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50 giorni di cinema Firenze

Middle East Now 2023. Navigare le transizioni

Middle East Now torna a Firenze dal 10 al 15 ottobre 2023. Gli appuntamenti sono al Cinema La Compagnia, al Cinema Astra, al Museo Novecento e in altri luoghi d'incontro, con un programma culturale che parte dal cinema e raggiunge il Medio Oriente.

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Middle East Now

Si apre la quattordicesima edizione del Middle East Now, questa volta organizzata nel contesto più ampio della 50 Giorni di Cinema a Firenze. Il festival si propone come porta d’accesso alla cultura mediorientale contemporanea, attraverso il cinema e le altre discipline con cui la settima arte dialoga, dalla fotografia al cibo.

Un programma fitto di anteprime internazionali, conversazioni e food tasting per un itinerario mente e cuore nei paesi dell’area mediorientale, oltre tutto ciò che ignoriamo.

Programma del Middle East Now 2023

Il cinema è il cuore del nostro Festival. Consideriamo le immagini uno strumento potente di comunicazione, di creazione di un legame con il pubblico, anche di un’affinità culturale e umana. Siamo partiti da questo per poi includere il teatro, la musica, i talk e altro per offrire allo spettatore un’esperienza multisensoriale dentro la cultura mediorientale.

Replica così il direttore artistico Roberto Ruta, quando gli facciamo notare la ricchezza esplorativa del Festival. Non solo geografia, dunque, ma un approccio globale finalizzato a raccontare cosa accade nel Medioriente adesso. Il programma è la diretta conseguenza di questa premesse. Si dipana su sei giorni a partire dal 10 ottobre, alternando proiezioni da ogni Paese mediorientale a interventi di registi, dibattiti, mostre d’arte e mappamondi culinari. Questa plasticità della programmazione consente una reale immersione in una cultura vicina e lontana dal nostro immaginario.

A Gaza Weekend di Basil Khalil

A Gaza Weekend di Basil Khalil

Si comincia con A Gaza Weekend di Basil Khalil, film d’apertura della rassegna, una commedia irriverente in cui il protagonista e sua moglie sono costretti a rifugiarsi a Gaza come posto più sicuro contro le intemperie del mondo e si chiude con il documentario palestinese Bye bye Tiberias (anteprima nazionale al Festival del cinema di Venezia 2023), sullo straordinario viaggio emotivo della regista Lina Soualem e sua madre, l’attrice Hiam Abbas, nel villaggio originario della famiglia in Palestina.

Middle East Now 2023 nell’epoca delle transizioni permanenti

In merito alla scelta dei titoli, il direttore Roberto Ruta sottolinea

la forza delle storie raccontate e la necessità di costruire un programma sulla base dei temi forti da approfondire in questo preciso momento storico. In molti casi, è il tema dell’edizione che ci guida.

35 film in anteprima nazionale o europea, una scelta raffinata delle pellicole più interessanti dei festival internazionali per scandagliare l’intera area mediorientale. Per essere nomadi curiosi in un universo altro, simile e difforme da conoscenze e preconcetti, bisogna saper abitare un presente transitorio e su questo il cinema sa venire in soccorso.

Ci troviamo in un momento di perenne transizione di punti di riferimento: immigrazione, populismi e identità di genere. Con il nostro Festival vogliamo offrire delle finestre di riflessione in cui il pubblico può recepire idee, spunti e anche pensare a modalità che rendano il futuro più condiviso, maggiormente relazionale. 

Baghdad on fire del regista iracheno Karrar Al-Azzawi

Il Medio Oriente è il luogo delle lotte giovanili per la libertà, come raccontato da Baghdad on fire del regista iracheno Karrar Al-Azzawi, ma anche lo spazio per narrare una mascolinità altra da quella dipinta solitamente nei riti di passaggio all’età adulta, come brillantemente espresso dal libanese George Peter Barbari in Death of a virgin and the sin of not living (selezione berlinale). Ed è ancora la terra in cui si reiventa il passato, come illustrato da Lyd, pluripremiato documentario di Rami Younis e Sarah Ema Friedland. Prodotto da Roger Waters dei Pink Floyd, il film segue ascesa e caduta della città di Lyd, che da vivace città palestinese si spegne con conquista e fondazione dello Stato di Israele.

Focus Palestina: anteprime e eventi da non perdere

Il programma del Festival ha un occhio di riguardo per la Palestina, un contesto politico e sociale fondamentale in Medio Oriente, non solo per i conflitti ma anche per la grande vivacità culturale che lo contraddistingue.

Q di Jude Khoury.

Q di Jude Khoury.

Cosa significa essere palestinesi? Le pellicole del Middle East Now 2023 sono in grado di raccontarlo. Oltre ai film già menzionati, tanti titoli presentano questo tratto distintivo. Citiamo ad esempio Q di Jude Chehab, un documentario sull’influenza che un ordine religioso matriarcale e segreto in Libano ha esercitato su tre generazioni di donne della famiglia della regista. Premiato al Festival di Tribeca (Best New Documentary Director) e di Sheffield (Grand Jury Award), il film racconta con acume e delicatezza insidie e tremori di un’affiliazione così profonda. La proiezione avverrà alla presenza della regista.

Poi, SHAYDA di Noora Niasari, la storia di una donna iraniana che trova rifugio in Australia insieme alla figlia, dopo esser scappata dal marito che la perseguitava. Un lungometraggio poetico sulla vulnerabilità e la forza d’animo di un personaggio femminile magnetico, interpretato da Zar Amir Ebrahimi, migliore attrice a Cannes 2022 per Holy Spider.

Infine, l’anteprima nazionale di Talking with rivers, ultima pellicola del maestro del cinema iraniano Mohsen Makhmalbaf, presente a Firenze per introdurlo. Un film compatto e asciutto in cui Iran e Afghanistan conversano come i fratelli che erano, prima della separazione definitiva. Una maniera dialogante di congedarsi da una rassegna che fa dell’incontro un’esortazione all’accoglienza.

Sono Diletta e qui puoi trovare altri miei articoli

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