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Sky Film

‘The Palace’ di Roman Polanski e la borghesia disfunzionale

Il cinepanettone di Polanski rincorre i mostri di vanziniana memoria e l’incubo dello spazio chiuso del cineasta polacco

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The Palace

The Palace , è disponibile su Sky cinema e in streaming su Now Tv. Si tratta dell’ultimo film di Roman Polanski, prodotto dal teatro Eliseo e dall’amico, qui anche interprete, Luca Barbareschi. L’opera vanta un comparto produttivo abbastanza ampio che si mischia tra Italia, Francia e Polonia, dalla casa di produzione di Polanski, la Roman Polański Productions, fino alla Lucky Bob. Nel cast un nutrito cast di attori noti e meno noti. Nel film infatti figurano le star hollywoodiane Mickey Rourke e John Cleese, oltre al boss di Gomorra – La Serie, Fortunato Cerlino. Da notare come la sceneggiatura sia il risultato di un lavoro a tre tra lo stesso Polanski, il regista Jerzy Skolimowski e la moglie di quest’ultimo. Ewa Piaskowska.

Il trailer – The Palace

Il grottesco che si fa palazzo

La prima domanda che verrebbe da porre a Roman Polanski, se si avesse il privilegio di intervistarlo, è semplice ma nello stesso tempo complessa e molto breve. “Perché?”. Effettivamente non si capisce la motivazione per la quale Polanski si sia imbarcato in una disavventura cinematografica di questo livello. I finanziamenti che non ci sono più dopo le scure hollywoodiane e europee? (Per la prima volta dal suo esilio il regista polacco non riceve finanziamenti pubblici dalla Francia, stato amico dove risiede dal 1978). Voleva fare un film iperleggero e demotivato da tutto? In attesa di capire questi perché, che ci possano spiegare il passaggio da un ottimo film come L’ufficiale e la spiaThe Palace, bisogna analizzare quello che Polanski ha posto nella sua ultima rappresentazione filmica.

The Palace

Un’operazione grottesca e nostalgica

A tratti The Palace pare un classico “Natale a..”, ma diretto indubbiamente meglio. Nulla è causale nel cinema e non sfugge la vicinanza al cult del 1999 vanziniano Vacanze di Natale 2000. C’è tutta la voglia di creare quel susseguirsi di scenette demenziali e gag volutamente trash, nel segno della costruzione dei mostri che popolano questo palazzo/hotel di Gstaad, in Svizzera. Tutti i personaggi sono volutamente goffi, stereotipati, improbabilmente comici o, a dirla, tutta eccessivamente cringe. Dalla ragazzina obesa bloccata “nel corpo” di suo marito quasi ottantenne alla nobildonna e l’idraulico (repertorio ormai classico non solo di Vanzina, ma delle commedia sexy italiana). Una costruzione che evidenzia l’intento di Polanski di rendere questo sportello verso i 2000 sopra le righe e senza alcun controllo d’intreccio. Perché a ben vedere non c’è una storia reale in The Palace.

Ci sono trame minori, storie più in vista e sottotrame che hanno a che fare con il personaggio di Rourke nell’arricchirsi grazie al pericolo del millenium bug. E quella politica con gli ospiti russi, l’ambasciatore e le loro escort che tra lo sfarzo e gli eccessi guardano la Russia cambiare con l’ascesa di Vladimir Putin e gli affari che potranno farci sopra. Ma non vi è un plot che potrebbe dirsi davvero centrale, i personaggi sono legati al secolo in cui vivono e al timore/eccitazione del nuovo millennio. Ogni aspetto e sfaccettatura dei protagonisti sono dettati dalla loro voglia di evasione nei centimetri del palazzo.

Il carnevale di Polanski

Il cineasta polacco si è sempre trovato a suo agio nello spazio chiuso, dal recente Carnage a pietre miliari del suo cinema come Inquilino del terzo piano e Repulsion. Il delirio di Polanski molto spesso, e The Palace ne è un caso emblematico, viene suddiviso nell’incubo dello spazio stretto in uno stile grottesco molto vicino all’humor nero. Qui ha il sapore di pura demenzialità dilaniata da scenette da improvvisata slapstick comedy, ma che comunque sottolinea la voglia di Polanski di formare il suo distratto carnevale. Un castello quasi gotico, quello del palazzo svizzero, dove il suo direttore e il receptionist tentano di venire incontro e sopportare i vari capricci dei loro clienti. Dal pinguino fino alla cacca della nobildonna conservata per una ossessiva spiritualità.

 

The Palace

Polanski e la sua borghesia disfunzionale

Polanski sembra comportarsi, a partire dalle bizzarrie dei suoi interpreti, come Luis Buñuel ne L’angelo sterminatore. Una medio-alta borghesia dettata da improvvisi eventi comici al limite del surrealismo. Basti pensare al finale dell’accoppiamento del pinguino. Tutto è servito per questo film-circo i cui attori agenti sono avidi, lussuriosi, dediti alla baldoria senza freno. La fine del 2000 di The Palace rappresenta un mondo che sta finendo, col millenium bug come punto di non ritorno. Il disfacimento di una classe sociale, quella borghese, che tra politici corrotti e situation comedy tentano di accompagnarsi verso il countdown finale. Polanski mette assieme delle maschere stanche di questo millennio che sta per nascere.

La star iper-surrealista di Barbareschi “Bongo”, l’anziano miliardario che ci resta secco, la mafia russa con le loro valigie bloccate nel bunker/caveau sotterraneo: mostri al servizio del carnevale polanskiano che dovrebbero far ridere, nelle intenzioni e che in realtà risultano solo un lontano cugino dei cinepanettoni dei Vanzina. Un circo pretenzioso a tratti con i suoi grandangoli e la scenografia quasi ottocentesca, ma che nei fatti più che nei modi assume le sembianze di una ridicola decostruzione della frivola commedia italiana. Troppo oggettiva nella messa in scena, troppo sterile nell’intreccio umoristico.

Lontananza e vicinanza al cinepanettone

Sospendendo il giudizio meramente estetico e compositivo, The Palace appare una critica non riuscita al cinema italiano nella sua portata più commerciale. I personaggi che affollano il palazzo svizzero sono così colorati e pomposi da costituirne una parodia degli eroi vanziniani. Senza però distaccarsi mai dal formato del cinepanettone. Nessuno dei clienti del palazzo costruisce un proprio senso, ma anzi lo semplifica fino a non averne uno. Troppo indeciso, il film si perde nella finalità di distaccarsi dagli archetipi del cinepanettone o di assomigliarvi con una tendenza grossolana e derivativa. Come del resto dimostrano citazioni fuori luogo e contesto. Si pensi al figlio cecoslovacco non riconosciuto dal personaggio di Mickey Rourke e alle due figliolette piene di rimando all’Overlook Hotel di Stanley Kubrick.

The Palace

The Palace, insomma, appare una rivisitazione non riuscita del cinepanettone italiano. Un incasellamento di molteplici gag che fanno ridere a metà. In un film che perde presto il suo spessore inziale, rinchiudendosi nel palazzo svizzero senza possibilità di uscirne.

I due registi Fabio e Damiano D’Innocenzo raccontano della loro nuova miniserie ‘Dostoevskij’

The Palace

  • Anno: 2023
  • Durata: 100
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Italia, Svizzera, Polonia, Francia
  • Regia: Roman Polanski
  • Data di uscita: 28-September-2023

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