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Lucca Film Festival

‘Stained Skin’, una favola profonda

Il cortometraggio verrà presentato al Lucca Film Festival

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Stained Skin verrà presentato al Lucca Film Festival 2023 nella sezione Film For Our Future.

L’evento è alla sua 19° edizione e sta proponendo titoli interessanti, proiettati in varie parti del mondo come ad esempio il cortometraggio diretto dai giovani registi esordienti Adam Graf e Mandy Peterat.

Il corto ha vinto al Palm Springs International Short Fest, ricevendo il premio “Special Mention Best Student International Short”. Graf ha iniziato la sua carriera principalmente come direttore della fotografia partecipando a vari cortometraggi a importanti festival cinematografici come Good German Work di Jannis Alexander Kiefer, ai Festival della FIAPF  Moscow International Film Festival (dove vince il premio come miglior cortometraggio) e Warsaw Film Festival e il film Handbook di Pavel Mozhar andato all’Amsterdam International Documentary Film Festival e al DOK Leipzig.

Mandy Peterat è una regista che si occupa principalmente di scenografia e ha conseguito un Master alla Filmuniversity Babelsberg. Dopo un periodo di lavorazione di tre anni, è riuscita a completare il cortometraggio Stained Skin insieme a Adam Graf.

L’unione fa la forza

Stained Skin è un’opera che dà l’opportunità di comprendere che stare insieme nei momenti difficili è l’unico modo per risolvere problemi di diversa natura.

Ci troviamo in un mondo distopico. Alba e Samy trascorrono le loro giornate nei sotterranei di una fabbrica tessile, dove il loro destino è governato dal costante ritmo delle macchine. Come delle ombre, estraggono tessuti senza fine da una tintura blu scuro, il cui segno permanente si è ormai impresso sulla loro pelle. Mentre lavorano insieme, Alba intrattiene Samy con la storia avvincente di una giovane ragazza che viveva negli abissi più profondi dell’oceano. Nel frattempo, Samy si lascia sempre più coinvolgere dalle parole che dipingono il personaggio di Nanami, una figura determinata a liberarsi dall’oppressione dei dominatori dell’oceano.

I personaggi riescono ad esprimere la loro tristezza che riflette la situazione in cui vivono.

Probabilmente in molti possono vedersi nei protagonisti in quanto il desiderio della libertà appare spesso come un miraggio o come una lontanissima luce proveniente da un faro.

La messa in scena di Stained Skin è a suo modo semplice e diretta. Le espressioni dei personaggi riescono ad evocare la chiarezza di quello che sono.

Il merito va anche alle ottime inquadrature e alla vasta esperienza del regista e direttore della fotografia (ricopre entrambi i ruoli all’interno del corto), Adam Graf.

I registi Mandy Peterat e Adam Graf  hanno lavorato tre anni al un cortometraggio, semplice e  toccante, che narra di quanto la libertà possa salvare noi stessi dall’oscurità più profonda come quella che si può vedere nell’oceano.

Quando l’animazione diventa poesia

Anche le luci e le ombre di Stained Skin sono protagoniste della storia narrata.

È affascinante il modo in cui i personaggi vengono catturati dalla luce senza alcun tipo di sbavatura o esagerazione, quasi come se a livello di sceneggiatura si volesse far comprendere che i personaggi si trovano in una profonda oscurità, ma è comunque possibile che la luce della speranza un giorno possa arrivare.

La saggia scelta nell’esprimere il tema della speranza all’interno del film tramite la tecnica dell’animazione per far emergere il racconto di Nanami, che vuole liberarsi dall’oppressione dei dominatori dell’oceano, è un’idea intelligente e assolutamente non furba.

L’animazione di Andrei Ebîncâ rimane fedele all’atmosfera che intravediamo nella storia di Alba e Samy. Le vediamo lavorare in modo monotono, senza che traspaia la possibilità di liberarsi e vivere la propria vita.

Andrei Ebîncâ vuole esprimere la storia di Nanami attraverso colori scuri e lievemente pittorici. Non ci troviamo davanti alla tipica animazione 2D, ma vicino alle animazioni mature e intelligenti di Marjane Satrapi (Persepolis)e David Polonsky (Valzer con Bashir) in cui il bisogno di libertà viene introdotta in termini favolistici e semplici.

La libertà è un sogno

Stained Skin di Mandy Peterat e Adam Graf vuole coraggiosamente raccontare una storia che si connette  alla politica e alla lotta sociale quasi come se ci volesse far vedere che in questo mondo esiste una potentissima differenza delle classi sociali, facendoci ricordare Snowpiecer del Maestro Bong Joon-ho e dicendoci silenziosamente che l’unico modo per sopravvivere ed essere liberi è affidarsi al potere dell’immaginazione.

I Fratelli Dardenne raccontano in modo realista e diretto la realtà, ma Mandy Peterat e Adam Graf non sono da meno. Esprimono la realtà attraverso una drammaturgia che non fa mai l’occhiolino al pubblico, ma che esprime una poesia attraverso le immagini, in modo molto vicino al cinema europeo.

Mandy Peterat e Adam Graf sono registi che hanno regalato un sogno all’interno di un buio pesto e si ha molta curiosità nel vedere i loro prossimi film e capire come esprimeranno le loro storie.

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Stained Skin

  • Anno: 2022
  • Durata: 9' 17"
  • Genere: Drammatico, Animazione
  • Nazionalita: Germania
  • Regia: Adam Graf e Mandy Peterat