Presentato fuori concorso alla 21ª edizione di Alice nella città, Superluna è un film di Federico Bondi (Dafne).
Il lungometraggio è in sala dal 16 Maggio con Circuito Cinema.
Ê la storia di Viola, una bambina di dieci anni che si ritrova a vivere nella piccola comunità di sfollati creata da un terremoto. Mentre gli adulti faticano ad adattarsi a questa quotidianità sospesa, Viola trova una nuova libertà e considera il sisma come un “amico”.
Attraverso il punto di vista fresco della bambina, il racconto del sisma diventa un’opportunità per creare una storia di formazione delicata e priva di retorica.
Prodotto da Vivo Film, Tarantula e Rai Cinema, Superluna si avvale di un buon cast, tra cui Antonia Truppo, Lino Musella e Fabrizio Rongione Giacomo.
Superluna- La trama
Un terremoto colpisce una piccola comunità. Pur non essendoci morti e feriti, tutti sono costretti a lasciare le loro case per vivere nelle tende della protezione civile. La piccola Viola (Francesca Raffone), la cui mamma è ricoverata in ospedale, vive sola col padre in questa nuova famiglia allargata di adulti costretti a condividere la loro nuova quotidianità. Per la bambina tutto diventa un grande campeggio, senza compiti e con una nuova amichetta- Anna (Olivia La Terra Pirrè)- con cui esplorare la natura circostante. Questa nuova realtà di condivisione e convivenza farà emergere l’umanità di tutti, con i suoi lati positivi ma anche quelli negativi che Viola dovrà imparare ad accettare.
La Natura di Viola
Superluna è un film tenero e sincero, che riesce a calarsi perfettamente nel punto di vista di Viola. Attraverso la sua visione- anche ingenua- si costruisce un racconto del terremoto che evita patetismi. Pur mettendo al centro una bambina, i messaggi non vengono mai veicolati in modo didascalico e il film mantiene una sua profondità.
Il personaggio di Viola è incredibile, pulsa di vita. Incarna quella curiosità dei bambini che è quasi una corsa a mettersi al pari con i grandi. Vuole sapere cosa è successo prima che nascesse, al padre, ai suoi amici. La sua visione non è contaminata dai preconcetti. Non ha ad esempio problemi a sostenere che la situazione di convivenza e solidarietà creata dal terremoto sia per lei ideale, come un grande campeggio. Quando la madre la corregge dicendole che non c’è nulla di bello in un evento che uccide le persone, lei risponde con chiarezza: “ma non è il terremoto ad uccidere le persone, sono le case che crollano”.
Davanti alla tragedia delle morti e dello sfollamento, gli adulti invocano Dio e maledicono la Natura cattiva. Ma le bambine guardano oltre, e così l’amica di Viola, Anna, spiega che è la Terra che crea il terremoto quando non riesce più a trattenersi. É una visione della Natura matura, che evita l’attribuzione di intenzioni e qualità- buono, cattivo, bello o brutto- che sono solo umane.
La superluna nascosta
La narrazione di Superluna– un titolo enigmatico perché rimanda a qualcosa che nella storia c’è ma non si vede- è sospesa tra realtà e ricordo. Specie il ritratto intimo dell’amicizia tenera tra le due bambine, conserva quell’alternanza tra momenti topici e attimi trascurabili ma vivi, sospesi come se fossero rubati.
Nel linguaggio, nel rapporto con la tecnologia- che trova la sua organicità attraverso i messaggi vocali scambiati con la mamma- e nella passionalità, Superluna riesce nel raccontare il punto di vista delle bambine nella sua complessità. Non ci sono moralismi, né un eccessiva idealizzazione dei personaggi.
Tutto funziona anche grazie a una temporalità sospesa, scandita dall’ l’attesa del parto della mamma e del ritorno di Pasquale, il migliore amico del padre di Viola disperso dall’inizio del film. Pasquale è una delle figure più favolistiche del film. É il doppio e il contrario del padre e mette in discussione la moralità di tutti, con la sua sensibilità e le sue scelte incomprensibili ai più. Per questo, Viola, nel suo percorso di crescita, non può fare a meno di cercarlo.
Dopo Dafne, Federico Bondi scrive nuovamente una storia che mette al centro la visione femminile, dando spazio al mondo spesso ignorato delle bambine. Lo fa con curiosità e rispetto, creando un film di sentimenti, che va visto con uno sguardo altrettanto aperto e recettivo.