The Cage is Looking for a Bird, film d’esordio della regista Malika Musaeva, è in concorso al Lucca Film Festival nella sezione lungometraggi. Primo film in lingua cecena con attori non professionisti, è stato proiettato al festival in anteprima italiana al Cinema Centrale di Lucca.
The Cage is Looking for a Bird : la trama
Yakha è una diciassettenne che vive in un villaggio in Cecenia con la madre e il fratello. Passa le giornate con l’amica Madina correndo, gridando e rotolandosi tra le colline. Le due vorrebbero volare via, fuggire lontano, vedere come vivono gli altri. Vorrebbero cominciare a vivere la vita che desiderano per sé stesse, alla larga da un sistema patriarcale come quello in cui si trovano.
Anche Heda, sorella maggiore di Yakha, sogna la libertà e il divorzio da un marito prepotente. Se lo chiedesse, però, rischierebbe di perdere il figlio. Perché secondo la tradizione locale, per cui entrare spontaneamente nella macchina di un uomo significa per una donna accettare di sposarlo, il divorzio prevede che la madre accetti che i figli vengano cresciuti dal marito.
Alla volontà di Heda è infatti contraria la famiglia, specialmente la madre, perché le donne sono tenute a svolgere il ruolo che la società impone loro. Ovvero quello di crescere i figli e sopportare gli uomini. Questo è il loro destino, e non si può cambiare.
Yakha, tuttavia, con un forte desiderio e bisogno di autodeterminazione, prova più volte a fuggire. Questi tentativi di fuga, però, non portano alla sua liberazione.
Un attacco al patriarcato
The Cage is Looking for a Bird punta i riflettori contro il patriarcato religioso della Cecenia, su una spaccatura tra modernità e tradizione e un intenso bisogno di libertà.
Le prime scene del film sembrano pacifiche e serene ma nascondono invece qualcosa di più inquietante e angosciante.
Yakha e Madina, allegre, urlano e si sdraiano tra i campi, ridono e si coprono gli occhi dal sole. Le due sono molto legate, il loro è un rapporto tenero e intenso che a tratti sembra suggerire qualcosa di più di un’amicizia, soprattutto da parte di Yakha. Fattore, questo, che influisce sui loro atteggiamenti verso le proposte e i corteggiamenti dei ragazzi locali.
Ma se Yakha rifiuta il matrimonio e si chiede perché debba aver bisogno di un uomo, Madina invece decide di sposarsi perché, alla fine, è quello che fanno tutti.
Yakha, però, come tutti non lo è.
Malika Musaeva riesce a far convivere nel personaggio della protagonista la spensieratezza dei diciassette anni e una profonda maturità ed intensità di pensiero. Maturità e forza di volontà che sebbene non permettano di volare via a lei che, come un uccello, rimane imbrigliato in una gabbia per quanto le sue ali possano essere forti e grandi, danno invece il coraggio alla sorella maggiore di fare quello che avrebbe dovuto compiere già da molto tempo.

‘The Cage is looking for a Bird’, primo film della regista Malika Musaeva, è in concorso al Lucca Film Festival.
La poesia delle immagini
The Cage is Looking for a Bird è un film puramente femminile, in cui domina il fantasma del potere maschile ma gli uomini appaiono raramente sullo schermo. Malika Musaeva concentra lo sguardo della macchina da presa sui volti delle donne di cui si racconta, sui loro dettagli e sui loro sentimenti. Lo fa dando una patina malinconica alle immagini, con un formato che alimenta il senso poetico di uno spazio e di un tempo che appare sospeso tra i paesaggi della Cecenia.
L’emozioni delle donne si riflettono in questi paesaggi, nella foschia delle montagne, nelle verdi colline e nella neve che su di esse cade.
Si riflettono nel canto degli uccelli e della natura che fa da eco in particolare al suono interiore della protagonista.
Yakha, che vuole scappare per la libertà, sembra trovare consolazione e sollievo nell’immensità e infinitezza dei campi in cui cammina, corre e riposa. Ed è forse in queste colline, nel paesaggio dove è cresciuta e nella fusione con esso che potrebbe trovare una vera via di liberazione