‘ Per Elisa – Il caso Claps ‘ una congiura che dura da trent’anni

È disponibile su RAIPlay Per Elisa – Il caso Claps, miniserie composta da 6 episodi, basata sul libro Blood on the altar, scritto da Tobias Jones. La serie, che ricostruisce la scomparsa di Elisa Claps, è diretta da Marco Pontecorvo e interpretata da Gianmarco Saurino, Anna Ferruzzo, Ludovica Ciaschetti e Francesco Acquaroli. È una produzione Fastfilm e Cosmopolitan Pictures, in collaborazione con RAI Fiction.

Una ricostruzione fedele di una congiura del silenzio.

Per Elisa – Il caso Claps è una serie realizzata per il grande pubblico che ritrova una vicenda ben nota, ma che pone ancora troppi interrogativi.

La trama di Per Elisa – Il caso Claps

Elisa è una ragazza di 16 anni che vive a Potenza. Una domenica di fine estate del 1993, esce di casa per recarsi, insieme ad un’amica, nella Chiesa della Santissima Trinità e non farà mai più ritorno a casa. Per anni nessuno avrà più notizie di lei, fino al 2010, quando nel sottotetto della Santissima Trinità vengono ritrovati i suoi resti.

Trent’anni dalla scomparsa di Elisa

“Perché tutti contro la Chiesa? Ci sono responsabilità anche di atri”.

È questo un breve stralcio dell’intervista rilasciata al Corriere della Sera da parte di Salvatore Ligorio, attuale Arcivescovo di Potenza, che torna sulla triste vicenda vissuta dalla famiglia Claps.

Sono passati esattamente trent’anni dalla scomparsa di Elisa e nonostante sia stato individuato il responsabile della sua morte, restano ancora da chiarire molti aspetti cruciali dell’intera vicenda.

In questi anni, la Chiesa è stata tirata in ballo in diverse occasioni e alcuni esponenti della Curia potentina sono stati indicati come i maggiori responsabili del ritardo per le ricerche di Elisa. Ma ha ragione l’arcivescovo Ligorio nel dire che ci sono altri responsabili e la serie Per Elisa rappresenta un generoso tentativo di individuare questi responsabili.

Una vicenda drammatica

Marco Pontecorvo (Pa-ra-da), come regista e Terry Cafolla, Valerio D’Annunzio e Andrea Valagussa, come sceneggiatori, realizzano una serie mainstream, senza rinunciare a una buona dose di autorialità.

Innanzitutto, il regista e gli sceneggiatori superano con facilità il più grande degli ostacoli che si incontra quando si prova a rappresentare sul piccolo schermo un fatto di cronaca risalente a qualche anno fa. Sono tanti i trent’anni che ci separano dalla tragica scomparsa di Elisa, ma non sono così tanti per creare quella giusta distanza che ci permette di riconoscere in un batter d’occhio l’epoca dei fatti.

Si tratta di un passato che continua a vivere nel presente e ricrearlo nella finzione diventa un’operazione davvero ardua. In Per Elisa, però, ciò si realizza con intelligenza. La cura dei dettagli è fondamentale e il particolare riesce fondersi con il quadro d’insieme e il gioco è fatto.

Per lo spettatore che inizia ad avere qualche capello bianco sarà un gioco da ragazzi riconoscere le note de Hanno ucciso l’uomo ragno, brano che segna i primi minuti di Per Elisa. Ai più giovani, invece, occorrerà un po’ più di tempo, ma potranno conoscere lo spirito di anni trascorsi, non così tanto lontani, però. Anni in cui internet e telefonini erano per pochi, si metteva il lucchetto al telefono di casa ed esistevano le cabine telefoniche. Sono questi i piccoli particolari che riescono a far rivivere gli anni Novanta, attraverso una vicenda drammatica.

Il cast di Per Elisa – Il caso Claps

Al centro di quest’ultima, c’è la famiglia Claps. Per Elisa, infatti non riesce solo a restituire lo spirito di un’epoca, ma anche lo spirito d’amore che lega la giovane sedicenne con la propria famiglia.

