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MIA | Mercato Internazionale Audiovisivo

La Tv è ancora il medium più amato, tutti i numeri dell’APA sul mondo dell’audiovisivo

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Antiquata, fuori moda, data quasi per estinta… la tanto vituperata Tv non molla ed è ancora il medium più seguito. E chissà, come avrebbe commentato questo dato il buon vecchio Darryl Zanuck (per intenderci il produttore di cult hollywoodiani come “Eva contro Eva” e “Il giorno più lungo”)?  Lui, che negli anni ’50 dava già per spacciato il tubo catodico: “Non durerà molto perché la gente presto si stancherà di fissare una scatola di compensato tutte le sere”. Ma così non è stato, nemmeno le piattaforme streaming e l’on demand sono riuscite nell’impresa di spazzare via definitivamente la fruizione lineare.

A ribadirlo è il quinto rapporto sulla produzione audiovisiva nazionale dell’APA (l’associazione dei produttori dell’audiovisivo), presentato a Roma nella giornata di chiusura del Mia- Mercato Internazionale dell’Audiovisivo. Ad illustrare i numeri Chiara Sbarigia, Presidente di APA. Ospiti del talk promosso dall’APA: Lucia Borgonzoni, Sottosegretario di Stato alla Cultura; Giampaolo Rossi, Direttore Generale RAI; Eleonora Andreatta, Vice President Italian Originals di Netflix; Antonella d’Errico, Executive Vice President Content di Sky Italia; Antonella Dominici, Senior Vice President Streaming per Sud Europa, Medio Oriente e Africa di Paramount+ e Pluto TV; Gina Nieri, Consigliere di Amministrazione Mediaset, Giampaolo Rossi, Direttore generale Rai. 

I numeri

Più in generale, il valore complessivo degli investimenti in produzioni originali italiane (di tutti i generi) è di 1,8 miliardi di euro e gli investimenti su piattaforma lineare (free e pay) si attestano su 1 miliardo di euro. Il primo amore degli italiani, dunque, è stato e resta la televisione. É il mezzo che totalizza, nel 2022, ricavi pari a 7,9 miliardi di euro. Film e serie per la TV e il VOD di finzione costituiscono il genere principale per volumi di investimento (55%) con una crescita importante sul segmento VOD dei documentari e dell’animazione. La sua quota di mercato resta ancora al 73% (sebbene si preveda un calo, tra il 2024 e 2025, di almeno 4 punti). Nel 2022/2023, per quanto riguarda l’intrattenimento sono cresciute le ore, con 16.855 ore di offerta first run sulle reti lineari, dato che segnala una ripresa del +7% rispetto alla stagione precedente. Positivi anche i dati dei servizi OTT che segnano un aumento, rispetto alla precedente stagione, sia di ore (+5%) che di titoli (+9%), premiando in particolare il modello della produzione indipendente (+24% di titoli e +30% di ore).

La Rai

In questo quadro è ancora dominante il ruolo della Rai, l’azienda che maggiormente investe in termini di produzione, contenuti e innovazione: “Restiamo centrali nel mercato dell’audiovisivo – ha affermato il direttore generale Rai Giampaolo Rossi durante il panel promosso dall’APA–  una centralità che portiamo avanti con fatica per la evidente riduzione delle risorse a nostra disposizione. D’altra parte i costi di produzione sono esponenzialmente aumentati. Tutto questo pone un problema molto serio per la tenuta futura del mercato. Attualmente, investiamo tra i 180 e i 190 milioni in fiction, 140 nel cinema e 7 milioni nel segmento dei documentari. Gli altri Paesi possono investire risorse pubbliche di gran lunga più alte delle nostre. É ovvio che se la Rai scricchiola sugli investimenti nel settore dell’audiovisivo, ne risentirà l’intera filiera”.

Il prodotto italiano sui mercati

Ad analizzare i dati soffermandosi sul confronto fra Italia e il resto dei paesi europei, Gina Neri di Mediaset: “C’è una competizione altissima che è stata foriera di maggiori contenuti ma anche di aumenti dei costi. É necessario immettere più risorse nel sistema dell’audiovisivo italiano. Siamo indietro rispetto a tutti gli altri grandi paesi dell’Europa”. Crescono gli adattamenti da format internazionali sia in termini di titoli (+11%) che in termini di ore (+39%), grazie in particolare ai generi Talent, Reality, Dating e Factual. Pur rimanendo marginale, anche la presenza di prodotti nazionali venduti all’estero come format segna un leggero miglioramento rispetto alle scorse stagioni con due titoli in più fra i format Made in Italy. A confermare un miglior posizionamento del prodotto nazionale sui mercati internazionali (ma ancora c’è molto da fare) gli interventi di Eleonora Andreatta che ha illustrato le sfide future di Netflix per la produzione italiana: “La diffusione della lingua italiana è una cosa a cui noi teniamo tantissimo. La nostra sfida è quella di raccontare un Italia contemporanea in cui il pubblico si riconosca, che sia al passo coi tempi”. Dello stesso avviso Antonella D’Errico di Sky: “Quello che penso si sia dimostrato vincente per l’industria audiovisiva italiana sono la qualità e la capacità di focalizzarsi su tematiche nazionali accattivanti all’estero”. Antonella Dominici ha invece delineato la strategia di Paramount sul mercato nazionale: “Abbiamo immesso produzioni di vario genere, perché abbiamo l’ambizione di intrattenere il nucleo familiare e l’obiettivo di elevare catalogo oltre agli IP molto forti provenienti dagli Stati Uniti”. A chiudere il talk il Sottosegretario Borgonzoni: “Le produzioni italiane sono sempre più attrattive a livello internazionale come dimostra l’incremento dei prodotti audiovisivi venduti all’estero- e conclude- i dati ribadiscono il grande impegno del Governo e del settore per rendere sempre più attrattivo il cinema italiano all’estero e per valorizzare lo star system italiano e soprattutto i talenti più giovani”.

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