Una carrellata di molteplici voci del panorama cinematografico italiano e internazionale accompagna questo bellissimo viaggio: Anna Foglietta, Giacomo Gianniotti, Silvia D’Amico, Damiano Michieletto, Massimiliano Caiazzo, Claudio Amendola, Stefania Sandrelli, Alessandro Piavani, Luca Marinelli, Paolo Genovese, Lorenzo Richelmy e Francesco Scianna. Il poster del documentario è realizzato dall’artista Druid.
La sinossi de I 400 Giorni – Funamboli e maestri
Ventiquattro aspiranti attori. Un viaggio lungo dodici mesi che parte durante l’autunno e si conclude a Natale, diventando così un contenitore di esperienze personali che diventano mappa universale per l’attore emergente e il suo lavoro. I 400 Giorni – Funamboli e Maestri parte tutto da qui, e dal progetto DO Tour Casting, unico in Italia, che ha portato alla creazione di un vivaio di talenti emergenti under 30. Sul modello internazionale del talent scouting, Daniele Orazi, insieme al suo team, si è occupato della gestione e della crescita di giovani aspiranti attori, selezionati nel corso di molteplici tappe nei maggiori teatri in tutta Italia, al termine delle quali, le tracce su pellicola di questa esperienza sembrano prendere una voce propria.
Le parole di Daniele Orazi
Documentare la ricerca mi ha sempre affascinato. Studiare qualcosa di impalpabile e andare a cercarne le origini. Documentare il talento, esplorare cosa sia e come nasca, se è innato o se invece va costruito.
«Può essere la caparbietà stessa un talento? Fare il lavoro dell’agente permette di essere in contatto con una varietà umana incredibile. Negli anni ci si conosce sempre più a fondo, come un familiare, si condivide la vita e questo comporta il vedere giovani uomini e donne crescere, diventare genitori ed evolversi come esseri umani, ma anche come artisti; e tu sei li, commosso, ad ammirarli accompagnandoli nel loro viaggio. L’artista, a mio avviso, è giusto che rimanga giovane, anche se non posso non constatare come questa ricerca durata 400 giorni abbia radicalmente e fisicamente cambiato i ragazzi che abbiamo seguito, e di conseguenza anche me».
Queste le parole di Daniele Orazi.