Torino Film Festival

Ugo Nespolo firma l’immagine del 41 Torino Film Festival

Published

on

Giunge alla 41ma edizione il Torino Film Festival, diretto per il secondo anno consecutivo da Steve Della Casa. Il Museo Nazionale del Cinema ha deciso di affidare nuovamente a Ugo Nespolo la creazione dell’immagine coordinata del festival.

Ugo Nespolo viene acclamato a livello internazionale per la sua arte tra pittura, cinema e scultura, ed è tra i più importanti artisti del panorama italiano contemporaneo. Inoltre è stato Presidente del Museo del Cinema di Torino dal 2011 al 2014.

Così Ugo Nespolo riguardo al concept da cui nasce l’immagine “Come potremmo noi – parafrasando Jean-Luc Godard – non amare davvero, anche, ma non solo, dal punto di vista visivo The Searchers. Un capolavoro assoluto del film western americano, considerato dall’American Film Institute il dodicesimo film nell’elenco dei migliori film statunitensi di tutti i tempi. L’invito di Steve Della Casa a lavorare all’immagine icona di John Wayne che grazia la giovane Debbie – Natalie Wood, è stato da me accolto con la gioia di rivisitare una scena risolutiva che corona una trama dai forti contenuti psicologici, dalle originarie incomprensioni critiche. È proprio la vocazione del Torino Film Festival quella di non proporre progetti comodi e risaputi ma di saper dare vita a ricerca e questioni, punti di vista sempre critici e per questo davvero innovativi”.

Nell’immagine realizzata per l’edizione 2023, Ugo Nespolo declina uno dei più celebri fotogrammi di Sentieri Selvaggi di John Ford. John Wayne tiene tra le braccia Natalie Wood, celebrando al contempo l’omaggio che quest’anno il TFF dedicherà al popolare attore. Il ricordo di una vera e propria icona del cinema western nel 60° anniversario dell’uscita di Donovan’s Reef (I tre della croce del sud).

L’ottica percorsa dal festival è quella di promuovere tanto il cinema popolare quanto il cinema d’autore. Ad accompagnare l’immagine del 41 TFF, perciò, anche una citazione di Jean-Luc Godard.

“Come posso io odiare John Wayne e poi amarlo teneramente quando prende improvvisamente in braccio Natalie Wood negli ultimi minuti di Sentieri Selvaggi?”

Ugo Nespolo

Ugo Nespolo nasce a Mosso (BI), si diploma all’Accademia Albertina di Belle Arti a Torino e si Laurea in Lettere Moderne.

Nei tardi Anni Sessanta fa parte della Galleria Schwarz di Milano che conta tra i suoi artisti Duchamp, Picabia, Schwitters, Arman. La sua prima mostra milanese, presentata da Pierre Restany, prende il titolo di “Macchine e Oggetti Condizionali”. In qualche modo rappresenta il clima e le innovazioni del gruppo che Germano Celant chiamerà “Arte Povera”.

Negli Anni Sessanta si trasferisce a New York dove si lascia travolgere dalla vita cosmopolita della metropoli. Subisce il fascino della nascente Pop Art, mentre negli Anni Settanta milita negli ambienti concettuali e poveristi. 

Nel 1967 è pioniere del Cinema Sperimentale Italiano a seguito dell’incontro con Jonas Mekas, P. Adams Sitney, Andy Warhol, Yōko Ono, sulla scia del New American Cinema. Assieme a Mario Schifano Nespolo si dedica al Cinema d’Avanguardia. Quindi, tra il 1967 e 1968, realizza numerosi film che hanno come protagonisti gli amici e colleghi Enrico Baj, Michelangelo Pistoletto e Lucio Fontana. A Parigi Man Ray gli dona un testo per un film che Nespolo realizzerà col titolo Revolving Doors. I suoi film sono stati proiettati e discussi in importanti musei, tra i quali il Centre Pompidou a Parigi, la Tate Modern a Londra, la Biennale di Venezia.

Assieme a Enrico Baj Nespolo fonda L’Istituto Patafisico Ticinese. Ad oggi, è riconosciuto come una delle più alte autorità nel campo.

Nei tardi Anni Sessanta con Ben Vautier dà il via ad una serie di Concerti Fluxus, tra questi il primo concerto italiano dal titolo Les Mots et les Choses

Nonostante le contaminazioni americane, non dimentica gli insegnamenti delle Avanguardie europee. È infatti molto marcata l’influenza di Fortunato Depero dal quale Nespolo trae il concetto di un’arte ludica che pervade ogni aspetto della vita quotidiana. Il concetto di arte e vita (che è anche il titolo di un libro pubblicato dall’artista nel 1998) sta alla base dell’espressività di Nespolo. Allo stesso modo, è eredità del Movimento Futurista: Manifesto per la Ricostruzione Futurista dell’Universo (1915).

Da qui anche il suo interesse per il design, l’arte applicata e la sperimentazione creativa in disparati ambiti. Tra questi, la grafica pubblicitaria, l’illustrazione, l’abbigliamento, scenografie e costumi di opere liriche. La sua ricerca spazia anche da punto di vista dei materiali. Lavora su molteplici supporti e con tecniche differenti: legno, metallo, vetro, ceramica, stoffa, alabastro.

Sicuro che la figura dell’artista non possa non essere quella di un intellettuale, studia e scrive con assiduità dei fatti e delle discipline che han da fare con l’estetica ed il sistema dell’arte.

Nel gennaio 2019 l’Università degli Studi di Torino gli conferisce la Laurea Honoris Causa in Filosofia.

La sua arte è, quindi, strettamente legata al vivere quotidiano e carica di apporti concettuali.

“Non si può fare arte senza riflettere sull’arte”

L’oggetto è al centro delle sue ricerche, è mezzo espressivo, linguaggio creativo. Viene estrapolato dal suo uso comune ed acquista valore di opera d’arte. Allo stesso modo non dimentica il passato, lo rivisita, lo reinterpreta, lo rende attuale attraverso la citazione e la rievocazione, dandogli nuova vita, rendendolo spunto di riflessione.

Taxidrivers è media partner con Torino Film Festival.

Exit mobile version