Disponibile su Chili il primo lungometraggio del regista esordiente Brit McAdams, Paint (titolo italiano Il pittore) con Owen Wilson nei panni del protagonista e distribuito da IFC Films.
Il film non riesce a trovare un’identità precisa e fallisce nelle sue riflessioni, nella resa emotiva della crisi del protagonista e nell’efficacia della sua comicità.
PAINT – DI COSA PARLA?
Costruito sul calco del celebre Bob Ross, il protagonista del racconto è Carl Nargle (Wilson), un pittore sui generis dai modi pacati, una vistosa pettinatura afro e un minivan arancione. Carl dipinge in televisione sulla rete locale PBS Burlington, un comune del Vermont, ed è trattato come una celebrità, sia dallo staff che si scorge nel dietro le quinte, sia dagli spettatori, sempre rappresentati da una soggettiva del televisore.
Talmente accecato dalle attenzioni e dalla percezione che ha di sé, Carl non si rende conto che il suo status sta scivolandogli via dalle mani. Ben presto, infatti, l’emittente PBS assume una giovane pittrice, Ambrosia (Ciara Renée), che innescherà l’invidia, l’auto-riflessione e la crisi del protagonista.
TRA ARTE E PASSATO
Paint è una rom-com al confine con la dramedy che vorrebbe raccontare e toccare una molteplicità di argomenti contemporanei, senza tuttavia soffermarsi il tempo necessario su nessuno di questi. I temi sono abbozzati, banalizzati, poco approfonditi e talvolta resi in maniera contraddittoria.
La natura dell’arte e dell’artista è uno dei punti cruciali trattati nel film: i ritmi televisivi e dello show business hanno inglobato Carl in un loop di approvazione, a causa del quale dipinge sempre la stessa cosa con variazioni infinitesimali. È come se il protagonista si perdesse nel suo personaggio, finendo vittima di sé stesso e della monotonia; le rappresentazioni ricorrenti del monte Mansfield appaiono così come il segno di un passato rassicurante e di una mitologia in cui il protagonista è incastrato, una ricorrenza che finisce per diventare quasi una condanna (ne è un esempio la sequenza della vernice).
Un altro aspetto degno di nota è il tema del maschilismo: da sempre in una posizione di favore sia in ambito lavorativo che sentimentale, l’uomo del passato rappresentato da Carl (definito sessista all’interno del film) si trova a fronteggiare un contesto che sta cambiando ed è proprio la storyline di Ambrosia a creare questa frizione tra la tradizione e il mondo contemporaneo.
PAINT – I PROBLEMI
A causa di una scrittura approssimativa, Paint cade proprio nell’approfondimento e nella coesione di questa serie di spunti, che rimangono così solo superficiali, abbozzati e non sviluppati a dovere. Il discorso sull’arte risulta semplicistico e banale mentre il discorso sulla mascolinità cade nel momento in cui la scrittura riduce i personaggi femminili a delle macchiette senza profondità sfruttate in favore del racconto. La comicità funziona poi molto poco, non acquisendo una sua identità ma unendo forme di comicità diversa, dal grottesco al demenziale fino alla comicità sommessa vicina al deadpan.
Alla fine dei conti, Paintnon sembra avere né un’idea precisa della sua natura né della direzione del racconto, che risulta così inconsistente, abbozzato e senza una comicità vincente.
Il trailer
Paint
Anno: 2023
Durata: 1h36min
Genere: commedia, drammatico
Regia: Brit McAdams
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