Presentato nella seconda serata della 10° edizione dell’Italian Film Festival Berlin in presenza dello stesso regista Paolo Pisanu, Tutti i cani muoiono soli è stato accolto con grande apprezzamento dal numeroso pubblico in sala che, a fine proiezione, si e intrattenuto in una coinvolgente conversazione con l’autore.
Scritto dallo stesso Pisanu insieme a Gianni Tetti, Tutti i cani muoiono soli è stato prodotto da Ang Film in collaborazione con Rai Cinema ed è distribuito da Fandango.
Tra gli interpreti Orlando Angius, Francesca Cavazzuti, Alessandro Gazale e Andrea Carboni
Tutti i cani muoiono soli, il trailer
Tutti in cani muoiono soli, la storia
Rudi è un maturo e solitario criminale che si guadagna da vivere taglieggiando i commercianti della sua zona. Rivede, dopo tanto tempo, la figlia Susanna che, dopo la morte della madre e a causa di una grave malattia degenerativa che l’ha colpita, non ha più nessuno che possa occuparsi di lei. Nonostante dubbi, resistenze e la quasi totale mancanza di un senso di responsabilità verso la figlia, Rudi di fatto la prende con sé e, tra un affare sporco e l’altro, inizia a occuparsi del disperato futuro di Susanna.
Il silenzio che ci unisce
Ci sono alcuni film per i quali la vendita dei popcorn in sala dovrebbe essere vietata. Film che andrebbero visti e ascoltati nel rispetto di un religioso silenzio. Specialmente quelli dove è il silenzio a prevalere sui dialoghi. Deve pensarla così anche il regista Paolo Pisanu che, nel presentare al pubblico il suo Tutti i cani muoiono soli , che “si fonda su non detti e sottintesi”, consiglia di seguirlo nel massimo silenzio.
Ad essere rarefatte in questo film non sono solo le parole, ma anche i rapporti umani nel loro complesso. A cominciare da quello che Paolo Pisanu mette sotto la lente d’ingrandimento della sua indagine: il rapporto padre-figlia.
Questa relazione è talmente rarefatta e indistinta che lo stesso grado di parentela tra i due non risulta chiaro fin quasi alla fine del film, quando, finalmente, la parola “padre” viene pronunciata da una terza persona.
Il rapporto tra Rudi e sua figlia. Susanna è vissuto come un provvedimento necessario del destino che obbliga gli ultimi due membri di una ex famiglia, a doversi ricongiungere. E non è facile per nessuno dei due riallineare i parametri orbitali di un sistema esploso da tempo.
La ricaduta positiva di tale indesiderato cambiamento nella vita dei protagonisti sta, specialmente per. Rudi, nel recupero di valori che potrebbero rappresentare la salvezza rispetto al destino preconizzato dal titolo del film.
Ma, di fronte alla malattia, al lutto, alla perdita, all’ineluttabilità della fine, l’umanità di Tutti i cani muoiono soli rimane senza parole, attonita davanti al baratro. E, nel contesto degradato di un territorio in crisi cronica, non c’è speranza per gli ultimi di ritrovare sollievo e fiducia nel futuro in un rapporto filiale recuperato.
Rudi sogna spesso di volare. Ma quello che lui vede in sogno librarsi leggero nell’aria sotto un cielo stellato è in realtà un corpo in caduta libera.
Il regista Paolo Pisanu alla 10a edizione dell’Italian Film Festival Berlin
Rarefazione ~ Intensità
Tutti i cani muoiono soli è un dramma talmente intenso che, nonostante un finale formalmente aperto, non ha bisogno di mostrare l’epilogo tragico verso il quale si proietta la storia. L’ambientazione che. Pisanu sceglie è necessariamente una. Sardegna grigia, fredda e dura come l’acciaio, lontana dal luogo comune, dall’immaginario turistico e da qualsiasi edonismo.
Questa trasfigurazione non scalfisce tuttavia il carattere fiero dei personaggi, ancora capaci di reagire di fronte all’ingiustizia. Ed è di fronte a quella del sistema sociale prima e poi di fronte alla stessa ingiustizia del. Fato che Rudi cerca di ribellarsi, e in questo scatto inizia, senza completarsi del tutto, il suo arco di trasformazione. Da autoreferenziale criminale libero da legami recupera la dimensione di un protettivo pater familiae, orfano però di un ultimo gesto risolutivo.