In Normale, la quindicenne Lucie (Justine Lacroix), vive a Chelles con William (Benoit Poelvoorde), il padre, affetto da sclerosi multipla. A scuola ha sempre la testa altrove, non segue le lezioni e spesso si addormenta. Una professoressa allerta allora un’assistente sociale e Lucie va in crisi. Le condizioni di salute del papà peggiorano di giorno in giorno e lei teme che possano trasferirla in una casa famiglia.
William ha bisogno di marijuana per rilassarsi, ma deve un mucchio di quattrini a Selim (Sofian Khammes), l’amico che gliela procura. Etienne, un compagno di scuola di Lucie, di cui lei è innamorata, vorrebbe convincere gli amici di classe che non é gay. Per far colpo su Stephanie, la ragazza dei suoi sogni, in cambio di un sacchetto di erba, propone a Lucie di far finta di praticargli in pubblico del sesso orale. Ma l’idea va a monte e i due legano sempre più. L’assistente sociale piomba in casa e William crolla e confessa di essere diventato cieco. Un finale aperto chiude la vicenda.
Normale: un dramma delicato, raccontato in punta di piedi
Olivier Babinet immerge il film in una sorta di realismo magico e, senza mai scadere nel patetico o nel melodrammatico, racconta come la vita di un’adolescente possa essere stravolta da una malattia inesorabile che colpisce un genitore.
Il regista mescola fantasia e realtà, inserisce degli incubi di Lucie e lascia che il tenero William si diletti sul suo PC con un videogioco porno dove i protagonisti sono degli zombie. Nelle prime battute Lucie, grazie alla sua fervida immaginazione, inventa storie fantasiose, che affida in gran parte al suo diario segreto. Babinet, poi, cambia passo e lascia che la vicenda si muova su due binari; da un lato l’affettuoso e caldo rapporto tra Lucie e il padre e dall’altro la dolce liason tra lei ed Etienne.
Poelvoorde con la barba incolta e i capelli lunghi e spettinati è magico come sempre. Basato sull’opera Monster in the hall di David Greig.
Prodotto da No Mad Entertainment. Presentato al Napoli Film Festival