Dal 7 al 12 novembre a Roma è partita la 6° edizione del Balkan Film Festival. Hanno aperto la kermesse il kosovaro Fisnik Maxville, vincitore al Raindance Film Festival come miglior regista, e il macedone Milcho Manchevski regista di Kaimak, pellicola del 2022. Nel cast: Sara Klimoska, Kamka Tocinovski, Aleksander Mikic, Simone Spirovska, Ana Stojanovska, Filip Trajkovikj.
Una giovane coppia (Filip Trajkovikj e Kamka Tocinovski) vive a Skoype nel lusso. Il ricco del piano Attico sogna di essere padre ma la compagna , pur assecondandone il desiderio, persegue la carriera e non desidera affatto farsi limitare dalla maternità. Un altro matrimonio, ma ben più modesto ( Aleksander Mikic e Simona Spirovska) è in crisi: senza dirsi una parola l’un l’altro, i nuovi vicini convivono anche loro, senza ammetterlo, nella frustrazione. Provenienti da classi sociali diverse, le coppie difficilmente si incroceranno limitandosi ad urlarsi dalla finestra. Quello che hanno in comune è solo il fatto di essere entrambi nel mezzo di una crisi di mezza età.
Torna il Balkan Film Festival: il programma
Kaymak :Esplorazioni.
Il primo lungometraggio del regista macedone Milcho Manchevski , Before the Rain (1994) è un ritratto dei conflitti etnici vissuti in patria dal regista Il film venne premiato con il Leone d’Oro a Venezia e ottenne una nomination all’Oscar. Manchevski fu immediatamente additato come una promessa nell’ ambito del Cinema d’Autore.
Questo accadeva più di vent’anni fa e da allora il regista non è più riuscito a superare la sua prima opera dirigendo alcuni film che hanno ricevuto uscite limitate. Willow del 2019, ha vinto alcuni premi, ma non è riuscito a generare lo stesso entusiasmo.
Manchevski aveva dichiarato di voler creare un film che avesse leggerezza e sensualità insieme, ma il suo umorismo appare troppo pesante e la sua politica di genere abbastanza traballante ( anche se i personaggi femminili dominano la narrazione). Ci sono un po’ troppe avventure sessuali che danno al film una connotazione a tratti puramente volgare e priva del necessario fascino dell’erotismo .
Il film salta avanti e indietro tra i continui giochi e scambi tra coppie che raramente interagiscono in modo intrigante fra loro. Manchevski aveva già utilizzato il tema dei destini intrecciati di vari personaggi, ma solo come tramite per raccontare un argomento molto più importante e ostico qual’ quello dell’effetto delle guerre jugoslave sulla Macedonia (in Before the Rain).
Qui non riesce a produrre nessuna sensazione forte concentrandosi troppo sulla mera rappresentazione di rapporti a tre analizzati alla luce di un’isterica morbosità sessuale.
Lotta di classe mancata.
La lotta di classe amara che forse si voleva mostrare resta fumosa e senza mordente e, seppure il messaggio del film volesse ampliarsi al voler mostrare come i bisogni individuali vengano poi a sovrapporsi su quelli collettivi, tutto resta fissato a mo’ di caricatura. Visivamente ancorato a tecniche tipiche della filmografia del regista, colori forti, macchina da presa a mano, Kaymak , nonostante le forti scene intime e l’irriverente sceneggiatura, non sa mai davvero coinvolgere e rimane sulla soglia tra l’essere un potenziale intelligente dramma domestico e una fredda trasposizione senz’anima.
BALKAN FILM FESTIVAL 2023 – La via del cinema – Culture