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‘Essere oro’ Il cortometraggio di Valentina Cenni

Favola ben riuscita su RaiPlay

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Essere oro è il cortometraggio di debutto alla regia di Valentina Cenni. La giovane regista ha presentato la sua opera fuori concorso al Torino Film Festival 2022 ed è ora visibile su RaiPlay. Un cortometraggio a cui hanno collaborato diversi professionisti d’esperienza e il risultato non poteva che essere positivo.

In questa opera l’autrice riesce a dimostrare la sua ecletticità in pieno, non andando mai oltre il limite. Nelle scene iniziali la protagonista inizia un gioco fra la coreografia e il canto, ponendo la narrazione a un livello che va oltre il semplice racconto testuale.

Il cortometraggio Essere oro: un’opera ben congegnata

La fotografia pressoché perfetta di Luca Bigazzi, che introduce lo spettatore in un ambiente non comodo, fa intravedere un’apertura verso una storia che è comprensibilmente triste, ma non disturbante. E la nenia della bambina, il suo movimento lento e fatto di piccoli gesti precisi, riporta a una dimensione quasi favolistica. Un’impressione poi sottolineata quando la giovane si trova immersa nella luce del giardino, tra colori tendenti all’oro che la portano a ritrovare un agio inevitabilmente perduto.

Essere oro – La protagonista del cortometraggio

Il cortometraggio di Valentina Cenni fa sfoggio di ciò che la regista conosce profondamente grazie alle sue esperienze di studio – Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma e Royal Academy of Dance di Londra – e professionali. Con Essere oro, la regista riesce nell’impresa di far coesistere diversi livelli narrativi senza mai cadere nel barocco o, peggio, nell’approssimazione. L’autrice racconta a La Stampa:

Nina aiuta la madre ad attraversare il dolore della perdita del marito con la consapevolezza di saper lasciare andare. Questo non vuol dire non provare amore, ma viverne uno profondo, immenso e, allo stesso tempo, riuscire a lasciarsi, lasciare liberi. Ci va tanta forza. Forse nasciamo tutti oro poi diventiamo un po’ piombo, la vita è una trasformazione alchemica che aiuta a crescere.

Anche la sceneggiatura non è lasciata al caso. La scena che avviene nella drogheria poteva essere superflua per molti, ma non fa che sottolineare la dimensione narrativa fiabesca. Le rughe così evidenti e indagate di Aurora Quattrocchi e il suo tono di voce rendono accogliente quello che non era uno luogo accogliente per la giovane protagonista.

L’arrivo di Giorgio Tirabassi è composto e misurato. Non crea l’effetto sorpresa e ciò rende coerente il filo espositivo delineato da Valentina Cenni. La composizione della ricetta, rimasta nella memoria delle due protagoniste ormai sole, diventa un momento di raccoglimento. Come se la regista volesse dar tempo allo spettatore di sentire in bocca il sapore aspro del limone – e della vita.

Stefano Bollani, compagno della regista, crea un ritornello semplice ed efficace e fa in modo che il suo tappeto musicale sia come un bel gioiello su un abito già ben confezionato. Avrebbe potuto osare di più. Ma ciò avrebbe compromesso il lavoro di Cenni, che viene messa in ombra – ingiustamente – dalla presenza ingombrante dell’amato.

Personaggi ben trasposti

Il cast attoriale permette all’alone magico di mantenersi. La giovanissima Angelica Filippone è efficace nella parte di Nina, con la sua espressione vaga e innocente. Anna Bellato, nel ruolo della madre, riesce a dare dignità al dolore del suo personaggio. Giorgio Tirabassi non sovraccarica il suo ruolo, fra il ricordo del padre perduto e un saggio grillo parlante.

Si vive una piena trasformazione alchemica quando riusciamo in purezza ad accettare quanto avviene intorno a noi, a farlo diventare incanto e luce. Si diventa oro. Essere oro è una storia che parla di fede nella magia della vita. Il titolo è anche un augurio. Essere splendenti di fronte al dramma, alla rovina. Sempre. E avere fede nel fatto che tutto va esattamente come deve andare e che la morte non è altro che un passaggio, la tappa di un viaggio infinito e pieno d’amore. (Valentina Cenni, dalle Note di regia)

Questo è un bel risultato per l’autrice, considerando che è la sua opera prima. Inevitabilmente si alimenta la curiosità verso il prossimo passo della giovane regista. Sarà interessante capire quanto lei sia in grado di essere a disposizione di una narrazione più lunga o se manterrà un livello che potremmo definire di ‘confort zone’.

La fiaba di Essere oro

La giovane Nina si ritrova sola, alla ricerca di un nuovo mondo dove possa fare le sue magie. La madre cerca di combattere la disperazione per la perdita del marito. Per questo Nina vuole far ritrovare alla mamma quella luce che aveva prima. Ci riuscirà grazie all’aiuto di uno zabaione.

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