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‘Onimusha’, videogame diventa anime. Ne è valsa la pena?

A partire dal 2 novembre 2023 è possibile trovare su Netflix 'Onimusha', l'anime basato sul videogioco di Capcom per la console PlayStation

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Onimusha, distribuito da Netflix in collaborazione con Capcom, si distingue per il suo eccezionale cast, composto da figure di spicco nel panorama cinematografico giapponese. Shinya Sugai è il regista, Hideyuki Kurata l’autore della sceneggiatura, mentre la direzione artistica è affidata con maestria a Takashi Miike.

Su quest’ultimo, è importante un’ esplorazione delle sue opere che rivela una produzione altamente eclettica e controcorrente. In esse, violenza e passione si fondono in un tutt’uno, dimostrando un’eccellente padronanza di entrambi gli elementi. Alcuni esempi significativi includono: Crows Zero (2007), caratterizzato da personaggi che sfidano le convenzioni sociali, cercando di emergere attraverso l’uso della forza; Full Metal Yakuza (1997), che fonde un tratto distintivo della cultura giapponese, come la Yakuza, con la fantascienza; Visitor Q (2001), in cui viene messa in scena una famiglia che, da patriarcale, si rivela infine matriarcale; Audition (1999), dove una donna tortura vari uomini, svelando di essere una killer sadica.

Questa digressione spiega i buoni propositi di Onimusha, che riporta in streaming un videogioco di discreto successo incentrato sui samurai nell’epoca feudale giapponese. Un intrigante punto di partenza che avrebbe potuto dar vita a un prodotto capace di unire elementi folcloristici e fantasy. Personaggi unici avrebbero arricchito la storia, distinguendosi dalla consueta matrice culturale e rendendola unica e affascinante.

Un Leggendario Samurai e un Oscuro Potere

Onimusha ci catapulta nell’epica storia di Miyamoto Musashi, il leggendario samurai riconosciuto come il miglior spadaccino nella storia giapponese. Nel cuore del Periodo Edo, un’era di passaggio verso la pace, l’anziano Musashi parte in una missione segreta equipaggiato col potentissimo Guanto degli Oni. Questo strumento, ottenuto prima del suo grande viaggio, diventa vitale per affrontare i demoni Genma, guidati dal traditore Iemon, autore di una rivolta nel suo feudo.

In quest’ avventura, Musashi lotta non solo contro forze oscure esterne, ma anche contro gli Oni che risiedono dentro di lui, cercando di preservare la sua umanità. Un epico viaggio che intreccia il mito del samurai con il potere oscuro, trascinando il Giappone tradizionale in un complicato crocevia che interseca fantasy e trascendentale.

Scena tratta dall’anime Onimusha

Onimusha, tra Colori Pastello e Personaggi CGI

In Onimusha fin dai primi episodi emerge un’ambientazione suggestiva, immersa nella ruralità del periodo Edo. Boschi, foreste, corsi d’acqua, palazzi e templi sono rappresentati con un tratto pastello, una scelta semplice ma allo stesso tempo idilliaca. Questo conferisce al contesto una naturalezza accentuata dai colori tenui, sapientemente opacizzati dal tratto manuale, ma al contempo ben realizzati.

I personaggi, invece, sono resi in 3D mediante la tecnologia CGI, con il protagonista che riprende le fattezze di Toshirō Mifune, celebre attore giapponese noto per i suoi ruoli in opere come I Sette Samurai (1954), La Sfida del Samurai (1961) e Barbarossa (1965). La precisione nella creazione dei personaggi su uno sfondo così semplice è notevole, creando un effetto visivo che valorizza il disegno stesso.

Tuttavia, un punto debole emerge nell’espressività dei personaggi. In diverse occasioni, sembra di osservare bambole di ceramica che cercano di imitare le espressioni umane, non raggiungendo la magnifica espressività tipica di maestri dell’animazione come Eiichirō Oda (One Piece), Atsushi Ōkubo (Soul Eater) o Kōhei Horikoshi (My Hero Academia).