Una tipica famiglia italiana. Non sono certo benestanti, ma conducono una vita dignitosa. Sono felici e hanno dei sogni da realizzare. Come Gildo, ormai prossimo alla laurea in giurisprudenza che desidera diventare avvocato. Poi c’è Elisa pronta ormai a trasferirsi a Salerno per iniziare a studiare medicina. Purtroppo, tutti sappiamo che le cose sono andate diversamente.

La domenica del 12 settembre 1993 Elisa Claps entrò nella Chiesa della Santissima Trinità di Potenza, per incontrare Danilo Restivo e di lei si perse ogni traccia.

L’evento della scomparsa dà il via alla narrazione dei fatti e ci consente di apprezzare il talento di un grande cast. I protagonisti di Per Elisa sono personaggi vivi e reali. La loro interpretazione trascina lo spettatore e lo fa emozionare, gioire e soffrire. I fatti non vengono mai stravolti e la ricostruzione della vicenda risulta molto vigorosa.

Ludovica Ciachetti è Elisa Claps

Elisa è interpretata da Ludovica Ciaschetti, che riesce alla perfezione nel trasmettere le speranze, i sogni e la bontà della protagonista. La giovane interprete ha l’abilità di toccare le note giuste. Cattura l’affetto del pubblico e le bastano pochi minuti per farlo.

L’altro principale interprete è Gianmarco Saurino (I viaggiatori) che veste i panni di Gildo Claps, fratello di Elisa. È lui che diventa il megafono per l’intera famiglia Claps, denunciando in ogni modo e in ogni luogo gli errori degli inquirenti che in maniera più o meno velata provano a proteggere il maggior sospettato, Danilo Restivo.

L’intera seria Per Elisa contrappone all’amore, al calore e all’affetto della famiglia Claps l’altro punto di vista. Si tratta della famiglia Restivo, dove è cresciuto il carnefice, il mostro, il ragazzo goffo che va in giro per la città con un paio di forbici per tagliare ciocche di capelli a malcapitate ragazze, come Elisa.

I Restivo sono all’opposto dei Claps. Vivono per tutelare a tutti i costi la propria apparente integrità morale e difendono la presunta innocenza di Danilo.

L’essere padre in Per Elisa

Il potere dei Restivo è talmente forte che riescono a influenzare polizia, magistratura e chiesa. Il fulcro di questo potere è sicuramente rappresentato da Maurizio Restivo, padre di Danilo. Il pater familias vecchio stampo è interpretato da un magnifico Francesco Acquaroli (Tre piani), che incarna un personaggio estremamente realistico e ambivalente. L’interprete sottolinea la malignità con la quale agisce il Restivo, ma allo stesso tempo riesce a trasmettere una specie di protezione affettiva nei confronti del figlio Danilo, seppure questa poi sembra essere sostituita solo dalla volontà di conservare il proprio potere.

In Per Elisa, poi, c’è l’altro padre, Antonio Claps, interpretato da Vincenzo Ferrara (Mare fuori). È probabilmente lui il personaggio più complesso dell’intera serie. Vincenzo Ferrara riesce a rappresentare le sofferenze di un vero padre, il quale si sente in colpa per non essere riuscito a difendere la sua bambina che stava per diventare una donna.

Un ottimo esempio di servizio pubblico

Gli episodi di Per Elisa si estendono su un arco temporale molto ampio e raccontano in maniera dettagliata una vicenda umana complessa. Un tipico esempio di malagiustizia italiana, in cui una famiglia perbene ha pagato un prezzo altissimo.

“La legge è una parola che non ha significato. La giustizia non è uguale per tutti, chi ha i soldi vincerà sempre”.

Per Elisa è una serie realizzata con un linguaggio semplice, adatto per ogni tipo di pubblico. Gli autori distribuiscono in maniera efficace i punti salienti di una storia che coinvolge ognuno di noi. Una serie drammatica, che offre vari punti di vista, capace di trasmettere anche le fragilità del mostro, quando lo segue nella sua nuova vita londinese.

La serie diretta da Marco Potecorvo è un ottimo esempio di servizio pubblico offerto dalla RAI, che in questo caso si fa alfiere di testimonianza in ricordo di una vittima di un intero sistema di corruzione.

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