Il documentario The Dreamers: Afghan Women’s Resistance, diretto dal documentarista Alessandro Galassi, è tra le proiezioni speciali del MedFilm Festival 2023. Si tratta di un progetto realizzato con Avvenire e con l’intervento di NOVE Caring Humans.
Di cosa parla The Dreamers: Afghan Women’s Resistance
The Dreamers: Afghan Women’s Resistance, in prima assoluta al MedFilm Festival, porta sullo schermo il grande sogno delle giovani afghane che, sfidando il divieto d’istruzione per le donne imposto dai talebani e rischiando la propria vita, frequentano scuole clandestine. In questi centri di apprendimento emerge il coraggio, la passione, la determinazione delle studentesse e delle insegnanti che non rinunciano alla formazione, al futuro, alla speranza.
Nonostante le immense difficoltà e la mancanza totale di libertà, queste donne hanno voglia di sorridere, cantare, ballare. In altre parole, vogliono vivere. Vogliono dar voce alle proprie emozioni. E non importa se camminano per ore pur di arrivare al centro, perché sanno di trovare, tra i banchi di quella scuola segreta, un luogo sicuro. Un luogo dove esprimersi ed essere viste, riconosciute, ascoltate.
Le donne afghane di The Dreamers: Afghan Women’s Resistance non vogliono rinunciare alle loro ambizioni e ai loro desideri. Coltivano nell’anima la speranza di un cambiamento possibile, di un desiderio che diventa realtà. Il sogno non è fantasticheria, ma pratica di tutti i giorni. Il sogno è tenacia, resistenza, collettività. Nella speranza di non venire dimenticate, anche da noi occidentali.
Campagna ‘Avvenire per le donne afghane’

Una sequenza del docufilm “The dreamers: afghan women’s resistence” realizzato da Allessandro Galassi per Avvenire – Alessandro Galassi
I centri di apprendimento che vediamo nel documentario danno un’istruzione gratuita grazie ad un associazione creata nel 2019 da un operatore umanitario e da otto giovani. Si tratta di luoghi di apprendimento, sparsi in una decina di distretti tra i più remoti del Paese, che trovano sostegno nelle comunità locali e nel consiglio degli anziani, autorità tradizionale rispettata da tutti, inclusi gli studenti coranici. Capofila del progetto, la struttura situata a tre ore d’auto da Kabul, sostenuta dai lettori con la campagna “Avvenire per le donne afghane” attraverso Caritas italiana.
Antonella Mariani, capo-redattrice di Avvenire, discute del documentario sulla situazione delle donne afghane:
‘L’anno scorso le donne afghane sono uscite dal mirino di qualsiasi organo d’informazione. Queste donne sono chiuse nelle loro case, nelle loro prigioni di stoffa. Per questo abbiamo pensato che dovevamo dare attenzione a loro. […] Abbiamo intervistato le rifugiate in Italia, le donne esuli all’estero, oppure donne che stanno ancora resistendo in Afghanistan mettendo a rischio la loro vita. Voi sapete che in Afghanistan dal 15 agosto del 2021 è stato un crescendo di divieti per le donne. Il più brutto, il più odioso, il più terribile è stato quello di chiudere le scuole per le bambine e per le adolescenti. L’ultimo divieto è stato quello di chiudere i centri estetici. Le donne sono uscite dal lavoro al 90 per cento. Quindi una situazione di povertà e di esclusione allucinante’.
Emerge chiaramente l’urgenza di The Dreamers: Afghan Women’s Resistance. La necessità di mostrare la condizione delle donne afghane e le realtà di resistenza che lottano (senza armi) nel paese. Nelle scuole clandestine s’intrecciano, si alimentano e si rafforzano reciprocamente i sogni di oltre novecento studentesse che imparano gratuitamente inglese, informatica, matematica e scienze. Nel documentario, i volti delle ragazze s’intravedono appena per questioni di sicurezza. Più che altro vediamo le loro mani, sentiamo le loro voci, e questo basta a farci emozionare e a farci riflettere. Anzi, proprio quest’assenza di volti, si carica di presenza e di significato. Mancano gli occhi, le espressioni, ma non la forza delle loro parole.
The Dreamers: Afghan Women’s Resistance permette alle donne afghane di esistere, di essere viste, e di non essere dimenticate.