Vincitore di due premi al Dead Northern Horror Film Festival2023 (Miglior Attrice non protagonista a Juné Tiamatakorn ; Miglior Film per Stewart Sparke), How to Kill Monsters, fuori concorso al Trieste Science + Fiction 2023, offre uno sguardo ad un futuro, sui generis, riguardante la categoria horror.
How to Kill Monsters – Locandina
La notte di Halloween
È la notte di Halloween, un gioco di evocazione catapulta Jamie Lancaster (Lyndsey Craine) in un terribile incubo. Un mostro dalle sembianze abominevoli viene richiamato dai meandri di un mondo sconosciuto agli umani. Tutti i partecipanti al pericoloso rito vengono massacrati, tranne Jamie. Incolpata ingiustamente dell’orrendo crimine, la protagonista deve lottare per dimostrare la sua innocenza, ma ad un tratto il destino prende una svolta inaspettata. Il commissariato di polizia viene strappato dalla realtà e trasportato in un universo popolato da terribili creature. Per sopravvivere e tornare a casa, Jamie deve unirsi a inesperti poliziotti e fuorilegge per affrontare un’orda di mostri.
How to Kill Monsters, tutto troppo vago
La sceneggiatura, redatta da Paul Butler e Stewart Sparke, non riporta innovazioni nella sua stesura, risultando piuttosto convenzionale e con descrizioni delle situazioni poco dettagliate o superficiali. I personaggi, casualmente coinvolti nella stessa situazione, interagiscono in modo semplice e formano un’alleanza per affrontare le minacce.
La trama trova terreno fertile nella parte dedicata all’azione, che ne costituisce l’ossatura principale. Tuttavia, le medesime scene mancano di sviluppi significativi, con scontri ridotti ad un colpo d’ascia o a voraci smembramenti. La componente splatter dovrebbe essere rappresentata dalle teste mozzate, le carni dilaniate e il sangue, ma purtroppo il loro realismo lascia a desiderare. Addirittura, il colore del sangue nel finale appare più simile a un arancione da produzione amatoriale.
Scena del film – How to Kill Monsters
Un tratto comico-commediale
In How to Kill Monsters, le relazioni tra i personaggi rimangono statiche durante l’intero sviluppo degli eventi. Legami, sentimentalismi o particolari simpatie, sono assenti; al contrario, si assiste a una sterilità dei rapporti, che sembrano adottare un tono ironico non sempre coerente con il contesto. É evidente la mancanza di interazioni autentiche, con un’accesa goliardia simile a quella presente in Scary Movie (2000-2013). Il contesto relazionale appare spesso eccessivamente comico, risultando incompatibile con il genere e creando un’atmosfera confusionaria con momenti da parodia, somiglianti a caricature di film di maggiore sostanza.
Mostri e Ambientazioni Rétro
La tecnologia CGI ha contribuito notevolmente negli anni alla creazione di effetti speciali di grande impatto visivo. Siamo ormai lontani dai tempi in cui Stanley Kubrick si sforzava enormemente per realizzare gli effetti speciali di 2001: Odissea nello spazio (1968) o quando E.T. l’extra-terrestre (1982) era interpretato da un dispositivo meccanico comandato a distanza, capace di eseguire semplici movimenti (animatrone).
Tuttavia, in How to Kill Monsters, si assiste a un brusco ritorno alle origini. Mostri grigiastri, viscidi, tentacolari, con larghe bocche e denti affilati, costituiscono l’elemento terrificante del film. I loro movimenti, meccanici e limitati, compromettono lo stile d’azione, mentre i personaggi cercano di difendersi tagliando qua e là qualche tentacolo, se hanno la fortuna dalla loro parte. Le reminiscenze di Scuola di Mostri (1987) risultano ridondanti, unite a creature che ricordano gli amati, ma datati, Gremlins (1984), non creano una combinazione fantasiosa; piuttosto risultano fastidiose e retoriche.
Alle innumerevoli carenze sci-fi si aggiunge l’unica ambientazione fantascientifica. Un universo isolato, con detriti galleggianti, un mostro svolazzante e un clima tempestoso, è lo scenario dove si ritrova la centrale di polizia. Anche in questo caso sembra che il tempo si sia fermato a trent’anni fa, proponendo uno spazio notorio, digitalmente poco raffinato. Star Trek: The Next Generation (1987-1994) costituisce un esempio significativo per descrivere l’approccio arcaico e la limitata applicazione di effetti speciali.
How to Kill Monsters, in conclusione
È evidente che omaggiare concezioni cinematografiche del passato può essere apprezzato, ma è essenziale una solida struttura tematica e un’idea di base originale. In How to Kill Monsters, invece, si assiste a una mescolanza di stili che non si integrano in modo armonico, risultando spesso discordanti e rendendo difficile emettere un giudizio oggettivo sull’opera. Con gli elementi a disposizione, il film si colloca in una fascia inferiore, rivolgendosi principalmente a un pubblico di appassionati del genere. Difatti, non riesce a coinvolgere una platea più ampia ed eterogenea, amante di opere simili che si distinguono per l’originalità, un requisito fondamentale nel panorama horror/fantascientifico attuale.
Trailer di How to Kill Monsters
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