I costumi, rispecchiando la moda compresa tra il 1603 e il 1868, mancano di un tocco distintivo, fatta eccezione per alcuni personaggi principali che presentano segni caratteristici, ma poco impattanti. I movimenti e l’impostazione fisica sono ben adattati alle scene d’azione, anche se alcuni colpi e particolari non si discostano da altri prodotti già visti e più accuratamente strutturati. Tuttavia, gli scontri con la spada risultano piacevoli, con evoluzioni ben calibrate e un impatto scenico moderato ma efficace.

Miyamoto Musashi in Onimusha

Una trama fragile e lineare

Onimusha, sebbene originato da un videogioco, fattore spesso oggetto di critiche feroci da parte dei fan del gaming, per l’assenza di prodotti simili su Netflix, avrebbe potuto segnare una svolta nella categoria anime. La regia e la sceneggiatura arricchiscono la trama del videogioco, riportando i protagonisti dall’epoca Sengoku (ambientazione dei videogame) all’epoca Edo, iniziata con lo Shogunato di Tokugawa, periodo in cui il leggendario samurai Miyamoto Musashi è effettivamente vissuto.

Questo connubio tra finzione e realtà avrebbe dovuto conferire all’opera un forte spessore, con chiari richiami al passato accostati a scenari fantasiosi totalmente estranei al contesto storico. Tuttavia, Onimusha si rivela essere troppo fragile, lineare e a tratti sterile. I numerosi flashback, pur cercando di spiegare l’intera trama, risultano spesso confusi e poco dettagliati, offrendo informazioni su un racconto che sin dal primo episodio sembra essere la continuazione di una stagione precedente.

Le poche informazioni e gli scontri repentini rendono l’aspetto action fugace, ridotto all’osso, spesso carente di sfumature, deludendo le aspettative su possibili colpi di scena. Per quanto riguarda il plot, è interessante esaminare l’aspetto storiografico, ma purtroppo anche questo risulta carente di dettagli significativi. D’altra parte, il confronto tra bene e male, tra demoni e esseri sovrannaturali, non apporta nulla di innovativo, risultando piuttosto un’ennesima riproposizione priva di una degna e concreta evoluzione.

Onimusha, ne avevamo davvero bisogno?

Nell’universo degli anime, che si distingue per offrire realtà alternative, battaglie al limite dell’impossibile, e personaggi dalle infinite fisionomie, è essenziale un incipit tematico forte, capace di suscitare emozioni e di presentare peculiarità che conquistino il pubblico. Onimusha, tuttavia, sembra allontanarsi da queste aspettative, creando un prodotto che non riesce a coinvolgere nuovi appassionati nel genere e che, sebbene possa piacere ai veterani, non offre nulla di nuovo rispetto a lavori precedenti, meglio realizzati.

Il full action, una volta predominante, ha ceduto il passo a narrazioni che cercano uno spessore, una storia che, sebbene distante dalla realtà, ne offra un senso intrinseco. Onimusha sembra mancare questa opportunità, risultando un’opera che non riesce a soddisfare appieno le aspettative degli appassionati più esigenti. Al momento, si può affermare che non c’è alcun valore aggiunto, se non un ulteriore titolo alla propria collezione con la spunta sulla casella “visto”. Tuttavia, nonostante alcune voci suggerissero che si trattasse di una stagione autoconclusiva, il finale degli otto episodi suggerisce la possibilità di un continuum. Pertanto, le fondamenta sono comunque solide per proporre una narrativa più completa, dettagliata e meno approssimativa.

Onimusha – Trailer

Auditions (2001) è disponibile su YouTube

Crows Zero (2007) è disponibile su Prime Video

Titoli Netflix Novembre 2023 qui

Onimusha

  • Anno: 2023
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: animazione, avventura, azione
  • Nazionalita: Giappone
  • Regia: Shinya Sugai
  • Data di uscita: 02-November-2023

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