Disturbante è forse il primo aggettivo che viene in mente dopo aver visto il corto Agnus Day di Giuseppe Isoni.
Il cortometraggio, prodotto da Materiali Sonori Cinema, Tripode Productions, Quinta Luce, realizzato con il supporto di Film Commission Vallée d’Aoste Foundation, con la partecipazione di Arte Frances – Unité de programmes cinéma, e il supporto di CNC – Centre National du Cinéma et de l’image animée, è stato proiettato durante la 45esima edizione di Cinemed, Festival Cinéma Méditerranéen Montpellier – in anteprima internazionale – nella sezione Carte Blanche Courts Arté. Adesso è al Calabria Movie Film Festival 2024.
La trama del corto Agnus Day
Interamente girato nella regione Valle d’Aosta, tra i comuni di Aosta e Villeneuve e nelle frazioni di Albard e Barmaz, il corto Agnus Day riporta sul grande schermo le vicende di un ragazzino emarginato di dodici anni che vive in un villaggio dove viene costantemente maltrattato. Finché un giorno accade un “miracolo”: dopo essere stato vittima di bullismo per l’ennesima volta, le sue lacrime si trasformano in sangue.
La notizia di questo evento diventa virale su Internet e riempie i cuori e le teste degli abitanti del villaggio di eccitazione mistica. Con tutti gli occhi della gente puntati su di lui, deve decidere come trattare gli altri, specialmente quelli che lo hanno sempre umiliato. (Fonte: Materiali Sonori Cinema)
La recensione
Bastano poco più di 15 minuti per colpire e sconvolgere lo spettatore che si trova, fin da primo istante, di fronte a qualcosa di estremamente particolare e diverso dal solito.
Se l’agnello iniziale vuole, in qualche modo, anticipare l’approccio religioso, tutto il film in realtà si può leggere come una grande metafora.
Il giovane protagonista diventa una sorta di oggetto di culto che viene osannato e idolatrato da chiunque. Inizialmente inconsapevole di ciò a cui andrà incontro, inizia a poco a poco a trovarsi a suo agio con quello che il destino ha voluto donargli.
Come l’agnello sacrificale iniziale immortalato da una splendida e precisa inquadratura che fa entrare completamente nella storia, sembra che anche per il giovane protagonista la sorte sarà quella di essere prima tosato e poi considerato come qualcosa da venerare.
Gli elementi
Prima di approfondire l’aspetto tematico merita una menzione anche e soprattutto quello tecnico. Perché alla buona riuscita del corto contribuiscono in larga parte le scelte adoperate in questo senso. L’atmosfera buia e cupa conferisce il giusto presagio di mistero (e di mistico) a un documentario, avvolto intorno a una indefinitezza che non permette allo spettatore di comprendere né dove né quando sia ambientata la storia. Solo alcuni particolari, come, per esempio, gli smartphone danno modo di collocare temporalmente, almeno a grandi linee, il corto Agnus Day.
Nonostante i pochi minuti il cortometraggio di Giuseppe Isoni nasconde talmente tanti spunti di riflessione da sembrare quasi un gioco, tanta è la voglia di scovare richiami, riferimenti, omaggi e citazioni. Uno su tutti il famoso taglio dell’occhio.
Dalla mosca che apre e chiude il sipario, all’oculata scelta di ricorrere al ralenti nei momenti più cruenti, la circolarità (e l’essere metafora di un’evoluzione della società) del cortometraggio risiede fin da subito nel gioco di parole del titolo, a metà strada tra una litania e la memorabilità della giornata che consacra il protagonista a idolo della folla.
Le tematiche del corto Agnus Day
Tornando alle tematiche affrontate dal corto, anche in questo caso, si può parlare di molteplicità, dal momento che il cortometraggio permette di riflettere su tanti aspetti, alcuni più in vista e altri meno in evidenza.
Esiste un rapporto tra la religione, o meglio la sua sacralità e la modernità e la continua evoluzione alla quale assistiamo ogni giorno? Il corto Agnus Day sembra chiedere questo agli spettatori. C’è tanta differenza tra il voler apparire a tutti i costi come protagonista di un social, far leva sulle proprie qualità e capacità per mettersi in mostra ed eventualmente ricevere l’approvazione della massa e l’essere venerato come oggetto di culto di una religione o un credo. O forse no.
L’evidente bullismo al quale assistiamo nella sequenza iniziale, oltre a essere il momento che dà origine al grande cambiamento descritto dal cortometraggio di Giuseppe Isoni, è anche la chiave di lettura attraverso la quale vedere questi 16 minuti. Da quell’atto brutale e violento si scatena qualcosa di impensabile, sia per la vittima che soprattutto per i carnefici che si ritrovano a parti invertite.
Nonostante non si parli espressamente di religione e non si facciano particolari e precisi riferimenti, il corto Agnus Day mostra, in maniera decisa, ma riuscita, una sorta di realismo magico dal quale forse siamo avvolti tutti inconsapevolmente.
Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli