Giò condivide casa con il fratello Francesco e nutre due grandi passioni: i documentari che trattano le farfalle e i supereroi.
Da quando il suo caro amico Marco ha inventato delle tabelle colorate per organizzare al meglio il suo programma giornaliero, la vita di Giò è diventata più pacifica. Giò è un giovane designer che vive con il disturbo dello spettro autistico. Per lui non c’è nulla di più prezioso di Francesco e della loro routine quotidiana. Ma quando viene rivelato che il fratello ha solo pochi mesi di vita rimanenti, Giò si trova nella situazione di dover ridefinire la struttura del suo mondo.
Super Giò introduce la drammaturgia in modo assolutamente non pesante, ma, anzi, in maniera eccessivamente ottimista e spensierata.
Il regista probabilmente voleva farci vivere secondo il punto di vista del protagonista Giò. In quello di un ragazzo con la sindrome dello spettro autistico che, purtroppo, dovrà combattere con la perdita del fratello, a causa del cancro.
La colonna sonora del film è interessante e dà l’opportunità di vedere il film completamente attraverso gli occhi del ragazzo che interpreta Giò, ovvero Alessandro Faccenda.
La messa in scena di tutto il corto si collega pienamente a sfumature favolistiche, che in alcuni casi però potrebbero rischiare di rendere l’intera opera stucchevole. Nonostante si intravedano i suoi valori dietro l’intero progetto, legati soprattutto all’importanza dell’inclusività.