‘Inu-Oh’ di Masaaki Yuasa – dal 12 ottobre al cinema
Dal celebre regista d'animazione Masaaki Yuasa, un film su un'amicizia che trascende il tempo con uno stile visivo da lasciare a bocca aperta. Candidato ai Golden Globes, sarà al cinema dal 12 ottobre.
Arriva nelle sale italiane dal 12 ottobre Inu-ō, il film d’animazione diretto da Masaaki Yuasa, famoso per Mind Game, Ride Your Wave e Devilman Crybaby. É stato presentato nella sezione “Orizzonti” della 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e ha ottenuto una nomination ai Golden Globes. É stato definito un’opera rock, perché fonde un’ambientazione medievale con l’immaginario del gram rock, del punk e dell’hip hop contemporaneo.
Questo lungometraggio, dallo stesso team creativo di anime acclamati come Ping Ponge Il ragazzo e l’airone, stupisce per il suo stile d’animazione ricco e ricercato e la bellissima colonna sonora di Yoshihide Ôtomo che unisce le sonorità tradizionali giapponesi con un rock coinvolgente.
Il personaggio di Inu-oh, enigmatico performer teatrale realmente esistito a cavallo tra il XIV e il XV secolo, è interpretato da Avu-chan, cantante del popolare gruppo fashion punk Queen Bee. Tomona, il monaco maledetto suonatore di biwa, è invece doppiato dall’attore e ballerino Mirai Moriyama.
Siamo in Giappone, nel periodo Muromachi, intorno al 1400. Due ragazzi, Inu-oh e Tomona, sono entrambi vittime di due maledizioni. Inu-oh, figlio del direttore di una compagnia sarugaku (forma di teatro che fonde musica, danza e acrobatica), è nato con fattezze deformi ed è stato allevato come fosse un cane. Tomona ha perso invece la vista il giorno della morte del padre, e ha deciso di imparare a suonare il liuto biwa per unirsi ad una compagnia di monaci. Quando i due ragazzi si incontrano entrano subito in sintonia grazie alla musica. Sono quindi in grado di inscenare performance coinvolgenti e mai viste prima, con musiche e movimenti di danza nuovi ed entusiasmanti. Attraverso le loro esibizioni raccontano le gesta degli spiriti che li tormentano, riuscendo a riavvolgere la storia e scoprire le loro origini.
Viaggio nel Giappone passato e presente
Inu-oh è un viaggio emozionante nella cultura nipponica, presente e passata. La storia di spiriti e destino su cui si poggia tutta la narrazione trova una profonda connessione nella musica ritmata che prosegue come un infinito lamento blues giocando con la costruzione della tensione. I momenti di danza e canto sono così ben eseguiti che lo spettatore si sente parte della folla entusiasta in scena. Rimane sospeso ad aspettare le magie di Inu-oh e i suoi stupefacenti movimenti. Ricorrendo ad una colonna sonora anacronistica s’intuisce come le performance di Inu-oh fossero innovative per l’epoca. Con questo “trucco” si aggira insomma il nostro orecchio da ascoltatori contemporanei.
L’occhio è continuamente coinvolto da una messa in scena ricca di dettagli. Lo stile d’animazione richiama le stampe giapponesi grazie alla linea grafica, alle campiture di colore piatte e ai pattern decorativi. Le inquadrature sono sempre composte con molta grazia ed equilibrio e i movimenti, anche più comuni, sono incredibilmente studiati e armoniosi. L’effetto è una visione nuova e interessante, con una deformazione dei volti che restituisce grande espressività. Il richiamo visivo va sicuramente a Ping Pong the Animation, il cui mangaka Taiyo Matsumoto, è infatti qui accreditato come capo del progetto grafico dei personaggi.
Oltre allo stile di animazione prevalente che ricorre per tutto il film, sono presenti alcuni momenti di ancora maggiore sperimentazione. In particolare, le soggettive dello sguardo limitato dalla cecità di Tomona, rese con quelle che sembrano pennellate frastagliate, sono tra le scene più d’impatto visivo del film.
La storia di un’amicizia oltre il tempo
La storia dell’amicizia tra Inu-oh e Tomona è un viaggio che prescinde dal tempo, potente come una maledizione. La trama prosegue come un racconto sospeso tra realtà e folklore e il sapore è proprio quello di una leggenda persa nel tempo. Inu-oh è un reietto senza apparente possibilità di redenzione. Nel momento in cui assaggia un briciolo di libertà la utilizza subito per sfogare la sua rabbia. É solo l’incontro con Tomona, un animo tranquillo e sensibile, a salvarlo. É infatti questo il momento decisivo di svolta del film. Da questo momento in poi il ritmo aumenta e diventa molto più coinvolgente. Se all’inizio infatti si fatica a raccapezzarsi nel passaggio tra una storyline e l’altra, l’incontro tra i due riporta ad uno stato di armonia narrativa.
Nella sua complessità di avvenimenti, Inu-oh costruisce personaggi quasi fanciulleschi. Ognuno di loro è completamente guidato dai sentimenti, i loro pensieri si traducono subito in azioni. É una rappresentazione viscerale che viene riflessa dalla musica. Anche il rock, nella sua potenza ritmica, riesce a liberare le emozioni abbassando le inibizioni. Così Inu-oh è guidato dalla sua voglia di riscatto tanto quanto suo padre lo è dalla sua sete di potere. Le relazioni di questo film, che siano benedette o maledette dal destino, hanno il gusto arcaico delle storie millenarie. In questo vediamo assolutamente un ritorno al tema dei racconti che Inu-oh e Tomona narrano nelle loro canzoni. Storie di passioni, di sangue e maledizioni.
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