Tra i film di chiusura al Middle East Now, The List, ultimo documentario della regista iraniana Hana Makhmalbaf.
Come fiori agli angoli dell’asfalto
Hana è la componente più giovane di un celebre clan familiare di registi iraniani: la sorella maggiore Samira Makhmalbaf è una delle principali voci della terza generazione della cosiddetta New Waveiraniana ed entrambe son figlie del celebre regista Mohsen Makhmalbaf.
È proprio la famiglia di Hana la protagonista in prima linea di The List.
Siamo a Kabul all’alba della presa del potere da parte dei talebani della città. Mentre la popolazione si affolla all’aeroporto afghano per scappare, Mohsen Makhmalbaf e la sua famiglia, dalla Francia, stanno cercando di far espatriare il prima possibile artisti, poeti, attori, ballerini e filmmaker iraniani la cui sicurezza adesso è in bilico.
Nell’Iran di oggi gli artisti e i poeti sono in ogni angolo del paese, come i fiori. Questa frenesia artistica e culturale negli ultimi vent’anni ha permesso anche all’Occidente di avvicinarsi e scoprire uno dei patrimoni artistici più ricchi del Medio Oriente, anche se spesso la narrativa dei suoi stessi figli è rimasta intrecciata a doppio filo con l’instabile apertura e chiusura di una precaria struttura governativa. È dall’Iran che arrivano capolavori come le graphic novel e i film di Marjane Satrapi, le opere di Abbas Kiarostami ieri e di Asghar Farhadi oggi, solo per rimanere nell’ambito cinematografico.
The List è la lista di quelle persone la cui bravura e riconoscibilità li rende obiettivi facilmente rintracciabili e attaccabili e la cui vocazione di vita si scontra oggi con la shari’a ricostituita dai talebani.
Tra una casa in Francia e un aeroporto in Afghanistan
Il documentario è un continuo botta e risposta tra due luoghi diametralmente opposti. Da un lato la famiglia Makhmalbaf, nel suo appartamento in Francia, nella costante azione di portare tutti i nominativi della lista al sicuro. Dall’altro, l’aeroporto di Kabul.
Le immagini dell’aeroporto sono brutali, non nascondendo nulla della violenza talebana. Il documentario si offre così come un racconto autentico e duro, un archivio contemporaneo che è già diventato storia.
Nel costante via vai di telefonate, appelli whatsapp, mail e ancora telefonate della famiglia Makhmalbaf, alla ricerca di un viaggio sicuro per gli artisti della lista, un altro nemico viene mostrato senza paura allo sguardo dello spettatore.
“From one side Taliban are shooting at us,
from the other side the Americans are firing tear gas.”
Se alle spalle degli artisti afghani i nemici sono i talebani che conquistano con violenza la città, davanti a loro ci sono gli Americani che controllano l’aeroporto, decidendo arbitrariamente chi è degno di partire e chi no. Talebani e Americani sono qui uniti e messi a confronto come facce di un male molto simile, un confronto che si riesce raramente ad affrontare nel dibattito politico contemporaneo, ma che risulta essenziale per comprendere l’equilibrio di colpe tra le due fazioni.
Un documento del nostro tempo
The List trova la sua forza narrativa ma anche la sua difficoltà sustanziale nell’ambientare un intero racconto, per necessità di intenti e di cronaca, tra una casa e un aeroporto. Tra una folla che spinge per scappare e tre singoli di fronte a un computer, intenti a chiudere e salvare la lista. Questa costrizione claustrofobica del racconto rende la visione difficile e a volte perde l’attenzione dello spettatore.
Allo stesso tempo The List mette in mostra il potere, tutto del nostro secolo, di riuscire a spostare mondi e fare azioni concrete con un foglio Excel, un computer e un cellulare. Oggetti quotidiani ma potentissimi se usati per un forte obiettivo. Oggetti sempre attaccati alla corrente e da cui nessuno dei protagonisti si scosta, nemmeno per un secondo.
The Listè un documentario che porta in sé un valore storico e umano importante. Nonostante i suoi limiti narrativi è un documento della nostra epoca che porta con sé una delle ragioni fondative del genere: essere traccia delle azioni e delle storie del presente per non cadere nell’oblio del futuro.
The Listpuò essere visto in sala a Firenze il 15 ottobre alle 21.00 in occasione del Middle East Now, festival di cinema, documentari, arti visive, fotografia, cultura contemporanea, cibo ed eventi sul Medio Oriente.
Anno: 2023
Durata: 65'
Genere: Documentario
Nazionalita: Afghanistan
Regia: Hana Makhmalbaf
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