‘Ho vinto io’: una storia di bullismo mai sentita prima

Ho vinto io, cortometraggio di Filippo Ardenti, è in concorso al RIFF, Rome Independent Film Festival.
Il corto, nella sezione National Short Competition del festival, è prodotto da Keep Digging Production e distribuito da Premiere Film.

Ho vinto io : la trama

Il protagonista di Ho vinto io è Tobia, un ragazzo che vive a Venezia negli anni ’90.
Sin da bambino, timido e distratto, combatte con la paura di non essere abbastanza.
Abbastanza giusto e abbastanza adatto. Alle aspettative e alle idee altrui. Ad un mondo dove a vincere è chi più veloce corre e chi più forte picchia. E a perdere, inevitabilmente, è l’innocenza, soffocata a terra da calci e pugni.
Tobia, fragile e insicuro, viene preso di mira da tre giovani che non perdono occasione per rincorrerlo e colpirlo.
E lui, immobile e bloccato dai colpi, spera che le cose cambino. Che la ragazza che le piace finalmente lo noti. Che i genitori, sordi e indifferenti, lo ascoltino. E che si trovi un modo, concreto, semplice e non astratto, per spazzare via tutto l’odio. Un modo che in Ho vinto io, come nella vita vera, forse, esiste, proprio in quello che dell’odio è il contrario.

Una storia di paura, ma anche di rivincita

Ho vinto io di Filippo Ardenti è una storia di insicurezze e paure.
La paura, come dice il protagonista del corto, è oscura di natura. Si trascina dietro, sottopelle, pesante, tra lo stomaco e la gola, la vergogna. Che in ciò che siamo ci sia qualcosa di inesatto, di distorto, così come ci convince chi violentemente o silenziosamente ci circonda.
Ma Ho Vinto io è anche il racconto di un amore, di una presa di coscienza e di una rivincita, come chiarifica il titolo.
Tobia, arginato nella sua bolla di timidezza, trova il coraggio di dichiararsi alla ragazza che gli piace, dopo aver aspettato per un anno, a fianco a lei, un autobus che non doveva nemmeno prendere.
Riesce a crearsi un proprio spazio nell’angolo dell’edicola del paese dove lavora, leggendo copie del Times e fumando sigarette, come i ribelli dei film che piacciono tanto alle ragazze.
Incontra Carolina, che per un attimo sembra colorare la sua vita e dargli la sensazione di riuscire a godersi serenamente le piccole cose.
E infine, alzatosi da terra, arriva alla consapevolezza che la propria felicità non deve e non può basarsi su ciò che pensano gli altri. Una massa di stupidi che praticano l’odio e la violenza per divertimento.
E contro cui Tobia, facendo di quella fragilità, delicatezza e innocenza di cui tanto lo facevano vergognare una ricchezza e una qualità, riesce finalmente a vincere.

‘Ho vinto io’, cortometraggio di Filippo Ardenti, è in concorso al Rome Independent Film Festival nella sezione National Short Competition

Ironia amara

Ho vinto io di Filippo Ardenti porta alla luce il problema del bullismo, della violenza e dell’indifferenza e sordità rispetto ad essa.
Dove l’omologazione e l’accondiscendenza sembrano l’unico modo di sopravvivenza, l’unicità e la semplicità dell’essere sé stessi è invece spesso la via per la felicità.
Filippo Ardenti con la storia di Tobia cerca di affrontare questo tema delicato anche con tocchi di amara ironia e con uno sguardo estetico delicato e ben preciso. Ma che, nel complesso, lascia una sensazione di qualcosa di inconcluso, di non pienamente riuscito. E che, purtroppo, non riesce a vincere del tutto.