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Taxidrivers Magazine

The Dark side of The Mind

Esplorazioni cinematografiche nella metropoli britannica. Dalla nostra corrispondente da Londra Carla Cuomo

Pubblicato

il

 

 

Writer, Director, Producer: Giacomo Mantovani

Year produced: 2012

Genre: Drama

 

È l’umanità’ il problema e quindi va eliminata”.

E così che si compie la fine di tutto, in una vecchia officina senza coordinate geografiche dove Duncan e Gunda hanno lavorato a lungo per la realizzazione di un’arma speciale che potesse mettere fine alla razza umana. A poco servono i dubbi di Gunda, che all’ultimo minuto vorrebbe tirarsi indietro nella speranza che forse una soluzione altra possa esserci, e neanche l’ultimo gemito di paura di Duncan, che freddamente versa qualche lacrima guardandosi allo specchio; è tutto inutile perché, in fondo, siamo soli nell’universo, soli con noi stessi e soprattutto siamo condannati ad un’inevitabile estinzione. Duncan sa che gli esseri umani non sono in grado di evolversi e di migliorare se stessi.
E per questo preme il bottone… e la terra brucia gloriosamente. Questa volta non ci saranno impavidi eroi mascherati a salvarci dal nostro stesso infame destino. Finalmente!

Che quest’arma speciale sia la nostra stessa negatività, o lo stato d’animo di Duncan che si erge a metafora di quello che poi è lo stato d’animo dell’umanità intera nei suoi momenti più bui, è tra le righe di questo 3 min film: The Dark side of The Mind, ultimo lavoro del giovane e prolifico regista italiano Giacomo Mantovani, ( Adamant, Political Asylum, 2011) in concorso per il Virgin Media Short, una tra le più grandi competizioni di cortometraggi dell’Inghilterra che premia giovani talenti in tutto il mondo e che collabora direttamente con il BFI, l’istituzione cinematografica per eccellenza in UK.

Mantovani dimostra la sua abilità non solo nella regia e nel manovrare le nuove tecnologie ma anche nel costruire piccole storie accattivanti con un loro spessore.

Con The Dark Side Of The Mind e la lotta finale tra Duncan e Gunda il regista affronta l’eterna lotta tra male e bene, con uno sguardo cinico che vede nell’umanità la causa unica di ogni sorta di negatività e, allo stesso tempo, pone il male e il bene come le due facce della stessa medaglia esistenziale.

Il disastro totale, la fine di questo mondo senza senso, può anche essere l’inizio di qualcos’altro che per nascere deve prima però morire. È una visione apocalittica e pessimistica del futuro, dove Duncan e la sua indiscutibile analisi sul deterioramento dell’essere umano, nonostante il barlume di qualche senso di colpa, hanno la meglio sulla speranza e sulla sua stessa paura di morire, perché in fondo, è meglio estinguersi che continuare a credere che ci sia qualcosa di migliore, una verità assoluta che ci salverà da noi stessi. L’esodo è senza ritorno da se’ una volte e per tutte, e forse questa è l’unica soluzione che ci resta per risolvere l’enigma dell’esistenza.

L’analisi sulla vita e sul futuro, così apparentemente assente di positività, colloca The Dark Side Of The Mind perfettamente a suo agio in questo punto del tempo, dove le varie crisi finanziarie e la crescente insoddisfazione e paura generale, che ormai tutti (… o quasi….) viviamo quotidianamente, sembrano non offrire vie d’uscita. Forse questa volta è Duncan il vero eroe che, spingendo quel tasto, ci regala un attimo di infinito sollievo; forse questa volta staremo lì a fare il tipo per lui, battendogli le mani nel momento in cui con umana rassegnazione si affretta a spingere il bottone della nostra fine, e per ora su un nuovo inizio non ci poniamo domande.

Aspettiamo di vedere altro da questo regista che ha al suo attivo numerosi lavori di successo già premiati con importanti public award e che dimostra di avere tanto talento e grandi capacità tecniche.

Carla Cuomo

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