Si è conclusa su Apple Physical 3, arrivata alla sua ultima stagione. Riprendono i loro ruoli la protagonista Rose Byrne, Rory Scovel, Paul Sparks, Dierdre Friel, e la new entry Zooey Deschanel. Ideata da Annie Weisman, è prodotta dalla creatrice di You, Sera Gamble.
Il trailer – Physical 3
Liberarsi della Voce
E’ stato strano questo finale di serie per Physical 3, una serie che già dal suo esordio prometteva di sfavillare dentro gli anni ’80. Facendolo con una certa personalità. Sheila era il prototipo della casalinga annoiata e soggiogata da un marito padronale, anche se con una caratterizzazione comica e senza alcuna motivazione che la prendesse. Che la costringesse a rialzarsi. Ma c’era quella vocina dentro di lei pronta per smuoverle qualcosa. Liberarla dal soffocante peso di non piacersi e di essere un peso per se stessa.
I voice over erano, e in parte rimarranno, una particolarità della serie stessa. Sheila parlandoci ci costringeva ad immergerci assieme a lei nello specchio che la faceva vergognare della sua bulimia. Delle sue frustrazioni rispetto ad un matrimonio ormai finito da anni e del coraggio che le è sempre mancato per mettervi la parola fine. Ma ben presto quella voce è diventata il vero nemico di Sheila. Un contraltare doveroso e automatico per sopperire la magrezza di poli opposti e sussulti della serie. Ed è un po’ questo il problema di Physical 3. Aver costruito una circolarità del personaggio di Sheila che alla fine parlava solo con sé stessa, non accorgendosi che il mondo attorno a lei diventava eroinacentrico.
La tv commerciale e la ascesa/discesa negli anni ‘80
Il problema di Physical, ma già dalla seconda stagione, è aver pensato che il turbine delle decisioni sbagliate e narcise del personaggio di Sheila potesse bastarsi da solo. Mettendo e poi togliendo la superfice anni ’80 in cui la protagonista era immersa. Il viaggio di Sheila è un viaggio nella tv commerciale delle videocassette, delle tv private intente a vendere prodotti dimagranti per le casalinghe depresse e disperate. E Sheila si trasforma in questi due donne nel corso delle tre stagioni. Nella donna a cui dà lezioni e nell’imprenditrice senza scrupoli del mondo dell’aerobica commerciale. La serie funzionava quando a Sheila venivano messi paletti e difficoltà varie. Come ogni eroina che viene stimolata negli ostacoli a crescere.
Una Serie che si ferma a metà
Ha smesso di farlo quando Physicalsi è diviso in due trame ben evidenti. La parte Breaking Bad e quella dell’autorialità femminista. In Sheila ci sono due mondi e letture. Da una parte il suo personaggio è spinto da una coazione a ripetere che la spinge a rubare i soldi del marito, ad essere ricattata dalla maestra di aerobica Bunny e dal ragazzo hippy Tyler, per far nascere una nuova personalità carismatica e nel tempo autodistruttiva, proprio come accade a Walter White. Ma dall’altra Physical, e ciò è lampante nella seconda stagione, cerca di far riflettere sulla malattia bulimica di Sheila.
Che va in cura in una clinica, cerca di far scomparire la sua voce per affermare una problematica da esilio emotivo dettato dal suo corpo. Un corpo che ha fame, si pente di mangiare, non sapendo da che parte protendere e chi stare a sentire. Tanto è divisa Sheila tra due entità, quella insicura e che si demoralizza continuamente, e quella da acida casalinga pronta a tutto per le sue velleità imprenditoriali. Che spinge lo spettatore a farsi un bel domandone. Chi è la vera Sheila e dove va a sbattere realmente la serie.
Non basta Zooey Deshanel a Physical 3
La new entry dell’ex Jessica Day poteva sembrare un’ottima trovata per smuovere la serie. Anche perché forse la cosa più significativa della stagione finale è la voce di Sheila che prende le sembianze della Deschanel. Due star delle tv locale che si fanno la guerra poteva essere un’ottima nemesi e vitalità per il finale di stagione e serie. Invece Physical 3inspiegabilmente finisce per piegarsi su se stessa. Cioè su Sheila. Il suo personaggio fatica a sapere cosa fare e che strada prendere. Anche perché la ricerca della sua voce e la lotta con essa è frammentata e sospesa da beghe sentimentali e familiari. Se la si vede su questo versante, la terza stagione sembra più quella del passaggio evolutivo e di mezzo più che quella finale.
Visto che parliamo di un espediente analogo ossia quello dell’interpellazione, Sheila assomiglia di molto alla costruzione del character-driven di Fleabag, serie con Phoebe Waller-Bridge. Difatti l’alter-ego della Byrne si occupa di quanto i suoi sentimenti disfunzionali siano reali e tortuosi. Un amore egocentrico, indeciso tra il mercante di pomodori e l’eterno sentimento per il direttore dei grandi magazzini John. Mentre l’ex marito Danny arriva al definitivo scambio di posizioni rispetto a come la serie era iniziata. Nel ricordo ossessivo verso la moglie, che ricatta bonariamente per la sua creatività imprenditoriale, il personaggio di Scovel anch’egli passa da una relazione a circuito chiuso all’altra terminando con la segretaria della stessa Sheila. Si nota, nella costruzione delle dinamiche dei e tra i protagonisti, come Physical 3 voglia rendere complessi, distorti e precocemente risolutivi i suoi interpreti, in una struttura circolare che stenta ad avere una sua linearità narrativa.
Il corpo come identificazione del Girl Power
L’ultimo episodio mette troppe pezze a una stagione lacunosa. Sheila ha l’ultimo duello con la sua mente. Questa volta rappresentato dall’amore della serie, il suo John. Mangiano in un’alta borghese casa sulla spiaggia e un secondo dopo l’uomo sparisce. La fine di una stagione che collima col non risolto di Sheila. Le problematiche con un grande sipario sulla vita vengono di colpo risolte nel lampo di trenta minuti. La protagonista fa pace con quella vocina dentro di sé che la costringeva a devastarsi, mangiare, vomitare e non sentirsi all’altezza. La conclusione è simile al suo inizio.
Sheila, donna in carriera col suo ultimo voice-over, cerca di convincerci e autoconvincerci come, grazie all’aerobica e allo sforzo fisico, ha trovato la forza e la possibilità di definire il suo sé. E ancora una volta il mondo di Physicalè monodirezionale e approssimativo. Sheila ha ottenuto il massimo da se stessa, forzando il suo corpo e le sue abitudini. La sua evoluzione ha bisogno del sudore per compiersi. Un’eroina biomeccanica che ha celato in ciò tutto il costrutto del suo viaggio. Forse la serie vuole dirci col finale che Sheila alla fine è rimasta chiusa in ciò che la tv commerciale degli anni’80 ha propinato alle casalinghe della sua generazione? Un grande ‘spottone’ dell’apparenza e della definizione dell’esteriorità a discapito delle difficoltà psicofisiche?
Physical 3 dimostra il problema degli esordi e della loro continuazione. Sheilae la sua serie rimangono impantanati nell’uso che fanno del loro corpo. Una gabbia di sforzi meritevoli e risultati poco esplorati.
Anno: 2023
Durata: 30
Distribuzione: Apple Tv+
Genere: Commedia
Nazionalita: Usa
Regia: Annie Weisman
Data di uscita: 02-August-2023
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