Anno: 2012
Distribuzione: Rai Trade
Durata: 105′
Genere: Drammatico
Nazionalità: Italia
Regia: Luigi Lo Cascio
Michele Grassadonia, siciliano, trasferitosi a Siena, da lui considerata la città ideale (da cui il titolo omonimo), è un architetto, nonché ecologista radicale affetto da molteplici ossessioni come quella di credere di poter vivere senza usare corrente elettrica, facendosi la barba con un rasoio elettrico alimentato da una bicicletta-generatore, lavandosi con acqua piovana e perseguitando chiunque non rispetti le regole per una vita a impatto zero. Quello che non gli manca è sicuramente la perseveranza. È un uomo integro e coerente, nonostante le sue manie. Una sera, mentre guida una macchina elettrica per andare a prendere una sua collega di lavoro, nota un sacco nel bordo della strada e ritiene opportuno andarlo a ritirare, pensando sia spazzatura; questa scelta, però, mossa dalla curiosità e dalla sua mania ecologista, lo condurrà immotivatamente al centro di uno strano caso giudiziario.
Luigi Lo Cascio, anche interprete principale, presenta La città ideale alla 69° Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, sua opera prima e anche unica opera italiana della sezione della Settimana della critica di quest’anno, e lo fa con un film pretenzioso e accurato, che rispecchia la sua personalità.
Caratterizzato da una narrazione interessante, sviluppata coerentemente lungo il corso del film, La città ideale dà ampio spazio a temi importanti e fondamentali per la sensibilizzazione del nostro pianeta. L’elemento fondamentale e più riuscito è rappresentato dalla caratterizzazione dei personaggi, in primis di Michele, ma anche della madre tradizionalista siciliana (Aida Burruano) e dall’avvocato palermitano, (Luigi Maria Burruano) perfetto esempio di un uomo che conosce il sistema del nostro Paese e sa raggirarlo ricercando la vittoria, ad ogni costo. Michele invece è un “diverso”, rispecchia quella piccola parte della popolazione che non va in cerca della vittoria, ma della verità, e proprio per questo risulta schiacciato dal peso della potenza del sistema societario italiano e, più in generale, di quello globale.
In definitiva, La città ideale è un’opera prima di tutto rispetto, con indubbiamente i suoi difetti, generati probabilmente dalla poca dimestichezza dell’attore, per la prima volta nel ruolo del regista, ma che nel complesso convince e supera la prova generale.
Valentina Calabrese