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‘Comme un fils’: Lindon magistrale in un dramma carico di umanità

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Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023, nella sezione Progressive Cinema, Comme un fils, diretto da Nicolas Boukhrief, esplora il rapporto speciale che si instaura tra un ex insegnante e un ragazzo costretto dalla famiglia a delinquere.

Comme un fils: la storia

Jacques (un sempre straordinario Vincent Lindon) è un uomo solo; ex insegnante in aspettativa dopo uno scontro con uno studente, vive nel suo appartamento parigino, circondato dalle edizioni rare dei suoi libri, a cui dedica tempo e cura.

Una sera, mentre si trova al supermercato, assiste a un furto nel negozio da parte di alcuni giovani ragazzi rom. Cerca di sedare la rissa tra il proprietario del supermarket e uno dei ladri, evitando che il primo lo colpisse con violenza.

Da quel momento in poi i destini di Jacques e del ragazzo rom, Victor (Stefan Virgil Stoica) si incroceranno; l’insegnante prende a cuore la situazione disagiata in cui vive il giovane e cerca di aiutarlo in tutti i modi, come fosse un figlio.

Lo accoglie in casa propria, si reca al campo rom per discutere con lo zio/boss che lo picchia, gli insegna a leggere e a scrivere, riscoprendo la gioia per il suo mestiere e dando un nuovo senso alla sua vita solitaria e costellata da perdite importanti.

Il ragazzo, dal canto suo, che ha come unico valore il denaro, abituato a delinquere sin da piccolo, per poter sopravvivere alle vessazioni dello zio, grazie a Jacques, incomincia a vedere il mondo con occhi nuovi, e si riappropria della propria dignità come essere umano.

Oltre il pregiudizio

Comme un fils è una bella storia di umanità che ci invita a guardare l’altro, oltre il muro del pregiudizio, con compassione e empatia. Jacques compie un atto di amore incondizionato nei confronti di un giovane sconosciuto, lo accoglie in casa propria e nella sua vita. Gli chiede della sua vita e si mette in ascolto, in modo comprensivo e mai giudicante. Crea una relazione.

Il tema della marginalità sociale, dell’immigrazione clandestina, della piccola criminalità si intreccia con quello della mancanza, della disillusione, dell‘indifferenza ma anche con l’importanza dell’istruzione, la funzione educativa e formativa della scuola. E non ultimo, l’importanza dell’esempio; l’empatia e il rispetto verso gli altri si apprende tramite la conoscenza ma soprattutto tramite le esperienze di vita, i modelli di riferimento, l’ambiente in cui si vive.

Ecco perché Jacques diventa un padre per Victor, l’unico che abbia mai avuto. E quest’ultimo, siccome una relazione è sempre uno scambio, sopperisce alle mancanze profonde dell’uomo e riaccende in lui la speranza, traccia la prospettiva di un futuro.

Cosa più importante, Jacques insegna a Victor ad amare; il ragazzino, abituato a una logica di dare-avere, chiede all’uomo che lo accoglie cosa lui si aspetti in cambio, scatta in lui la diffidenza e il sospetto verso qualcosa che non (ri) conosce, che non riesce a catalogare secondo la sua esperienza di vita.

Ed è solo attraverso l’esempio, l’ascolto, la comprensione che Victor ha la possibilità di comprendere che lui può diventare migliore, che può smarcarsi da quello che sembra un destino segnato, dato dalle origini e dalla condizione sociale. E può farlo grazie ad una persona che gli ha teso la mano, un atto di fiducia che ha creato un ponte tra due mondi distanti e ne ha creato uno nuovo in cui le differenze si annullano.

La potenza narrativa della semplicità

Nicolas Boukhrief realizza un film semplice, sobrio ma impreziosito dall’importanza della storia che racconta e reso intenso dall’interpretazione di Vincent Lindon, il quale instaura un ottimo feeling con il giovane protagonista Stefan Virgil Stoica. Comme un fils è un’opera che punta dritto al cuore dello spettatore, senza cadere in facili sentimentalismi o indugiando eccessivamente sulle scene di violenza.

Con la stessa essenzialità, Boukhrief ci mostra la misera vita dei campi rom, un deserto fatto di nulla, di alcol, di violenza, di paura, di denaro racimolato qua e là.

I ragazzi che, con Victor hanno preso parte al furto al supermercato, sono, come lui, adolescenti. L’unica legge che conoscono è quella della strada, l’unico senso della loro vita è la sopravvivenza. Sono ragazzi senza un’identità, una patria, un presente, in una quotidianità criminale destinata a ripetersi, ma quel che è peggio sono senza un futuro.

Il personaggio di Jacques ha proprio questa funzione: tracciare la possibilità di un futuro per un ragazzino invisibile agli occhi della società, uno degli ultimi che nemmeno è considerato un vero delinquente dalle forze dell’ordine ma a cui non viene data nessuna possibilità di riscatto. In pratica, uno che non conta e che perciò non esiste.

Boukhrief ha messo in scena una realtà trascurata, ignorata e lo ha fatto attraverso una storia delicata e toccante, facendo incontrare su un terreno comune, quello della solitudine, due personaggi estremamente diversi, per età e contesto sociale.

Comme un fils è un film, al contempo, tenero e duro, contemporaneo e autentico.

 

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