‘Iris et les hommes’, una gustosa commedia tutta al femminile
Caroline Vignal, mette al centro della vicenda una donna sposata che rinasce, grazie ad una chat d'incontri e riscopre così la gioia di vivere. Ora in sala
É deliziosa Iris et les hommes, commedia di Caroline Vignal, presentata in anteprima nazionale alla 15° Edizione di France Odeon a Firenze e in sala dal 21 dicembre distribuita da I wonder picture. Protagonista la quarantenne Iris (Laure Calamy) che, dopo anni di matrimonio, si sente vuota e invisibile. La relazione con il marito (Vincent Elbaz), immerso totalmente nel lavoro, sembra giunta a un binario morto e i due non fanno l’amore da anni. Un giorno, Iris va a scuola per avere notizie delle figliolette. Una donna ascolta, per caso, le sue confidenze a un’amica e le suggerisce di iscriversi a un a chat di incontri per persone sposate.
Iris et les hommes: un inno alla libertà femminile
Iris ci pensa un po’ e, anche per gioco, scarta gli uomini che non l’attirano e decide incontrare chi ha stimolato, in qualche modo, la sua curiosità. Gli uomini che incontra sono tutti dei dongiovanni discreti e affabili, vivono in case di lusso e con lei sono gentili e premurosi. Iris torna a casa sempre più tardi e il marito osserva, ma resta in silenzio. E se Cupido lanciasse nuovamente le frecce così da farli innamorare di nuovo?
Catherine Vignal, al terzo film, dopo Io, lei, lui e l’asino e Tutti a parte mio marito, confeziona un inno alla libertà e mette in campo una quarantenne che sente il bisogno di respirare la vita a pieni polmoni e di godere fino in fondo la propria sessualità. La stessa regista ha dichiarato:
“Ho voluto realizzare un film che mostri una donna che può finalmente vivere la propria sessualità senza essere punita o essere spinta a bere il cianuro come Madame Bovary.”
Vignal afferma che Bella di giorno di Luis Bunuel è stato il suo punto di riferimento alto. Rispetto al capolavoro del regista spagnolo, diserta l’onirico e impagina una commedia garbata, ma leggerina, che, in verità, sembra fare più il verso a La matriarca, per la regia di Pasquale Festa Campanile (1968).
Laure Calamy novella Catherine Spak
Nel film italiano, interpretato dalla deliziosa Catherine Spaak, la protagonista, Margherita, scopre che il marito appena defunto aveva allestito una garconierre dove invitava le sue amanti. Avendo preso atto che la sua sessualità non era mai sbocciata, si dà alla pazza gioia, decisa a scoprire i piaceri del sesso. Vignal sceglie un’ambientazione borghese e dosa bene i dialoghi, che strappano qua e là qualche sorriso:
Iris: Non faccio l’amore da quattro anni
Amante: Non ti preoccupare, non si dimentica.
Laure Calamy, fresca e spontanea, diretta ancora una volta dalla Vignal, si cala perfettamente nella parte. La regista francese nobilita il film sul finale, inserendo il famosissimo brano firmato da Francis Lai che fu la colonna sonora di Un uomo e una donna di Claude Lelouche (1966).
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