Recensione di ‘Johnny & Me’, film in concorso al Future Film Festival
Un viaggio nel tempo attraverso il racconto dell'artista John Heartfield, artefice di opere satiriche negli anni Venti e Trenta. Un film che interroga lo spettatore sulla natura dell'arte, mediante la commistione di animazione e tecnica cinematografica.
Come recita un personaggio del film Johnny & Me : «Not every Pictures need to be a masterpiece / Non ogni immagine ha bisogno di essere un capolavoro.» La citazione del personaggio di John Heartfield è riassuntiva del film. Un’operazione artistica elegante di come se ne vedono poche al giorno d’oggi, in cui emerge una varietà di stili di animazione, di commistione tra fotografia cinematografica e animazione simil Chi ha incastrato Roger Rabbit. Eppure, la spinta visiva formale, rischia in alcuni punti, di sopprimere il semplice plot. Insomma, Johnny & Me indubbiamente finisce per ottenere un duplice giudizio. L’aspetto visivo e artistico è lì da vedere, non si discute.
Detto ciò, il film è in concorso al Future Film Festival dal 15 al 19 Novembre a Bologna e dal 24 al 26 Novembre a Modena. Il festival presenta una realtà immersiva, che combina cinema, arte e tecnologia fuori dalla classica sala cinematografica. Proprio come tale film, unisce perfettamente animazione e fotografia cinematografica, generando uno stupore visivo, genuino, nei confronti dello spettatore. La produzione è la Hangfarn & Ufern Mischief films, con l’aiuto di Rundfunk Berlin-Brandeburg SFR Schweizer Radio und Fernsehen. Il film è diretto dalla pluripremiata regista Katrin Rothe.
Trama di Johnny & Me
Una donna si reca a vedere la mostra di esposizioni artistiche di tale John Heartfield, un’artista satirico tedesco, in attività tra gli anni Venti e Trenta. Johnny & Meè un viaggio nel tempo alla scoperta della vita di questo artista. La graphic designer Stefanie è in crisi creativa. Gli incarichi pubblicitari sono fin troppo noiosi. Inoltre il capo non apprezza il suo lavoro. Durante una fatidica ed importante visita al museo, ella viene magicamente attratta dalle opere satiriche di costui. Negli anni, egli è stato capace di fare la differenza, in particolare, contro ideologie politiche avverse e battagliere. Di lì a poco finisce in uno studio e. con carta e forbici, ricrea fedelmente le fattezze di Heartfield, in un’icona di cartonato che prende vita.
Animazione costante
Sin dalle prime immagini dei primi due minuti di film, con lo scorrere impellente di quadri grotteschi con alcune tinte ironiche e sovversive, lo spettatore è catapultato in una dimensione audiovisiva originale, ambiziosa ed affascinante. La realtà visiva del fotomontaggio diviene espediente fondamentale nel film, riflettendo sia la narrazione che la messa in scena. Dal momento che John Heartfield era uno degli inventori di tale tecnica, Katrin Rothe decide di impiegare la tecnica del fotomontaggio nei flashback, nei racconti di John Heartfield. Elencare le tecniche adottate in questo paragrafo, non corrisponde, neanche lontanamente, alla bellezza percepita nell’accogliere tali immagini su schermo. Si passa infatti abilmente, da sequenze in tecnica stop motion, con icone bidimensionali, alle classiche marionette a delle sovrimpressioni di didascalie cartacee. Altri dettagli peculiari sono le capigliature di alcuni personaggi, apparentemente, di carta strappata di giornale, come nel caso della comrade Jeffel. L’arte che viene piegata e da cui nasce, a sua volta, un ulteriore strumento artistico. Il cinema offre uno sguardo verso il fotomontaggio, verso la satira. Johnny & Me si conferma un esercizio di stile abbinato ad un tributo rispettoso al cospetto di John Heartfield.
Tra satira, political art e folk art
Sfondi di caccia al comunismo, reichstag in fiamme sullo sfondo, contropropaganda, sovversione di idee, lotta al fascismo e al comunismo… questo è il lavoro di John Heartfield durante la sua carriera, mostrato nei 100 minuti di Johnny & Me.
