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Marina Cicogna: in memoria di una produttrice unica e visionaria

Produttrice coraggiosa e visionaria fu premiata con l'Oscar per 'Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto' di Elio Petri

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Marina Cicogna

Ho incontrato Marina Cicogna per anni all’Ischia Global Fest, kermesse organizzata da Pascal Vicedomini. Mai un capello fuori posto, sempre sorridente, elegantissima, e con il suo procedere leggero, come fosse una piuma. Le avevo proposto un volume intervista a lei dedicato. Era entusiasta, poi il Covid bloccò tutto e l’ipotesi sfumò.

Disponibile a raccontarsi, avevamo parlato spesso dei suoi inizi come fotografa, delle sue esperienze a New York e delle tante celebrità che aveva conosciuto nel corso della sua lunga e fantastica carriera di produttrice.

Di sangue blu, il nonno era quel Giuseppe Volpi, presidente della Biennale di Venezia e fondatore della Mostra d’Arte cinematografica nel 32. Da lui, infatti, prende nome la famosa Coppa che premia attori e attici a Venezia. Il padre, poi, non da meno, aveva prodotto Ladri di biciclette di De Sica. Una vita, quella di Marina Cicogna, da apolide. Ma legatissima a Venezia dove tornava per rispolverare i ricordi legati alla sua infanzia e dove frequentava il bel mondo.

Marina Cicogna diviene distributrice, quasi per caso, e attenta ai nuovi fermenti cinematografici assieme al fratello Bino, fonda la Euro International Film. Dotata di grande intuito, porta in Italia Helga, documentario di Eric Ender che, per la prima volta sul grande schermo, mostrava una donna che partoriva. Incassò in Italia un vagone di lire.

E successivamente Bella di giorno di Bunuel che vince il Leone d’oro a Venezia. Prima produttrice in Italia, raggiunge la notorietà con Metti una sera a cena del napoletano Giuseppe Patroni Griffi. Lei stessa, nel bellissimo documentario di Andrea Bettinetti Marina La vita e tutto il resto (2021) racconta i tempestosi rapporti con il regista che non era mai puntuale agli incontri con la produzione e mostrava degli atteggiamenti un po’ da prima donna.

Marina Cicogna e il suo rapporto tumultuoso con Giuseppe Patroni Griffi

Nel giorno previsto per la visione di una parte del girato, dopo averlo atteso invano, Marina dà ordine di iniziare la proiezione senza il regista. Patroni Griffi arriva dopo almeno mezz’ora e annuncia ai presenti che la proiezione deve essere ripresa dall’inizio. Marina racconta di aver preso il regista per il bavero della giacca e di averlo accompagnato, sotto lo sguardo sorpreso dei presenti, fino all’ascensore e di averlo scaraventato dentro. Da quel giorno, a suo dire, il regista tenne un atteggiamento impeccabile.

Marina Cicogna poi produce una serie di capolavori: C’era una volta il West di Leone, Teorema e Medea di Pasolini, Uomini contro di Rosi e il lacrimevole Anonimo veneziano di Enrico Maria Salerno.

L’Oscar con il film di Elio Petri

Ma il colpo grosso lo fa con Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, con il quale vince l’Oscar come miglior film straniero. Racconta:

“Alla cerimonia degli Oscar non ci andò nessuno, Petri era considerato un comunista, per non parlare di Gian Maria Volontè. Entrambi non avrebbero mai avuto il visto per gli USA. A ritirarlo fu Carole Andrè, che non c’entrava niente con il film, ma essendo un’attrice europea per quelli degli Oscar andava bene lo stesso.”

Dopo il suicidio del fratello, indebitato fino al collo e abbandonato dai ricchi familiari, e per una serie di altri eventi avversi, la Euro International va in crisi. Lei vorrebbe produrre Ultimo tango a Parigi di Bertolucci e Il portiere di notte di Liliana Cavani, ma gli altri soci si oppongono. Passa allora alla Paramount, ma non si sente a casa e di fatto, chiude la sua carriera di produttrice. E’ stata premiata con il David alla carriera nel corso della 68°edizione dei David di Donatello.

Nota ai rotocalchi di gossip per la sua love story con Florinda Bolkan, Marina Cicogna verrà ricordata come la più coraggiosa e visionaria produttrice del cinema italiano.

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