Le jeune Imamdi Kim Chapiron é stato presentato in anteprima nell’ambito della 15° Edizione di France Odeon, a Firenze.
Alì, un bambino fin troppo sveglio, é un inguaribile ladruncolo. La madre (Hady Berthè), esasperata, decide di rimandarlo da Parigi in Mali, sua terra d’origine. Divenuto adulto, (Abdullah Sissoko) ritorna a Parigi con una grande conoscenza dell’Islam. Non ha un lavoro e la madre si adopera per procurargli quello di insegnante di francese. I connazionali lo apprezzano e, congedato l’anziano Iman, gli chiedono di prendere il suo posto. Alì, si licenzia, ci mette entusiasmo ed energia e con i suoi discorsi diventa sempre più popolare tra i fratelli musulmani.
Le jeune Imam: quando i sogni s’infrangono con la dura realtà
Ma Alì è anche un visionario e sa che il sogno di ogni musulmano è quello di andare almeno una volta nella vita in pellegrinaggio a La Mecca. Non è facile in Francia avere dei permessi; alcune persone di sua conoscenza si offrono di procurarglieli. Alì organizza il primo viaggio e alcuni fedeli che frequentano la moschea coronano il sogno della vita. Alì tocca il cielo con un dito e, per rendere felici i fratelli, raccoglie i loro risparmi di una vita e organizza un altro viaggio a La Mecca. Ma questa volta i fedeli restano bloccati all’aeroporto perché coloro che dovevano garantire loro i permessi, si rivelano dei truffatori. I fratelli musulmani danno la caccia ad Alì ma lui, spezzato dentro, si rifugia in un luogo sicuro. Dopo aver dato credito alla sua versione, la madre sarà al suo fianco per difenderlo.
Kim Chapiron narra due storie che viaggiano parallele. Da un lato il rapporto tra Alì e la madre, una donna decisa, che nutre sentimenti ambivalenti nei confronti del figlio; dall’altro quello tra il giovane e ingenuo protagonista e i fedeli musulmani. Il regista mescola bene la narrazione e dà vita a una storia avvincente, ma dal finale troppo prevedibile. Chapiron sembra suggerire che, anche chi è mosso da buone intenzioni, se dominato dalla vanità, non realizza né sogni, né obiettivi.
Tratto da una storia vera, il film è tutto sulle spalle del giovane Sissoko ma Hady Berthè gli roba la scena.