un nuovo, terribile terremoto.

Waking Life

Dove comincia la realtà in Blind Willow, Sleeping Woman? Dove il sogno? Sembrano due facce della stessa, enigmatica medaglia quelle che contraddistinguono il lungo dell’esordiente Földes, presentato in concorso al Future Film Festival. Un mondo estremamente debitore dell’autore letterario dai cui racconti è ispirato che trova però grazie al pittore e regista francese una sua particolare e originale concretizzazione.

Fondendo assieme 2D, computer grafica e rotoscopio (una tecnica rispolverata di recente da autori come Richard Linklater) e accompagnando il tutto a una scrittura che – tra allucinazioni, ricordi e pensieri – fa proprio dello slittamento invisibile tra diversi piani di realtà la sua stessa ragion d’essere, ecco che il regista trova infatti il modo migliore per unire quotidianità a inaspettati sbalzi onirici, realismo a momenti smaccatamente surreali.

Traumi e lutti

È così che a rane giganti che citano Nietzsche, Conrad ed Hemingay si accompagnano storie di vessazioni quotidiane e di crisi coniugali, a gatti scomparsi senza lasciare traccia si sovrappongono strani individui che esaudiscono desideri con un battito di mani o ricordi che sembrano confondersi irrimediabilmente coi sogni. Ma, al centro di questo mondo enigmatico e assurdo che è Blind Willow, Sleeping Woman, sembra esserci soprattutto un nucleo oscuro. La conseguenza di un trauma indicibile da affrontare in un percorso di elaborazione del lutto tanto privato quanto collettivo.

Tutto è connesso?

Non è un caso, del resto, che il disastro del terremoto e dello tsunami sia relegato a immagini di notiziari e a surreali profezie su un nuovo, tremendo cataclisma da scongiurare. Come se i protagonisti non avessero mezzi e modi per elaborare quella tragedia e usassero l’inconscio per affrontarla alla loro maniera. Le storie di Kyoko, Komura e Katagiri finiscono così con l’essere variazioni su uno stesso tema, rielaborazioni di un dramma collettivo che si riflette sul loro privato e che pare impossibile da guardare direttamente. Tre esistenze in qualche modo legate a un rimosso fatto della stessa sostanza delle loro paure e dei loro più inconfessabili desideri.

Blind Willow, Sleeping Woman si fa così un viaggio alla scoperta di sé nelle forme del sogno e dell’incubo. Un collage capace, nonostante l’eterogeneità delle storie portate sullo schermo, di farsi racconto unitario e coerente. Il miglior modo per rendere omaggio allo spirito dell’autore che l’ha ispirato pur mantenendo intatto il mistero alla base della sua scrittura.

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