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‘Everything Now’ – Recensione del nuovo teen drama su Netflix

'Everything Now' riporta un sincero e dettagliato quadro dell'anoressia e della difficoltà di essere adolescenti.

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Cavalcando l’onda di  Sex Education e Heartstopper, Netflix, sforna un nuovo teen-drama dal gusto tutto nuovo: Everything Now. Creata da Ripley Parker e interpretato da una meravigliosa Sophie Wilde (ora al cinema con Talk to me) entriamo nella mente e nella vita di Mia, una ragazza sedicenne alle prese con l’anoressia.

La trama di Everything Now

Dopo essere stata dimessa da una clinica per disturbi alimentari, l’adolescente Mia Polanco è decisa a recuperare tutto ciò che si è persa durante il periodo di riabilitazione. Ma la ragazza dovrà presto rendersi conto che quella verso la guarigione è una strada lunga e dissestata.

Everything now

L’ansia di essere indietro

Cosa faresti se negli ultimi sette mesi avessi vissuto circondata da mura, se ogni boccone fosse stato monitorato e ogni chilo messo su registrato? E ora, tutto quello che devi fare per uscire è non fare la pazza per i prossimi cinque minuti. Ci riuscirai?

È con questo incipit che entriamo nella testa di Mia (Sophie Wilde), la nostra protagonista sedicenne appena dimessa da un istituto per curare i disturbi alimentari.

L’adolescenza, si sa, non è cosa semplice, il bisogno di sentirsi come gli altri, di sentirsi accettati e parte di un gruppo è altissimo. Mia si trova in questo contesto, appena dimessa e pronta a continuare a casa la sua terapia, sotto supervisione di personale scolastico e parenti, è pronta a riprendersi in mano la sua vita. Ma la situazione non è semplice come sembra.

I suoi amici storici sono andati avanti con le loro vite: chi ha iniziato a fare sesso, chi a fumare, chi ad andare alle feste e fare uso di droghe. Mia si sente terribilmente indietro e desidera ardentemente mettersi alla pari, per sentirsi come gli altri. Stila così una lista, di cose per lei importantissime da fare (un primo bacio, la prima sigaretta, un primo appuntamento e la prima volta…) e tenta di farle subito.

Se da una parte si priva di una cosa vitale come il cibo, dall’altra si lancia in un indigestione di esperienze che presto le si ritorceranno contro.

Un accurato sguardo ai disturbi alimentari

Everything Now

Il tono della serie è tipico di questi prodotti teen, se da una parte l’umorismo e l’apparente leggerezza ricordano molto Heartstopper e Sex Education, dall’altra il focus è su una ragazza vittima di un disturbo alimentare. La serie gestisce bene questa dualità, risultando piacevole da guardare, ma anche incredibilmente rispettosa e accurata nel descrivere l’anoressia.

Everything Now ci sbatte letteralmente in faccia l’anoressia di Mia, facendoci attivamente sentire ogni suo pensiero intrusivo, attraverso un voice over.
Sentire ogni suo pensiero rende inequivocabile ogni sguardo e ogni risposta di Mia, risultando a tratti didascalico, ma comunque molto efficace nel far immedesimare in Mia anche chi, un disturbo alimentare, non l’ha mai avuto.

Grazie anche ad un nutrito gruppo di amici, Everything Now riesce a diventare una storia universale. Se da una parte abbiamo Mia alle prese con la sua guarigione, dalla altra abbiamo una ragazza alle prese anche con l’adolescenza e ragazzi alle prese con le prime esperienze e con quel senso di rivolta che si ha solo da adolescenti.

Everything now, in conclusione

Una serie che sicuramente farà appassionare chiunque ami i teen-drama originali targati Netflix.
Offre un sincero e dettagliato (a volte fino alla ridondanza) quadro dell’anoressia e della difficoltà di essere teenager.
Una menzione speciale va a Sophie Wilde, che interpreta splendidamente Mia, e che ci auguriamo vedere sempre più presente sul grande e piccolo schermo.

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