É il 1985, siamo negli Stati Uniti. Dal cielo piovono borsoni contenenti diversi chili di cocaina. Alcuni atterrano in un vialetto a Knoxville, in Tennessee. Poco distante, il corpo senza vita di Andrew Thornton. Il noto narcotrafficante si era liberato del carico mentre era in volo su un aereo, dal quale a sua volta si era buttato. Suo malgrado, il paracadute non si è aperto, ed è precipitato al suolo, perdendo la vita. La restante parte del carico di Thornton finisce nella foresta di Chattahoochee, in Georgia. Mesi dopo l’incidente, è ritrovato un cadavere di orso bruno morto di overdose a seguito delle notevoli quantità di cocaina ingerite.
La regista statunitense parte da un incipit sicuramente stimolante e particolare. Difatti, intorno al tragico incidente, decide di costruire una commedia che cerca di essere assurda e fuori dal comune. Risulta però l’ennesimo filmetto hollywoodiano che presto sarà dimenticato. Il film si riempie, infatti, di sottotrame banali e con conclusioni palpabili, di dialoghi e scene cliché che più che stupire o far ridere, spesso annoiano, nonostante la breve durata della pellicola.
Più che assurdo, il film è demenziale. Molti gli spunti per poter far nascere qualcosa di innovativo e interessante, spunti che però non sono mai sfruttati in pieno. Introdotto il tema degli orsi, si parla di territorialità e di abitudini, ma ciò non è mai approfondito veramente, nonostante il protagonista del film sia, appunto, un orso. Lo stesso vale per il tema della droga, anch’esso elemento principale del film, che rimane però fin troppo marginale. E ancora, temi importanti come il rapporto madre/figlia, la criminalità organizzata, la corruzione in polizia, che sono lasciati in sospeso, anticipati da semplici battute o azioni e mai realmente sviluppati. Elizabeth Banks sceglie di fermarsi in superficie, dando vita ad una commedia leggera, da poter guardare unicamente senza impegno.
Viene poi inserito l’elemento splatter. Ancora una volta, l’idea è interessante, ma è sviluppata in maniera fin troppo ordinaria e semplicistica, abbattendo tutti i potenziali creativi che l’elemento splatter avrebbe potuto conferire alla pellicola, soprattutto in un contesto come quello della storia di Cocainorso.
Anche dal punto di vista meramente tecnico, il film non si sporge mai fuori dal bordo: qualche caduta di tono lo avrebbe sicuramente reso più interessante. Da sottolineare invece la bravura del cast stellare: Keri Russell, Alden Ehrenreich, Margo Martindale, la nuovissima promessa O’Shea Jackson Jr, e rimarcabile l’ultima apparizione di Ray Liotta.
Se l’intento della regista era quello di dare vita ad un film inventivo, è questo sicuramente un tentativo mal riuscito. Cerca di risultare assurdo, ma l’assurdità di questo film sta proprio, forse, nel suo sviluppo. Inizialmente ci si aspetta una storia paradossale e forse quasi onirica, ma che si rivela di una totale ovvietà. Se ci si aspetta soltanto di farsi un paio di risate, invece, Cocainorso é sicuramente il film adatto.