Sibilla Barbieri, attrice, regista e produttrice, fondatrice insieme a Simona Barbieri della casa di produzione La Siliàn, si spegne all’età di 58 anni. La notizia arriva dall’associazione Luca Coscioni, per la quale l’artista era anche consigliera. La donna ha deciso di autosomministrarsi il farmaco per l’eutanasia in Svizzera, dopo il rifiuto categorico dell’ASL di Roma.
Il Diniego da Parte dell’ASL
Sibilla Barbieri ha fatto questa scelta dopo il diniego della sua ASL, che ha rifiutato l’accesso all’assistenza medica per la morte volontaria. Questo rifiuto è stato motivato dalla mancata soddisfazione dei quattro requisiti imposti dalla sentenza Cappato\Dj Fabo della Corte Costituzionale per l’accesso legale alla morte volontaria assistita.
La sentenza n. 242/19 stabilisce che l’assistenza alla morte volontaria può essere concessa solo se la persona è capace di autodeterminarsi, affetta da una patologia irreversibile che causa sofferenze fisiche o psicologiche insopportabili, e dipendente da trattamenti di sostegno vitale. La commissione medica ha giudicato che alla signora Barbieri mancasse il requisito della dipendenza da trattamenti di sostegno vitale.
Sibilla Barbieri, una Discriminazione Evidente
Sibilla Barbieri ha evidenziato la discriminazione tra i malati oncologici e coloro che si trovano in altre condizioni non terminali, sottolineandone l’ingiustizia. Nel suo ultimo video online prima del viaggio, ha dichiarato:
Questa è una discriminazione gravissima tra i malati oncologici e chi si trova anche in altre condizioni non terminali. Per questo ho deciso liberamente di ottenere aiuto andando in Svizzera perché possiedo i 10mila euro necessari e posso ancora andarci fisicamente. Ma tutte le altre persone condannate a morire da una malattia che non possono perché non hanno i mezzi, perché sono sole o non hanno le informazioni, come fanno? Questa è un’altra grave discriminazione a cui lo Stato deve porre rimedio.
Ultima apparizione di Sibilla Barbieri
Il Viaggio in Svizzera e le Autodenunce
In seguito al diniego della sua ASL, Sibilla Barbieri ha deciso di intraprendere il viaggio in Svizzera per ottenere l’aiuto necessario. È stata accompagnata da suo figlio e dall’ex senatore radicale Marco Perduca. Entrambi hanno annunciato che si autodenunceranno presso la stazione dei carabinieri Roma Vittorio Veneto, esponendosi al rischio di una pena fino a 12 anni di carcere. Marco Cappato, in qualità di legale rappresentante dell’Associazione Soccorso Civile che ha organizzato e sostenuto il viaggio di Sibilla Barbieri, ha dichiarato che si autodenuncerà anch’egli. A supporto di loro, c’era Filomena Gallo, legale difensore e segretario nazionale dell’associazione.
Comitato Etico e Commissione Aziendale sul caso di Sibilla Barbieri
Dopo la scomparsa di Sibilla Barbieri, l’avvocato Filomena Gallo ha reso pubblici i colloqui avuti sia con l’ASL Roma 1 che con il Comitato Etico. Da tali conversazioni non sembrano emergere relazioni mediche che giustifichino il rifiuto, motivato con l’affermazione che la paziente non era dipendente da trattamenti di sostegno vitale.
Di seguito le parole di Filomena Gallo:
Con il team legale che coordino abbiamo seguito Sibilla Barbieri sollecitando l’ASL Roma 1 a effettuare le verifiche sullo stato di salute della nostra assistita e a procedere come indicato dalla sentenza di incostituzionalità della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani.
I dirigenti dell’azienda sanitaria, hanno predisposto le verifiche e inviato un diniego di accesso all’aiuto alla morte volontaria perché, secondo una Commissione Aziendale istituita ad hoc, la persona malata non dipendeva da trattamenti di sostegno vitale.
Al diniego non era allegata la relazione medica e neppure il parere del Comitato etico competente, documenti che avevamo richiesto. Dopo avere verificato con il dottor Mario Riccio la documentazione medica che Sibilla Barbieri aveva prodotto, è emerso che invece Barbieri era sottoposta a plurime forme di sostegno vitale. Motivo per cui abbiamo presentato opposizione al diniego, informando i dirigenti dell’azienda sanitaria che la nostra assistita aveva intrapreso anche la procedura per andare in Svizzera, ma che avrebbe voluto concludere i suoi pochi giorni con i suoi cari in Italia. Non vi è stata nessuna risposta da parte dei dirigenti Asl.
Solo venerdì 3 novembre (quando Barbieri era già morta), abbiamo ricevuto il parere del Comitato Etico che conferma la sussistenza per Sibilla Barbieri dei requisiti indicati dalla Corte costituzionale mentre apprendiamo dal verbale della Commissione Aziendale che non possono aderire al parere positivo del Comitato Etico in quanto ritengono che non vi sia il trattamento di sostegno vitale e spiace e mortifica leggere perfino ‘che le condizioni attuali non sono coerenti con sofferenze fisiche intollerabili’. Sibilla Barbieri ha deciso di andare in Svizzera per porre fine alle sue sofferenze.
Fonti: Ansa.it e RaiNews.it