Durante il Film Festival Diritti Umani Lugano, la regista iraniana Manijeh Hekmat ha ricevuto il Premio Diritti Umani per l’Autore 2023. Da sempre Hekmat si identifica in un cinema indipendente, che racconta la società iraniana con uno sguardo attento alla condizione femminile, esplorando e sfidando la realtà. Tra i film proiettati in suo omaggio, 19, che ha vinto il Life Beyond Life Film Festival di Torino, è il suo ultimo lungometraggio.
19: la trama
Dopo essere stata contagiata dal COVID 19, Mitra, una pittrice iraniana di 57 anni, single, entra in coma. Nei suoi ultimi respiri, inizia a viaggiare in diversi pezzi dei suoi ricordi attraverso la sua mente inconscia. Lo spirito di Mitra torna a casa per preparare un bagaglio immaginario pieno dei suoi ricordi agrodolci e portarlo via. Un attimo prima del suo ultimo viaggio, proprio come la moglie di Lot, guarda indietro alla sua vita, a quella dei suoi amici e della sua generazione… a ciò che hanno fatto, a ciò che hanno costruito e a ciò che hanno rovinato.
Voltarsi indietro
“Non voltarti indietro”. È uno dei più antichi e ricorrenti moniti della Storia, la cui infrazione costò carissima alla moglie di Lot e a Orfeo, trasformata in una statua di sale la prima e costretto a perdere per sempre l’amata Euridice il secondo. Mitra invece sente la necessità di guardare ai propri ricordi, indietro nel tempo, e rivendica la propria scelta, nel momento più angoscioso e terminale della sua vita. Sorvola i sentimenti, gli affetti, i trascorsi alla stregua degli angeli sul cielo Berlino nel celebre film di Wim Wenders e vive i ricordi come degli spazi da riabitare. Singoli riquadri e stanze nella sconfinata memoria.
I sussurri dell’infanzia, gli aneliti d’amore e le ombre dei rimpianti le si riavvolgono dinanzi, in un fantasmatico viaggio che prende forma negli istanti cristallizzati degli ultimi respiri di Mitra, e confluiscono in una valigia che racchiude la sua esistenza e tutto ciò che ha gravitato attorno a lei.
Attraverso l’immenso dramma che ha rappresentato il coronavirus, Manijeh Hekmat mette in scena un racconto di grande intimità, che al contempo si immerge nella società iraniana. Mitra, ripercorrendo la sua vita, dà voce a una generazione e porta alla luce le sue paure, le contraddizioni, il fervore e le delusioni di un popolo che vive una costrizione riflessa nel racconto dalla pandemia.