Nella seconda giornata della Festa del Cinema di Roma viene presentato The End We Start From, opera prima della regista Mahalia Belo, tratto dall’omonimo romanzo distopico scritto da Megan Hunter, noto successo letterario del 2017.
Adattato per il grande schermo dalla drammaturga e sceneggiatrice britannica Alice Birch ( The Wonder, Succession), questo survival movie segue, attraverso una prospettiva molto intima, la storia di sopravvivenza di una giovane donna che affronta una crisi apocalittica mondiale.
La trama
In The End We Start From l’attrice Jodie Comer si cimenta in un survival movie, ambientato in un mondo distopico (ma neanche tanto) in cui il cambiamento climatico modifica per sempre le sorti del Regno Unito.
La protagonista senza nome, come tutti gli altri personaggi che incontriamo nel film, è incinta e si gode gli ultimi momenti della sua gravidanza. Questi attimi sereni si dissolvono in poco tempo, quando la giovane entra in travaglio e contemporaneamente una pioggia incessante devasta Londra: il cataclisma alluvionale sommergerà la città per anni. In un frammento indefinibile, la donna riesce ad arrivare in ospedale e partorisce un bambino.
Vista la situazione d’emergenza, il marito della donna la porta via da Londra: vanno in collina dai suoi genitori, ma la situazione presto degenera e la neo madre dovrà affrontare diverse difficoltà, che la porteranno a perdersi per poi, pian piano, cercare di ritrovarsi.
Un disastro globale per ricominciare
Ne abbiamo visti tanti di film incentrati su apocalissi, disastri ambientali e scenari da incubo, ma forseThe End We Start From non rientra in questo genere: racconta uno scenario simile, ma con uno sguardo totalmente differente.
Costruito interamente attorno alla protagonista senza nome la pellicola di Mahalia Belo racconta tutto attraverso il suo punto di vista più privato, interiore, diventando quindi un prodotto che mostra la drammaticità molto da vicino ma senza ricorrere a scene sensazionali.
The End We Start From mostra il coraggio di una donna determinata, che non ha intenzione di dimenticare per andare avanti; anzi, il suo obiettivo è tornare a casa, qualunque sia la posta in gioco.
Per il suo esordio alla regia, la regista sceglie di utilizzare riprese lente, un ritmo poco incalzante che permette allo spettatore di prendere coscienza il più possibile di quello che sta accadendo nel mondo che circonda la protagonista, entrando allo stesso tempo nella sua intimità, quasi riuscendo a sentire i suoi stessi sentimenti.
Uno stile che delinea lo sguardo chiaro e diretto sulla realtà che oggi tutto il mondo sta vivendo. Il cambiamento climatico sta trasformando la nostra vita e tutta la popolazione mondiale dovrebbe rendersi conto delle terribili conseguenze che ci aspettano e che non sono purtroppo così lontane.
I temi del film
Mahalia Belo, inoltre, affronta anche i temi del femminismo, e della genitorialità attraverso la storia così intima del personaggio interpretato da Jodie Comer.
La giovane protagonista affronta tutte le paure tipiche di una neo mamma, insieme a quelle per la propria incolumità e per il mondo che si sta sgretolando. Nonostante i temi siano ben bilanciati e rappresentino un chiaro quadro sociale molto attuale, il ritmo frammentario della pellicola non aiuta la narrazione, lasciando indietro diversi momenti che potrebbero essere sviluppati molto meglio.
Partendo dal rapporto tra la protagonista e un’altra giovane mamma, interpretata da una fantastica Katherine Waterston (Animali Fantastici, Alien: Covenant) , due donne che entrano subito in sintonia si aiutano a vicenda e attraversano le lande deserte inglesi per trovare un posto sicuro.
La loro relazione, rispetto alle altre superficialmente rappresentate nel film, è certo quella più approfondita, ma lo sguardo della regista resta sempre e comunque focalizzato su di lei, Jodie Comer, che da sola tiene in piedi tutto il progetto.
Un’interpretazione memorabile
L’attrice protagonista Jodie Comer regala profonde emozioni, grazie a una recitazione umana, profonda, che rende meravigliosamente sullo schermo le sensazioni della protagonista. Un’interpretazione intensa che l’attrice riesce a rendere tale grazie alla sua trasposizione di diverse emozioni, così riconoscibili che non si può non entrare in empatia con lei.
Aiutano tantissimo le scelte della direttrice della fotografia, Suzie Lavelle (Normal People), che regala un’esperienza visiva molto intima, mettendo lo spettatore a stretto contatto con i personaggi, mostrando da vicino la fatica e la disperazione sui loro volti.
Ricordiamo al suo fianco, sebbene in parti minori, Joel Fry e Benedict Cumberbatch, due personaggi che avranno un’influenza molto forte sulle decisioni che la protagonista prenderà con l’avanzare della vicenda.
Quello che si prova dopo aver visto The End We Start Fromnon è semplice. C’è un mix di emozioni che fa riflettere: vivendo con la consapevolezza che un disastro del genere potrebbe essere imminente, bisogna chiedersi quanta forza ci può essere in ognuno di noi e quanto siamo disposti a dare per salvare chi ci sta a cuore.
C’è speranza in questo mondo? Certo, se ci impegniamo a renderla possibile: questo è uno degli insegnamenti che trasmette la pellicola. Una speranza che va coltivata, per permettere al nostro futuro di prendere una diversa direzione.
The End We Start From
Anno: 2023
Durata: 102'
Genere: Drammatico
Nazionalita: Regno Unito
Regia: Mahalia Belo
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