L’acqua di San Giovanni, opera prima di Anna Claudia Bassani, è in concorso all’Ischia Film Festival nella sezione cortometraggio del Festival.
L’acqua di San Giovanni : la trama
Lidia è una bambina che vive nella campagna toscana insieme alla madre e al nonno. Tutte le mattine, prima di alzarsi, è costretta a mettersi dei sassi in tasca altrimenti volerebbe via. Lidia, infatti, è troppo leggera e la madre, Rosa, spera che la notte di San Giovanni, con le sue proprietà benefiche e magiche, la guariscano.
La notte di San Giovanni è quella tra il 23 e il 24 giugno, quando il solstizio d’estate è vicino e il sole al massimo della sua forza.
La tradizione popolare prevede che venga acceso un falò purificatore per allontanare i demoni e far sì che le ceneri proteggano i germogli dei campi. E che, durante la notte, si lasci fuori casa un vaso con acqua e fiori raccolti affinché la rugiada degli dèi la renda miracolosa.
Con quest’acqua Rosa fa il bagno alla figlia, prega San Giovanni di lavare via la leggerezza, di farla rimanere giù e non farla volare più.
Purtroppo, o per fortuna, non ottiene il risultato sperato: Lidia, senza sassi nelle tasche, fluttua in aria leggerissima. E leggerissima rimane, anche quando appesantirla sembra l’unica cosa da fare.
L’amico Elio, unico a sostenerla ed accettarla per com’è, fantastica insieme a lei su quanto disti la luna e su che sapore possa avere, con la naturalezza e spontaneità che caratterizzano la loro giovane età.
Forse la luna dista qualche minuto, forse sei, sette giorni. Forse sa di polvere, come quando al mare la sabbia rimane in bocca, o forse è salata.
Ed Elio, per assecondare la leggerezza dell’amica, farle assaggiare la luna e permetterle di tornare a terra, le costruisce due ali.
La poesia della leggerezza
La magia della notte e dell’acqua di San Giovanni si riflette nel corto della giovane regista, nei colori e nella tessitura delle immagini.
Il rosso dei capelli di Lidia sembra combinarsi perfettamente con il verde dei campi e della campagna in cui corre e vive; i luoghi raccontati e delineati tra fuoco, acqua, aria e terra assumono una dimensione poetica e divengono come spazi incantati, sospesi e fuori dal tempo.
Anna Claudia Bassani, con un piccolo budget e un’autoproduzione alle spalle, dà vita ad un’opera prima che rende omaggio ad una pratica e tradizione casalinga, ma non solo: trasmette un messaggio di accettazione, di sé, del proprio corpo e dell’altro.
Oltre le paure che ci assalgono e il timore dell’inadeguatezza e dell’approvazione degli altri, rimanere sé stessi è, quasi sempre, la via migliore per accettarsi così come si è. E questa, forse, è la vera magia.
Così come magico è L’acqua di San Giovanni.