Un punto a favore del film, è l’elemento “scenografico”, ovverosia, lo sfondo cui le icone sono sovrapposte. Alcuni esempi sono le pagine del giornale Berliner Illustrierte, oppure dei pezzi di cartonato disegnato o ritagliato. Ancora un altro esempio, sono le fotografie autentiche e di repertorio o delle insegne di piazze e vie realmente esistenti come il Reichstag o Thalmann-Platz.
In conclusione, la varietà artistica è disarmante, persino nei piccoli dettagli, negli sfondi, scelti in maniera certosina e perfettamente integrati nell’inquadratura. Per di più, il lavoro sulla fotografia del film, riesce a risaltare la nitidezza nei dettagli delle icone, talvolta in primissimo piano, specialmente nel caso di John Heartfield. Nello sfondo reale invece, per definire le scene più comunemente con fotografia cinematografica, appaiono opere di John Heartfield come War and corpses o The last hope of the rich.
Tale tecnica visiva adottata da Katrin Rothe, permette al pubblico di conoscere il modus operandi di questo artista. Emerge la tematica delle conseguenze della satira, ai danni di chi la realizza. Le inimicizie politiche conosciute da Heartfield nel corso degli anni sono molteplici. Spesso la misura per tenere a bada questo autore, era metterlo a tacere.
La forma sopprime il contenuto narrativo?
Ebbene Johnny & Me si distingue innanzitutto per il fervore artistico e l’ambizione visiva messa in scena. Il plot è lineare, prevede il racconto di John Heartfield a Stefanie . Il viaggio nel tempo riguarda i retroscena legati alla realizzazione di alcune opere e gli accadimenti più importanti che hanno riguardato Heartfield in vita. Ad alimentare genuini tratti di creatività e di elegante manierismo tecnico, emerge un tratto sonoro pregevole. Il comparto sonoro, prevede infatti, alcune tracce portanti, condite sapientemente da alcuni colpi, ticchettii e molto altro che elevano il tutto. Nello specifico emergono dei colpi assestati di fisarmonica. Alcuni fugaci tocchi di chitarra. Altre volte interviene sapientemente l’oboe con accenni delicati. Tuttavia il focus del film, è l’aspetto visivo. L’arma vincente risiede nell’animazione. L’alternanza del montaggio tra, scene animate e le scene in fotografia puramente cinematografica, in cui Stefanie e John dialogano tra loro, detta un ritmo non frenetico bensì statico (a tratti ridondante) così come la regia. L’accezione di tale giudizio non è negativa, bensì tiepida al cospetto di un’opera audiovisiva sufficiente.
In fin dei conti l’animazione adottata nel corso del film, riflette coerentemente le opere dell’artista. Raccontare i flashback allo stesso modo narrativamente, ma variando sull’aspetto visivo con esseri umani, non sarebbe stata la stessa cosa. Per cui bisogna dare merito al lavoro meticoloso svolto per il film.
Un tributo di 100 minuti che si interrompe con un taglio netto, in senso letterale e in senso figurato, ad un’ora e quaranta di film, con l’inizio dei titoli di coda e un invito a riflettere per lo spettatore. Un film riflessivo sull’arte come arma. Con il ricevimento di ordine patriottico con merito, sia Stefanie che il pubblico comprendono appieno la natura provocatoria delle opere di John Heartfield. Il dissenso che genera antipatia da parte dei potenti nei confronti di questo artista, che nel fare ciò che faceva, era felice e realizzato.
In senso metaforico, le forbici passano a Stefanie, che deve chiedersi cosa vuole oggi dal suo lavoro. Pertanto il film da riflessione sull’arte, diviene riflessione sulla natura lavorativa di tali persone, che in ambito mediatico scuotono il malcontento altrui, ma nel farlo, devono esserne consapevoli e trovare la spinta necessaria, anche se il proprio lavoro nell’immediato non farà la differenza.
'Johnny & Me'
Anno: 2023
Durata: 100 minuti
Genere: Storico
Nazionalita: Germania
Regia: Katrin Rothe
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