Alzi la mano chi non si è mai commosso di fronte alle immagini di un tenero animaletto in pericolo. Protagonista di Tear Off, cortometraggio in concorso nella sezione VedoAnimato del Linea d’Ombra Festival 2023 e presentato al Piccolo Teatro Porta Catena di Salerno, non è un dolce micio o un fedele cagnone, ma un’ape. L’opera, pur nella sua brevità di 5 minuti e 48 totali, chiama in causa un sentimento di empatia e partecipazione emotiva nello spettatore.
La raffinata animazione in 3D di Tear Off al servizio di uno stile documentaristico
Servendosi di una raffinata animazione in 3D, i registi francesi Clément del Negro, Charlotte Fargier, Nalini Bhasin, Matthias Bourgeuil, Héloïse Neveu, Mikko Petremand e Camille Souchard, ci accolgono in uno dei luoghi più affascinanti presenti in natura. L’alveare, luogo inaccessibile e misterioso. È una piccola società in scala, apoteosi dell’organizzazione sistemica e metodica del lavoro. Ogni ape operaia assolve un ruolo ben preciso, con l’unica finalità di assicurare il benessere e la produttività dell’intera comunità.
Quando un minaccioso e mostruoso calabrone si insidia all’interno della struttura, la piccola ape protagonista di Tear Off lo affronta istintivamente, pur nell’indifferenza generale delle migliaia di sorelle con cui divide la sofisticata colonia. Quello che potrebbe apparire come un gesto di eroico coraggio non possiede niente di straordinario. Laddove vigono le più basilari logiche di sopravvivenza, lo scontro impari tra un batuffolo di pelo colorato e un demone nero e malvagio è la norma.
Con grande maestria tecnica, l’ensemble di registi conferisce al racconto un afflato documentaristico. Descrive con perizia la cruda lotta per la vita, culminante con la puntura inferta al nemico. La vittoriosa ape, ormai prossima alla morte, giace a terra, forse in attesa di essere soccorsa. Una sua simile sopraggiunge, la raccoglie dolcemente e infine la butta via, uccidendola definitivamente.
Un finale sconvolgente nella sua crudezza, specie agli occhi di un pubblico abituato ad umanizzare il mondo animale, a cui attribuisce sentimenti ed emozioni che nulla hanno a che fare con la ferocia e con l’opportunismo da cui è in realtà dominato. Colpa delle favole di La Fontaine? Dei film della Disney? Dei Reels su cani, gatti e creature varie che guardiamo compulsivamente su Instagram e Tiktok? Difficile a dirsi. Come è altrettanto difficile stabilire se questa riflessione rientrasse negli intenti degli autori di Tear Off.
Una riflessione sul concetto di compassione
Un’opera del genere, così essenziale e ben congegnata dal punto di vista tecnico ed estetico, ci induce quasi automaticamente ad interrogarci sul concetto di compassione. Del Negro & Company imbastiscono un racconto freddo e distaccato, che pure nasconde in sé il potere di veicolare quel sentimento di immedesimazione così profondamente radicato in noi. Peccato, però, che la natura sia crudele, dominata dall’auto-conservazione e da leggi impietose che nulla hanno a che vedere con i buoni sentimenti. Colui che si sacrifica per la collettività merita di essere spazzato via senza troppe cerimonie, peso ormai morto in un universo spietato eppure così razionalmente organizzato. Anziché incaponirci sulle ciniche regole da cui è governato il mondo animale, faremmo meglio a considerarlo per quello che è. Così alieno a raziocinio e magnanimità per come li intendiamo noi. E dovremmo soffermarci invece sull’inclinazione tutta umana ad applicare “la logica dell’alveare” al nostro, di mondo.
La tendenza ad emarginare il più debole, a ricacciarlo dalla società con spietata violenza ed implacabile indifferenza, ci appartiene più di quanto crediamo. Tear Off sembra ricordarcelo, andando a stuzzicare una parte di noi, cupa e oscura. E che troppe volte rifiutiamo con indignazione, così impegnati ad immaginarci buoni e integerrimi, mentre per l’ennesima volta ci emozioniamo di fronte all’immagine di un minuscolo esserino in difficoltà. Un mònito risuona nelle nostre orecchie, mentre assistiamo alla gelida rappresentazione del trionfo del forte sul più debole: non siamo api, ma esseri umani.
(Il Linea D’Ombra Festival, giunto alla sua XXVIII edizione, si svolge a Salerno dall’11 al 18 novembre, sotto la direzione di Peppe D’Antonio e Boris Sollazzo).
La locandina del Linea d’Ombra Festival