Under the Silver Lake, neo-noir diretto da David Robert Mitchell e presentato in anteprima alla 71ª edizione del Festival di Cannes 2018, è ora disponibile sulla piattaforma Mubi.
Nel cast: Andrew Garfield, Jimmi Simpson, Summer Bishil, Riley Keough, Topher Grace.
Trama
Sam (Andrew Garfield), ragazzo nullafacente ed annoiato, vive a Los Angeles come un parassita: non ha un lavoro, un soldo e sta per essere sfrattato dal suo appartamento. Girovaga per le strade senza una meta, ciondola per l’appartamento e racconta bugie alla madre al telefono. Di tanto in tanto fa sesso distrattamente con un’aspirante attrice e dal balcone spia con un cannocchiale le sue vicine di casa, tra cui Sarah. Una bella ragazza dai capelli biondi, dolce e gentile che lo invita una sera a casa sua.
Con la promessa di rivedersi il giorno seguente i due si salutano dopo aver fumato insieme marijuana. Ma qualcosa d’inaspettato accade: la ragazza svanisce nel nulla. Sam, ossessionato dalla sua scomparsa, la cerca per tutta la città, scovando i segreti nascosti ‘Under the silver Lake‘. Un delirante neo-noir sulle torbide profondità dello scandalo e delle cospirazioni tra le colline di Hollywood.
Under the Silver Lake. Un neo-noir
Riley Keough e Andrew Garfield (Image: A24)
Troviamo in Under the Silver Lake molti elementi del neo-noir:
Il detective protagonista, trascurato, (in questo caso) maleodorante, più ‘loser’ che ‘winner’, che rimane invischiato in una serie di situazioni pericolose, trainato da una figura femminile ambigua, mosso non tanto da un desiderio di giustizia quanto da una morbosa curiosità.
La figura femminile che innesca l’intreccio narrativo, la celebre femme fatale, dark lady, ovvero Sarah. Donna misteriosa e seducente che conduce il protagonista in trappole mortali e in situazioni compromettenti.
Uno sguardo disincantato verso il vivere comune, un’atmosfera di pessimismo e mancanza di speranza che avvolge non solo l’antieroe Sam, ma anche molti abitanti di LA. Anime perse tra le fantasticherie di Hollywood, le cui storie s’intrecciano in una narrazione complessa e disorientante.
Da un punto di vista estetico, le caratteristiche del genere si esprimono attraverso le riprese in notturna, l’illuminazione a bassa intensità, il montaggio serrato e la profondità di campo. La camera si muove in modo autonomo, disancorata dai personaggi, provocando così un effetto distorto e allucinatorio.
Anche la musica partecipa a questo gioco manipolatorio, visivo e narrativo. Sottolinea il contrasto, l’assurdo, la tensione, oppure, entra in conflitto con ciò che vediamo, aumentando il senso di dissociazione proprio del film.
L’autore della colonna sonora, Richard Vreeland (noto come Disasterpeace) unisce celebri hit del passato a successi della musica contemporanea creando un paesaggio sonoro originale, che cita in modo sapiente il cinema del passato, in particolare quello hitchcockiano.
Gioco di citazioni
Under the Silver Lake è un’esplosione di citazioni cinematografiche che invadono la narrazione, la scenografia, e le passioni stesse del protagonista, amante dell’ horror, dei gialli e dei fumetti.
Uno spettatore attento può cogliere infatti i numerosi indizi cinefili disseminati per la casa di Sam. Il salotto è tappezzato da poster, tra cui primeggiano quelli dedicati ad Alfred Hitchcock. Non a caso, Sam osserva le sue vicine di casa attraverso un cannocchiale, richiamando inevitabilmente La Finestra sul cortile (1954), capolavoro del ‘maestro della suspense’.
Il poster attaccato al muro del film Wolfman di Joe Johnston è una sottilissima suggestione che il regista lancia allo spettatore. La trama di Wolfman, che parte proprio dalla scomparsa di un ragazzo in relazione ad uno spaventoso Lupo Mannaro, ha delle similitudine con la storia di Sam. Poi vi sono la scomparsa di Hanna e una serie di leggende che popolano l’area di Silver Lake, tra cui quella del Killer dei cani e del Bacio del Gufo, ovvero l’Uomo lupo.
L’estetica del film richiama inoltre lo stile visivo del regista David Lynch, nell’uso di carrelli vertiginosi e velocissimi, e nell’apparizione di oggetti, personaggi strambi, e portali misteriosi che permettono l’accesso a mondi sconosciuti e spaventosi. Mondi che si aprono e si chiudono senza spiegazioni.
D’altronde, da sempre Hollywood simboleggia il mondo dello spettacolo e del cinema. Luogo colmo di storie, sogni, illusioni e leggende che circolano tra attori, studios e produzioni cinematografiche sparpagliate tra le sue colline.
Crocevia tra pericolo e piacere: la città degli Angeli
Nel mondo strampalato di Sam, finzione e realtà si mescolano in una miscela ambigua e confusa. Perdiamo traccia della veridicità delle sue azioni, che forse non sono altro che il frutto della sua immaginazione, della sua mente ormai suggestionata dalla paura e dall’ossessione.
Sam è accecato, eccitato, allucinato dalle scoperte che fa e di cui non può fare a meno. La sua corsa alla verità è totalmente immotivata, mossa ‘solo’ dalla necessità di riempire il vuoto della sua vita, per tentare di rimanere a galla, in superficie. Una misera consolazione? Un premio forse?
Nulla è come sembra a Los Angeles. Dentro un mistero, ce n’è un altro. Dentro una montagna, una caverna. Sotto la strada, un tunnel. Dentro una canzone, un codice. Indizi sparpagliati di un ingranaggio complesso, impossibile da decifrare. Una serie infinita e contorta di messaggi subliminali celati tra i giornali, i cartoni, i film, le canzoni, le confezioni dei cereali, come rivela a Sam l’inquietante compositore di musica:
‘È la cultura pop, no? È usa e getta come i fazzoletti di carta. Non c è la ribellione, ci sono solo io che incasso un assegno. […] La tua arte, la tua scrittura, la tua cultura sono il guscio delle ambizioni di altri uomini, ambizioni che vanno oltre la tua comprensione’.
Stelle cadenti
Le speranze lasciano quindi posto alle illusioni; i sogni diventano incubi; le stelle nascenti sprofondano nel dimenticatoio. Un mondo dove i perdenti e i vincitori si mischiano, si pigliano, si ammogliano, in una confusione totale di idee, ideali, bugie ed illusioni.
I Roof-top parties, gli abiti chic, le performance artistiche, i cocktails colorati, i produttori che parlano di attori che parlano di sceneggiatori che parlano di compositori che parlano di spettatori. Un chiacchiericcio incessante a cui tutti vogliono partecipare. Eppure muto, sordo, vacuo.
Come uscirne? I personaggi di Under the Silver Lake cercano delle soluzioni, ognuno a modo proprio.