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Festival di Roma

‘Un silence’ di Joachim Lafosse gioca con i segreti e le immoralità

In concorso nella sezione Cinema Progressive del Festival di Roma 2023, Un silence è la decima prova dietro la macchina da presa di Joachim Lafosse, che sceglie una storia famigliare disturbante e attuale. Magistrali le interpretazioni di Daniel Auteuil ed Emmanuelle Devos.

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In concorso alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Progressive Cinema, Un silence riporta dietro la macchina da presa un grande autore quale Joachim Lafosse, al suo decimo lungometraggio.

Protagonisti dell’intensa pellicola, incentrata su un tema delicato quale la pedopornografia (ma non solo), Daniel Auteuil ed Emmanuelle Devos. Il film è stato presentato in anteprima mondiale al festival di San Sebastian.

‘A silence’ il Trailer del nuovo film di Joachim Lafosse

Un silence | La trama

François Schaar (Ateuil) è un avvocato di grido, sposato con Astrid (Devos) e con un figlio adolescente, Raphaël (Matthieu Galoux) con cui non sembra avere un grande rapporto. Il ragazzo, infatti, appare più legato alla madre, con la quale scambia gesti di tenerezza e confidenze.

La famiglia Schaar ha le sue routine, tra il lavoro degli adulti e la scuola di Raphaël, sebbene qualcosa cominci a traballare. Quando inizia a diffondersi la voce che il celebre avvocato abbia a che fare con un giro di video pedopornografici, tutti i componenti vengono coinvolti e interrogati.

Violenze e segreti appartengono al passato, ma inevitabilmente hanno condizionato il presente di Astrid, del figlio e del fratello minore Pierre.

Senza rete di sicurezza

Rumori fuori campo e una melodia profonda anticipano la narrazione, e la accompagnano durante i primi minuti. Sono quelli in cui lo spettatore entra, per la prima volta, in contatto con la protagonista, Astrid. I suoi occhi, riflessi nello specchietto retrovisore dell’automobile, dicono già tanto. Sembrano cercare una via d’uscita a quel dolore che attanaglia l’anima e che non se ne va. Eppure, il film è appena iniziato.

Così, Un silence getta immediatamente le basi per quella che sarà una fruizione “impegnativa” e condivisa. Le questioni via via sollevate dalla storia hanno un’importanza fondamentale, in ogni periodo storico, ma soprattutto ai tempi d’oggi. L’accesso alla tecnologia, oltre a rendere molte cose più semplici e a portata di mano, ha anche ridefinito i limiti e le regole. O meglio, li ha ridisegnati, senza però creare una reale rete di sicurezza. Quest’ultima, in teoria, dovrebbe essere fornita dagli adulti, da genitori o da figure che abbiano la maturità giusta per comprendere e valutare la portata di un crimine.

In attesa di un epilogo

I protagonisti hanno tutti a che fare con una situazione che sfugge loro di mano e che li trascina in un vortice di violenza, psicologica più che fisica, dal quale sarà difficile, se non impossibile, fuggire. La pellicola si muove costantemente in bilico, tra il dire e il lasciar presagire, tra il vedere e l’immaginare. Viene a crearsi un’atmosfera sospesa, come fossimo in attesa di un epilogo, tanto spaventoso quanto necessario.

I segreti, le menzogne, scavano solchi che si ramificano senza interruzione, andando a contaminare tutto ciò che di bello, armonioso e pacifico poteva esserci. L’adolescenza subisce un duro colpo, costringendo a crescere nel peggior modo immaginabile. E non basta, perché non può bastare, l’amore di una madre per far sì che le cose si aggiustino. Il silenzio – titolo emblematico e perfetto – distrugge un intero nucleo familiare e chi gli gravita intorno.

Un silence e l’incubo del fallimento

Il parallelismo tra la falla di un sistema giudiziario che “non protegge i propri figli” e il personaggio di François diventa sempre più lampante, sino a coincidere del tutto. Lafosse carpisce in maniera esatta il contesto e lo rende con maestria, raffinatezza, acume, agli occhi (e al cuore) del suo pubblico.

Riflettendo sulle vicende narrate, viene naturale concentrarsi sulla figura di Astrid, colei che conserva un istinto materno potente, ma non suffciente a salvare il suo bambino e il suo mondo. Quando scattano meccanismi contorti e anomali, spesso è complicato saperli gestire, e si arriva a conviverci silenziosamente, arrivando persino a mettere da parte coscienza e moralità.

Un silence racconta l’incubo di un’umanità fallace, vittima di un senso di colpa e di inadeguatezza troppo ingombranti, e dalla cui prospettiva è ormai sparito ogni spiraglio di tenerezza e di fiducia.

*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.

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Un silence

  • Anno: 2023
  • Durata: 100
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: Francia, Belgio, Lussemburgo
  • Regia: Joachim Lafosse