Presentato nella sezione Grand Public della 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma, Jules è una delicata ed emozionante favola su quella che viene comunemente chiamata “terza età”. Protagonista della pellicola, uno straordinario trio di attori, capitanati da Ben Kingsley, a cui si affiancano Harriet Sansom Harris e Jane Curtin.
Jules | La trama
Milton Robinson (Kingsley) ha un quaderno di appunti che porta sempre con sé durante i consigli cittadini, così da non dimenticare nemmeno una delle sue parole. A 78 anni compiuti, vive da solo e non ha problemi di nessun tipo, almeno sino a quando un’astronave non si abbatte sulle sue azalee.
Dopo aver chiamato il 911 e non aver ottenuto l’aiuto sperato, prova con la figlia Denise (Zoë Winters), che di tanto in tanto si prende cura di lui, ma trova solo una segreteria impossibilitata a ricevere messaggi. La prima sera si chiude in casa e prova a fa finta di nulla, ma la notte seguente non può fare a meno di avvicinarsi a quella creatura aliena sdraiata nel suo cortile. Un paio di gesti gentili creano le basi di una particolare amicizia. Ma non sarà semplice tenere il segreto troppo a lungo.
Tra commedia e cinema indipendente
In questa sezione della Festa del Cinema di Roma, vengono selezionati titoli da “grande pubblico” appunto, provenienti dalle varie cinematografie del mondo. Jules arriva dagli Stati Uniti ed è diretto da Marc Turtletaub, alla sua terza regia (che gli è valsa lo Stolman Audience Award per il miglior film al Sonoma International Film Festival).
La commedia è sicuramente il genere al quale appartiene, sebbene ci siano punte di cinema indipendente sparse qui e lì, che li donano una pregevolezza non trascurabile. Sorta di Cocoon dei giorni nostri, Jules affronta temi legati a un’età che spaventa e che è spesso accompagnata da riflessioni importanti.
Milton viene presentato come un uomo abitudinario, sensibile, solitario. Facile quindi immedesirmarsi e provare tenerezza nei suoi confronti. Le sue giornate trascorrono tra una seduta del consiglio cittadino, la cura attenta del giardino e uno zapping distratto sul divano.
Dietro ognuno di questi singoli gesti, si leggono, in superficie, i tratti che ne vanno a comporre la personalità. In seguito alla scomparsa della moglie e l’allontanamento dal figlio, l’unico vero legame rimastogli è la figlia Denise.
Cosa significa casa
Milton dà un grande valore al significato di casa: per lui non è solo un edificio in cui abitare, ma è soprattutto un luogo in cui sentirsi al sicuro e poter essere se stesso. Ecco perché, giorno dopo giorno, porta dinanzi alla commissione la sua proposta per migliorare le condizioni della sua piccola comunità.
L’apparizione della creatura aliena, affettuosamente soprannominata Jules, porterà non poco scompiglio, rivelando anche sentimenti importanti. Scompare il senso di solitudine, mentre emerge un desiderio forte di condivisione. L’extraterreste sembra, in qualche modo, sostituire i figli lontani, abbracciando, con il suo sguardo profondo, curioso, comprensivo, e a tratti commovente, coloro che lo hanno accolto nelle loro vite.
Il filtro della commedia rende il tutto più godibile e divertente, sebbene all’interno della storia si celi una drammaticità imprescindibile. Il finale, splendidamente significativo e struggente, diviene la chiave di volta dell’intera pellicola. Una delle migliori proposte in questa diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma.
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