Nel suo esordio alla regia, Michael Sarnoski racconta una strana storia di riconciliazione con il mondo, che passa attraverso la natura vegetale e animale come ultimo, reale baluardo per la salvezza dell'uomo. Nel ruolo del protagonista, l'eccellente Nicolas Cage. Su Prime Video
Passato in sordina a causa del Covid, PigIl piano di Rob è un film di genere drammatico diretto da Michael Sarnoski, che l’ha scritto insieme Vanessa Block. Nel suo esordio alla regia, il cineasta decide di raccontare la storia di un cacciatore di tartufi insieme al suo maiale. Dopo il rapimento di quest’ultimo, il protagonista affronterà un viaggio impervio dai boschi dell’Oregon a Portland, dentro il suo passato e alla ricerca del suo compagno di vita. Nei panni di Rob, un incredibile Nicolas Cage. Nel cast sono presenti anche Alex Wolff e Adam Arkin.
Uscita nelle sale nell’estate del 2021, la pellicola è stata elogiata in particolar modo per la scrittura e la performance attoriale di Cage, nominato al Critics’ Choice Movie Award come miglior attore. Per la sceneggiatura, invece, si è aggiudicata l’Independent Spirit Award.
Prodotto da AI Film, Endeavor Content, Pulse Films, BlockBox Entertainment, Valparaiso Pictures e Saturn Films. Disponibile su Prime Video.
PigIl piano di Rob, la trama
Oregon e le sue foreste. Una lunga carrellata di riprese naturali introduce lo spettatore al protagonista della storia. Rob Feld (Nicholas Cage) vive lontano dal centro abitato in una dimora fatiscente, bruto e solo eccetto che per la presenza di un maiale femmina che lo aiuta nella ricerca di tartufi. Si comprende fin da subito che è, come spesso accade, molto di più: una compagna di vita, il residuo vitale di un’esistenza ai confini, la destinataria della sua tenerezza.
Pig – La vendetta di Rob di Michael Sarnoski con Nicolas Cage, Alex Wolff e Cassandra Violet (Credits: NEON)
L’animale consente a Rob di mantenere i contatti con il mondo civilizzato. In particolar modo, l’umano aldilà della radura è rappresentato da Amir (Alex Wolff), fornitore di ristoranti di lusso alle prime armi. La presunta quiete di Rob s’infrange quando un duo di balordi ruba il suo maiale. Rob dovrà tornare dove tutto è iniziato, affrontando i suoi demoni per ricongiugersi con ciò che gli è caro.
PigIl piano di Rob, la scrittura del protagonista come elemento vincente
– Ti sei liberata delle tende? – Laurie ha sempre voluto farlo. – Così è meglio.
Prima di ogni riflessione possibile, il lungometraggio d’esordio di Sarnoski nasce in seno al periodo pandemico. Come molte pellicole esalate in tempi di grandi stravolgimenti, la flessione verso l’interno, la sospensione dei legami e l’alterazione dei codici linguistici possono scardinare vecchi stilemi e produrre qualcosa di nuovo. Pig centra appieno questa premessa. Se si isolano gli elementi basilari della trama, un misantropo che trova nella lontananza dagli uomini e nella vicinanza alla natura – animale e non – l’unica occasione di conforto e serenità, non si fatica a rinvenirne un tracciato già declinato in altri film. Citiamo ad esempio, sicuramente con toni e declinazioni differenti, Capitain Fantastic o Wild.
Spesso l’isolamento dal mondo è la reazione ad un dolore incommensurabile, che costringe a tagliare i ponti con la vita precedente. Un nuovo evento traumatico spinge, poi, l’antieroe a fare i conti con quel tormento originario verso una sintesi nuova, forse meno divisiva dell’esistenza. Non è quindi l’innesto narrativo a rendere questa pellicola originale. Al contrario, la fa aderire pienamente al genere. È, invece, la scrittura del protagonista a costituire l’elemento di maggior pregio del film. Il suo assetto esistenziale, emotivo e relazionale è il perno su cui s’incuneano tutte le scelte stilistiche del cineasta. Dove posizionare la cinepresa, che tipo di luce utilizzare fino ai dialoghi: ogni cosa segue il binario tensivo di quest’uomo che smantella se stesso, senza mai cambiare davvero.
La performance di Nicolas Cage
Pig è un film asciutto. Sarnoski lavora in sottrazione di forma, ma in generosità di contenuto. Come il suo protagonista, il lungometraggio si dota di pochissimi elementi umani che confermano a Rob i motivi per cui si è allontanato dalla comunità. Quest’uomo che sembra non aver bisogno di nessuno non si trasforma nel corso del lungometraggio, ma provoca un cambiamento nel percorso di chi lo incontra. Sia Amir che Darius (Adam Arkin) sono la rappresentazione della deriva capitalistica del mondo di oggi, prodotti di una contemporaneità dipinta come la intende Rob: falsa, assurda, malata, triste.
Nicolas Cage e Alex Wolff (Credits: NEON)
Nicolas Cage si offre anima e corpo al suo personaggio, regalando allo spettatore una performance molto diversa dalle sue precedenti, ma di notevole impatto drammaturgico. Magnetico, calibrato ed efficace in un’evoluzione che ha anche i suoi picchi di violenza, convince per la profondità con cui si addentra nella psiche e nell’emotività di Rob, spingendo lo spettatore ad empatizzare e a fare il tifo per lui. Come per Amir, Rob affascina e allontana, in un equilibrio che tiene l’audience in bilico e invita a riflettere sulla propria postura esistenziale.
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